Come si stanno muovendo sul mercato i tassi di interesse di riferimento con cui nel nostro Paese vengono agganciati i mutui a tasso fisso ed a tasso variabile? Ebbene, attualmente il costo del denaro è tale che rispetto alla media storica, e comunque quella degli ultimi dieci anni, ovverosia dall’introduzione dell’euro, l’acquisto di una casa con un mutuo rimane un’operazione conveniente. Questo “grazie” alla crisi finanziaria ed economica che ha fatto crollare i tassi interbancari, a partire dall’Eurirs, quello sui mutui fissi, che sulla scadenza a cinque anni si attesta attualmente attorno al 2,30%; anche l’Euribor, il tasso di indicizzazione dei mutui variabili, sulla scadenza ad un mese rimane basso attorno allo 0,81%. Questi valori di mercato sono frutto sia della decisione della Bce, la Banca centrale europea, di lasciare inchiodati i tassi di riferimento nell’Eurozona all’1% oramai da molti mesi; ma ad influire è anche la congiuntura macroeconomica che, con l’esclusione della Germania, in molti Paesi dell’area euro è ancora stagnante e spesso traballante come la Grecia e l’Irlanda.
Bce
Tasso Bce 2010 per il mutuo
Il mutuo a tasso variabile in Italia, per l’acquisto della prima come della seconda casa, è oramai rispetto al passato un finanziamento ipotecario le cui caratteristiche possono variare e di molto da banca a banca. Se prima la rata era indicizzata solo all’euribor, di norma con scadenza a tre mesi, adesso gli Istituti di credito propongono anche il cosiddetto “mutuo Bce” che è sempre un finanziamento ipotecario a tasso variabile, ma indicizzato al costo del denaro periodicamente fissato dalla Banca centrale europea. Ma che differenza c’è tra un mutuo euribor ed un mutuo Bce? Ebbene, di norma il tasso Bce rispetto all’euribor è più stabile, anzi attualmente il tasso Bce è all’1%, inchiodato oramai su tale livello da quasi due anni, mentre l’euribor con scadenza a tre mesi quota attualmente sul mercato interbancario appena sopra il livello dell’1%. Quindi, a prima vista il mutuo Bce sembrerebbe più conveniente del mutuo euribor, ma non è così visto che poi subentra lo spread, ovverosia la commissione fissa che per ottenere il finanziamento ipotecario occorre pagare alla banca.
Tassi mutuo in Italia e nell’area euro
Sebbene nei Paesi dell’area euro il costo del denaro, quello fissato dalla Banca centrale europea, è uguale per tutti, i tassi applicati dalle banche ai mutui stipulati dalle famiglie variano da Paese a Paese. Quali sono allora i fattori che determinano queste differenze di tasso? Ebbene, la risposta in tal senso ce la fornisce l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nel secondo numero dei “Temi di Economia e Finanza”, nel quale si sottolinea come nell’area euro il livello dei tassi dipenda, tra l’altro, sia dal valore degli immobili, sia dal costo della raccolta; inoltre, anche l’inefficienza della giustizia civile incide tra i fattori che determinano la fissazione dei tassi sui finanziamenti immobiliari.
Bancomat e banconote “tarocche”. C’è una Direttiva UE: a che punto siamo?
Pochi, ma non per questo meno importanti. Perché si parla di soldi, e quando i soldi sono i nostri è sempre molto poco piacevole doversi adeguare a una realtà che – come rispondono Banca d’Italia e ABI – “Non riguarda casi frequenti”, quindi non desta allarme. È certo che il fenomeno non ha le proporzioni bibliche fatte registrare da quello delle frodi, ma resta il fatto che da qualche mese in Italia hanno ripreso a circolare le lamentele di persone che si sono trovate nella spiacevole situazione di aver prelevato all’ATM (il distributore automatico di banconote, quello sportello che comunemente chiamiamo Bancomat o Postamat) alcune banconote “taroccate”. Chi potrebbe mai immaginare di andare in banca e ricevere dalla stessa denaro falso?
BCE: aiuti alle banche, a marzo la decisione
La crisi economica non è ancora alle spalle, come dimostrano i nuovi “casi” europei di Grecia e – seppur in misura minore – Spagna Portogallo. Eppure gli indicatori macroeconomici dicono che il peggio è alle spalle, tanto che la Banca Centrale Europea ha avvertito le banche dell’intenzione di intraprendere una exit strategy rispetto alle misure di sostegno messe in opera nel corso dei mesi passati. In realtà la BCE si è avvalsa del “burocratese” per esprimere questo concetto attraverso la dichiarazione del suo opposto: “continueremo a sostenere le banche – si legge nella nota – ma tenendo comunque conto del miglioramento della situazione in atto nei mercati finanziari ed evitando distorsioni connesse al mantenimento di misure non convenzionali per un periodo di tempo eccessivo”.
Trichet: il livello dei tassi é adeguato
L’espansione monetaria e del credito continua a decelerare – ha affermato all’Europarlamento, il presidente della Bce Jean Claude Trichet -. La ripresa nei prestiti alle imprese è in ritardo e penso che resterà debole nelle prossime settimane. È per contrastare questo scenario che il consiglio dei Governatori considera appropriato l’attuale livello dei tassi.
Sembra quindi che non ci siano intenzioni di ridurre ulteriormente i tassi di interesse, notizia non certo entusiasmante per chi ha sottoscritto mutui a tasso variabile.
Ocse e Bce: “Ripresa vicina, ma con cautela”. Invariati i tassi
L’Estate sta finendo (sigh), la Crisi se ne va. Viste così, queste due sembrano essere una notizia cattiva accanto ad un’altra veramente ottima. Il problema, semmai, è che non tutto ciò è vero, quantomeno non lo è del tutto. Diciamo che le principali istituzioni economiche e politiche mondiali si stanno prodigando, dati alla mano, a rassicurare i risparmiatori e gli imprenditori: la fase peggiore della crisi è alle spalle, la recessione ha rallentato e si intravvedono spiragli decisamente positivi per il futuro. Per contro, però, bisognerà stare molto attenti a non incappare nella terribile forbice della doppia recessione (uno spettro il cui manifestarsi è tutt’altro che impossibile), quindi sarà bene monitorare i mercati e l’economia più in generale con la massima attenzione.
Prestiti alle famiglie: in Italia troppo cari rispetto alla media europea
Come mai in Italia i prestiti alle famiglie vengono erogati dalle banche con tassi medi superiori di oltre un punto e mezzo percentuale rispetto alla media europea? La domanda è d’obbligo visto che i tassi di interesse nel nostro Paese da tempo non vengono più fissati dalla Banca d’Italia, ma dalla Banca Centrale europea, e dovrebbero essere validi e da applicare per tutti i Paesi del Vecchio Continente. Eppure, in accordo con quanto emerge da un’indagine effettuata dall’Adusbef, nel nostro Paese il costo del denaro applicato dalle banche presenta un differenziale sui prestiti dell’1,64% a carico delle famiglie; mentre infatti in Europa un prestito viene erogato ad un tasso medio del 6,6%, in Italia gli istituti di credito applicano interessi medi all’8,30%; stessa musica sui mutui, per i quali l’Adusbef ha rilevato in Italia una maggiorazione di tasso medio pari ad un quarto di punto percentuale rispetto alle media di Eurolandia. L’Associazione ha monitorato l’attività di undici tra le più importanti banche italiane, riscontrando come al 20 maggio, rispetto allo scorso 3 aprile, ben sette istituti di credito abbiano mantenuto i tassi di interesse allo stesso livello nonostante il recente nuovo minimo storico dell’euribor ed il taglio ai tassi praticato dalla Banca Centrale Europea.
Caro mutuo: tassi, portabilità
Diviene sempre più difficile acquistare casa, i tassi bce scendono, ma non proporzionalmente si riducono i tassi dei mutui delle banche. Negli ultimi mesi é diminuito il tasso Bce, le banche hanno pagato a prezzo inferiore il denaro ma é diminuito di poco il prezzo da queste applicato alla clientela. Abbiamo quindi assistito a un aumento degli spread dato che la commissione per i mutui a lungo termine può arrivare anche al doppio rispetto al livello del costo del denaro stabilito dalla BCE.
Così molte giovani (e anche meno giovani) coppie rinunciano ad acquistare una casa e rimandano la spesa a “tempi migliori”. Solo il 38% di loro puo’ permettersi di acquistare casa, anche a causa della crescente difficolta’ di accedere un mutuo. Un’ovvia conseguenza é che le compravendite di case continuano a scendere in maniera vertiginosa. I dati arrivano dalll’Osservatorio del mercato immobiliare presentato dall’Agenzia del Territorio e si riferiscono al primo trimestre 2009.
BancoPosta Click: fino al 31 dicembre, interesse 2% garantito
C’è chi offre al risparmiatore la remunerazione di interessi molto elevati sui depositi, ma “Per i primi 6 mesi”: e poi? C’è qualche altro che, a parità di proposta sugli interessi, non parla mai esplicitamente di durata limitata della promozione, bensì si limita a scrivere in piccolo che i tassi applicati sono sensibili alle oscillazioni dell’Euribor: “Buonanotte ai suonatori”, specie in questo periodo di crisi economica e tagli del costo del denaro, decisi dalle menti che gestiscono le sorti della Banca Centrale Europea. C’è infine qualcuno che vi presenta un 2% “Indistruttibile”: color acciaio, il numero non viene scalfito né dall’esplosione di una bomba, né dai colpi di un trapano o dal peso di un elefante.
Euribor 3M in caduta libera, mai così in basso dal 2004
In questi mesi di frequenti cattive notizie, il mercato economico si è risvegliato questa mattina (dopo la pausa del week-end) con una nuova buona, almeno guardandola dal punto di vista di quello che è l’ “esercito” dei consumatori. I dati pubblicati oggi sul tasso Euribor, infatti, sono calati fino a raggiungere il valore di 2,005%, ovvero il livello minimo dal lontano 2004.
La novità è da considerarsi molto positiva per chi avesse, ad esempio, acquistato un’abitazione di proprietà stipulando un mutuo a tasso variabile, dacché l’Euribor a tre mesi è il “parametro” di riferimento per il calcolo dell’interesse da applicare a questo genere di finanziamenti. Buste paga più robuste (o, se non altro, meno alleggerite), quindi, per quegli italiani che si sono indebitati con le banche negli scorsi anni, sull’onda lunga della bolla speculativa del mercato edile, vero settore trainante della crescita ed ora “capro espiatorio” della crisi.
Il tasso di rendimento dei Bot scende ancora
I titoli di Stato sono obbligazioni emesse direttamente dallo Stato allo scopo di finanziare, recependo denaro da restituire in termini stabiliti e con gli interessi, opere pubbliche e attività istituzionali in generale.
In pratica lo stato diviene come un’impresa: per finanziare la sua attività chiede denaro in prestito a chi può fornirlo (i cittadini). I Bot forniscono un rendimento generalmente più basso rispetto a quelle emesse da società private a fronte di una maggiore sicurezza proprio perchè garantite dallo Stato e non da una società privata. I Bot sono titoli di Stato al portatore a breve termine con scadenze a 3, 6 e 12 mesi destinati esclusivamente al mercato telematico, emessi ogni 15 giorni (metà e termine mese) ad un prezzo stabilito attraverso un asta della Banca d’Italia.
Affidarsi ai Bot? Costituiscono una valida risorsa per il risparmiatore quando la borsa è in calo e possono essere correlate all’inflazione e al costo del denaro e possono essere definite (quasi) indipendenti delle oscillazioni del mercato azionario. Ma oggi pare che non convenga neanche più investire in Bot. L’asta dei Bot certifica il nuovo calo dei rendimenti lordi dei trimestrali e degli annuali scesi rispettivamente all’1,66% e all’1,84%.
Taglio dei tassi Bce: buone notizie per i mutui a tasso variabile
La crisi economica sembra non frenare ed i provvedimenti finora adottati in Europa per contrastarla appaiono vani. I canali del credito soffrono a causa dell’eccessivo indebitamento degli intermediari e di alcuni settori dell’economia reale.
Le difficoltà di imprese e famiglie si propagano, domanda e produzione rallentano: Se diminuiscono i consumi allora ecco che si riducono anche i prezzi: inflazione in picchiata in Eurolandia, dove nel mese di novembre, secondo le stime provvisorie di Eurostat, è scesa al 2,1%, contro il 3,2% di ottobre, tornando al livello del settembre 2007. Inizia quindi un periodo di deflazione dovuto al drastico calo dei consumi. Sempre più probabile, pertanto, un ulteriore taglio dei tassi da parte della Bce il 4 dicembre.
Impossibile contrarre mutui: da Natale comprare casa diventa una chimera. E intanto le truffe abbondano.
Contrarre un mutuo per pagarsi una casa con scadenza spesso trentennale era fino a qualche tempo fa una croce, inevitabile ma pur sempre pesantissima da portare sulle spalle; ora, con la crisi economica che si preannuncia lunga e di entità tale da superare quella del dopoguerra, è diventato addirittura impossibile accedere ad un prestito per riscattare, anno dopo anno e mattone dopo mattone, un domicilio. Torna con prepotenza una delle battute ad effetto che ben descrivono la situazione: altro che matrimonio eterno, in tempi di divorzio-facile, l’unico “per sempre” è quello che si viene ad instaurare tra banche e cittadini. A scapito, ovviamente, dei secondi.
A temere fortemente la pessima situazione finanziaria in cui riversano i grandi centri economici, sono in primo luogo le banche: rispetto a qualche mese fa, infatti, è già evidente la difficoltà nell’accedere ad un mutuo per la maggiore rigidità dei parametri con cui le banche concedono l’accesso al mutuo. Non lascia ben sperare neppure il bollettino emanato dalla Bce, secondo cui la situazione andrà a peggiorare nell’arco dei prossimi mesi. Già da dicembre si prevede un ulteriore rigidità da parte dei crediti con speculare incremento delle difficoltà – da parte delle famiglie – a sostenere il futuro.
Natale, quest’anno non porterà doni e regali, piuttosto austerità e rigore. Lo ha ribadito anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, proprio quando il Governo si è impegnato a sostenere le famiglie con aiuti economici importanti.
Stando ai dati riportati dalla Bce, nel terzo trimestre dell’anno, è cresciuta sufficientemente passando dal 30% al 36% (+6%) la percentuale di banche che ha intensificato, rendendoli ancor più rigidi, i criteri relativi alla concessione di mutui ai nuclei familiari.