Mutuo Rata Fissa, Durata Variabile di Credem: si presenta da sé

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Dopo l’annuncio – giovedì mattina – da parte della Banca Centrale Europea (BCE) di un imminente taglio dei tassi, e quindi della conseguente discesa dell’Euribor ai nuovi minimi storici, sono tornati in auge i mutui (che proprio nell’Euribor individuano il loro principale parametro), di nuovo al centro dell’attenzione ma – soprattutto – di nuovo ottima opportunità per chi avesse bisogno di un grosso finanziamento e non volesse correre il rischio di rimanere soffocato dall’entità della rata di rimborso. Dicevamo: mutui di nuovo in auge? Andiamo a scoprirne uno, a valutarne l’opportunità ed a conoscerne le condizioni. Parliamo di “Mutuo Rata Fissa Durata Variabile” di Credem.

Come leggiamo nel sito, e sarebbe poco logico non crederci, il Mutuo Rata Fissa (d’ora in poi lo chiameremo così) è stato pensato “per chi non vuole rinunciare alla certezza della rata fissa, usufruendo di un tasso più conveniente rispetto al Tasso Fisso, ma desidera un mutuo legato ai tassi di mercato, spostando gli effetti dei possibili aumenti sull’allungamento della durata”. Tradotto, questo significa che Mutuo Rata Fissa si colloca a metà tra le formule di rimborso a tasso fisso e variabile: di una, la prima, prende l’ammontare della rata e specialmente la sua “fissità”, per agevolare quelli che hanno un’entrata fissa e sanno quanto di questa possono distrarre dalle spese della quotidianità.

Dell’altra, invece, accoglie il riferimento ai parametri internazionali di calcolo dell’interesse, avvantaggiando – almeno di questi tempi – il risparmiatore che, a fronte di una rata che poniamo a 100 , rimborsa una parte sempre maggiore del prestito ottenuto con più che l’Euribor cala, come abbiamo visto sarà chiamato a fare entro breve. Mutuo Rata Fissa di Credem ha perciò, evidentemente, una durata variabile, che può diminuire (è quanto sta facendo adesso) od aumentare qualora gli interessi tornassero a salire fino a quei massimi toccati lo scorso autunno, prima della crisi. Il massimo periodo di “sforamento”, in questo ultimo caso, potrebbe arrivare fino a 5 anni.