Ci troviamo in un periodo in cui la Federal Reserve sta continuando a fare degli sforzi decisamente importanti per cercare di bloccare il trend per cui il tasso del mercato monetario sta finendo al di sotto dello zero. In che modo sta provando quantomeno a limitare i danni? Sfruttando quelli che vengono chiamati pronto termine inversi, mentre in diversi mercati finanziari della zona Euro stanno cominciando a comparire dei tassi di interesse in negativo.
Banca Centrale Europea
Conti deposito e tassi Bce, facciamo il punto
Luglio 2011 si avvicina, e di conseguenza anche la probabile decisione della Bce, la Banca centrale europea, di innalzare di un altro quarto di punto il costo del denaro, all’1,50% dall’attuale 1,25%. Trattasi per certi versi di una scelta obbligata per tutta una serie di ragioni; in primis c’è da fare i conti in Eurolandia con un andamento dell’inflazione ben al di sopra dei livelli di guardia, ed in particolare sopra quel 2% che il presidente Trichet ha sempre considerato come uno spartiacque tra una politica monetaria accomodante ed una restrittiva. Poi il mercato preme al rialzo sui rendimenti dei titoli pubblici, a partire da quelli dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona; così come il tasso euribor a piccoli passi, dopo giorno giorno, segna nuovi massimi da oltre due anni a questa parte.
Mutuo euribor: previsioni estive
Che ne sarà del tasso euribor nei prossimi mesi, quelli dell’estate 2011? La domanda è d’obbligo visto che nei giorni scorsi la Bce ha lasciato i tassi invariati, ma potrebbe essere solo la quiete prima della tempesta. Se la tendenza del costo del denaro è rialzista, lo ricordiamo, immancabilmente ad impennarsi è anche l’euribor, quello con la scadenza a tre mesi con cui nel nostro Paese di norma si vanno ad agganciare i mutui a tasso variabile. Siamo lontani, lontanissimi ormai dall’euribor a tre mesi sui minimi storici, quando stipulare un mutuo a tasso variabile rappresentava in tutto e per tutto un affare. Almeno fino a quando i tassi non sarebbero saliti, e così puntualmente è stato! In ogni caso i tassi, sia l’euribor, sia l’Irs per l’indicizzazione a tasso fisso, si mantengono ancora su livelli sotto la media storica, ragion per cui l’acquisto della casa con un mutuo rimane ancora conveniente a patto però di prendere opportune precauzioni.
Euribor e rate del mutuo, allarme rosso
In data odierna, martedì 3 maggio 2011, il tasso euribor con scadenza a tre mesi, quello con cui in prevalenza si agganciano in Italia i mutui con l’indicizzazione a tasso variabile, ha toccato il nuovo massimo degli ultimi due anni. Siamo infatti arrivati all’1,4%, un livello più che doppio rispetto ai minimi storici dei mesi scorsi; la conseguenza è che i mutui a tasso variabile sono sempre più cari, sia per le famiglie che lo stanno pagando, sia per chi si appresta a stipularne uno. Inoltre, considerando anche la tendenza ad aumentare gli spread degli istituti di credito, il mix nel complesso per i finanziamenti ipotecari è a dir poco esplosivo. Insomma, possiamo parlare a tutti gli effetti di una stangata sui mutui che proprio non ci voleva visto che sono parecchie decine di migliaia in Italia le famiglie che a fine mese fanno fatica ad onorare le rate.
Tasso Bce 2010 per il mutuo
Il mutuo a tasso variabile in Italia, per l’acquisto della prima come della seconda casa, è oramai rispetto al passato un finanziamento ipotecario le cui caratteristiche possono variare e di molto da banca a banca. Se prima la rata era indicizzata solo all’euribor, di norma con scadenza a tre mesi, adesso gli Istituti di credito propongono anche il cosiddetto “mutuo Bce” che è sempre un finanziamento ipotecario a tasso variabile, ma indicizzato al costo del denaro periodicamente fissato dalla Banca centrale europea. Ma che differenza c’è tra un mutuo euribor ed un mutuo Bce? Ebbene, di norma il tasso Bce rispetto all’euribor è più stabile, anzi attualmente il tasso Bce è all’1%, inchiodato oramai su tale livello da quasi due anni, mentre l’euribor con scadenza a tre mesi quota attualmente sul mercato interbancario appena sopra il livello dell’1%. Quindi, a prima vista il mutuo Bce sembrerebbe più conveniente del mutuo euribor, ma non è così visto che poi subentra lo spread, ovverosia la commissione fissa che per ottenere il finanziamento ipotecario occorre pagare alla banca.
BCE: aiuti alle banche, a marzo la decisione
La crisi economica non è ancora alle spalle, come dimostrano i nuovi “casi” europei di Grecia e – seppur in misura minore – Spagna Portogallo. Eppure gli indicatori macroeconomici dicono che il peggio è alle spalle, tanto che la Banca Centrale Europea ha avvertito le banche dell’intenzione di intraprendere una exit strategy rispetto alle misure di sostegno messe in opera nel corso dei mesi passati. In realtà la BCE si è avvalsa del “burocratese” per esprimere questo concetto attraverso la dichiarazione del suo opposto: “continueremo a sostenere le banche – si legge nella nota – ma tenendo comunque conto del miglioramento della situazione in atto nei mercati finanziari ed evitando distorsioni connesse al mantenimento di misure non convenzionali per un periodo di tempo eccessivo”.
Finanziamenti Inarcassa con contributo in conto interessi
Dopo aver prolungato fino al 31 dicembre 2009 la scadenza del Bando per il prestito d’onore a favore dei giovani ingegneri ed architetti, l’Inarcassa ha reso noto d’aver messo a punto un’altra iniziativa finalizzata ad agevolare l’accesso al credito per i professionisti regolarmente iscritti alla cassa previdenziale ed in regola con il pagamento dei contributi. Nel dettaglio, fino ad esaurimento dei contributi stanziati, è possibile presentare entro il 31 dicembre prossimo la domanda per accedere a finanziamenti con un contributo in conto interessi che abbatte il tasso sul prestito. Il finanziamento può essere concesso con la finalità di potenziare o allestire lo studio professionale, o per finanziare lo svolgimento e l’esecuzione di incarichi professionali.
Prestiti: aumentano le garanzie richieste per ottenerli
Ottenere un prestito in banca senza fornire adeguate garanzie sta diventando sempre più difficile, sia da parte delle imprese, sia da parte delle famiglie. Basti pensare che al Sud, area più interessata a tale fenomeno, per ogni cento euro che la banca concede la banca stessa chiede oltre 40 euro in garanzie reali a copertura delle somme erogate. Su scala nazionale, invece, le banche per ogni 100 euro che prestano vogliono in media 29,6 euro di garanzie; il dato, rilevato dalla CGIA di Mestre sui dati disponibili alla fine dello scorso mese di marzo, è in rialzo di 1,6 punti rispetto al dicembre del 2008 e conferma, in linea tra l’altro con quanto messo in evidenza nei giorni scorsi dalla Banca centrale europea, come le condizioni di accesso al credito siano diventate più stringenti con conseguenti limitazioni e difficoltà per il credito al consumo alle famiglie e per l’erogazione di mutui e prestiti di cui hanno bisogno le imprese sia per la gestione ordinaria, sia per fronteggiare le difficoltà temporanee legate alla contrazione della domanda di beni e servizi.
Tassi prestiti: costi elevati per quelli a breve termine
Negli ultimi mesi sia le famiglie, sia le imprese, hanno potuto approfittare, per la stipula di mutui e di prestiti, di tassi di interesse più bassi e più vantaggiosi in virtù della progressiva riduzione del costo del denaro. Pur tuttavia, i tassi di interesse applicati in Italia alle piccole e medie imprese sui finanziamenti a breve termine rimangono tra i più alti rispetto a quelle applicati alle PMI negli altri principali Paesi dell’Unione Europea. A rilevarlo è la CGIA di Mestre in base agli ultimi dati disponibili, ovverosia quelli dei primi sette mesi del 2009, da cui è emerso come in Italia le aziende, per i prestiti con durata inferiore ad un anno, paghino in media un tasso di interesse del 4,02%, ovverosia oltre quattro volte il tasso di interesse di riferimento attualmente fissato dalla Banca Centrale Europea.
Mutui fondiari: attenzione a quelli con tasso “usurario”
I titolari di un mutuo fondiario, per tutta la durata del piano di ammortamento, devono sempre controllare quanto sta scritto nelle condizioni contrattuali, ed occorre altresì monitorare l’andamento dei tassi di mercato confrontandoli con quelli applicati sul mutuo e, quindi, sulle rate mensili. La raccomandazione è del Centro Tutela Consumatori Utenti che, proprio riguardo alle condizioni su un mutuo fondiario, ha presentato un esposto in Procura in quanto negli ultimi mesi il tasso applicato da una banca ad un mutuatario è diventato “usurario”, ovverosia superiore ai livelli massimi previsti dalla Legge. Il consumatore cui è stato applicato un tasso “usurario” ha stipulato un mutuo fondiario nel 2005, con un tasso che partiva dal 5,50%, ma che, pur essendo agganciato all’euribor, ha subito sempre delle variazioni sui tassi al rialzo nonostante negli ultimi dodici mesi la tendenza sia stata opposta.
Mutui: Adusbef suggerisce con quali Banche contrarli
L’intervento della Banca Centrale Europea, che ha fissato il tasso di riferimento all’1%, non ha certo eliminato – pur agevolandola – la situazione critica dei mutui. Lo sanno bene milioni di persone, uomini e donne, che ogni mese sono alle prese con la fatica di riuscire ad adempiere all’impegno contratto con le banche. Casa, automobile, vecanze e chi più ne ha più ne metta: la richiesta di una pagamento dilazionato, oggi più che mai, arriva per i motivi più svariati ma ha una sola e grande motivazione: l’incertezza del lavoro, il salario insufficiente a soddisfare le esigenze, la scarsa disponibilità di denaro liquido in tempi brevi.
E allora, via ad affidarsi alle banche. Che, nonostante l’intervento della Bce, in alcuni casi – lo dice una ricerca fatta da Adusbef – mantengono mutui fissi a tassi superiori al 6%. E’ stata la stessa associazione dei consumatori, poi, a stilare una oggettiva classifica relativa agli istituti più convenienti a seconda della tipologia di prestito scelto.
Mutuo Rata Fissa, Durata Variabile di Credem: si presenta da sé
Dopo l’annuncio – giovedì mattina – da parte della Banca Centrale Europea (BCE) di un imminente taglio dei tassi, e quindi della conseguente discesa dell’Euribor ai nuovi minimi storici, sono tornati in auge i mutui (che proprio nell’Euribor individuano il loro principale parametro), di nuovo al centro dell’attenzione ma – soprattutto – di nuovo ottima opportunità per chi avesse bisogno di un grosso finanziamento e non volesse correre il rischio di rimanere soffocato dall’entità della rata di rimborso. Dicevamo: mutui di nuovo in auge? Andiamo a scoprirne uno, a valutarne l’opportunità ed a conoscerne le condizioni. Parliamo di “Mutuo Rata Fissa Durata Variabile” di Credem.
Rendimax, un conto deposito da 4% d’interesse
Conto corrente come necessità, conto corrente come delusione. Se da un lato è infatti evidente il bisogno di avere una destinazione di riferimento per il proprio denaro, da indicare ad esempio al datore di lavoro per l’accredito dello stipendio, d’altra parte è altrettanto vero che i conti correnti bancari hanno un rendimento ben al di sotto delle aspettative dei risparmiatori. Non c’è trucco né inganno, semplicemente l’incidenza degli ingenti costi di gestione, che vengono “scaricati” dagli istituti di credito sulla clientela. Fanno eccezione le banche on-line, uniche a potersi permettere interessi elevati perché non devono mantenere una struttura con filiali, dipendenti e quant’altro serve al funzionamento di uno sportello. Ma altrimenti che fare?