Di solito, nel momento in cui si accende un finanziamento per l’acquisto della prima casa, il debito viene rimborsato secondo un piano di ammortamento detto “alla francese”. Si attiva in altri termini un piano di rientro con rate tutte uguali tuttavia composte da una quota interessi e da una quota capitale.








Una recente sentenza emanata dalla Corte di Cassazione si è espressa sulla legalità e opportunità dell’ anatocismo bancario, ritenendolo un uso non accettato e considerato come lecito dai clienti, ma una pratica vessatoria di capitalizzazione degli interessi, a cui si deve porre fine o rimedio.
Come abbiamo visto anche in un post pubblicato in precedenza, a partire dal 1 gennaio 2015 il calcolo di interessi di tipo anatocistico su prodotti bancari e finanziari è diventato illegale nella maggior parte delle situazioni in cui viene a trovarsi il cliente nei confronti di una banca o di un istituto di credito. Ancora oggi, però, e nonostante il cambio della normativa, vi sono delle piccole eccezioni alla regola, che potrebbero far risultare gli interessi anatocistici come richiesti legalmente.

In alcuni post pubblicati in precedenza ci è capitato di parlare dell’anatocismo bancario, termine che indica per le banche la pratica di calcolare interessi su altri interessi, secondo una logica di capitalizzazione che potrebbe, almeno in via teorica, estendersi all’infinito.
In questi ultimi tempi in Italia si è tornati a parlare di anatocismo, termine piuttosto inusuale di origine greca appartenente al lessico bancario e finanziario che si utilizza per indicare la possibilità per gli istituti bancari di applicare interessi agli interessi già maturati.