Che cos’è l’anatocismo bancario

di Gianfilippo Verbani Commenta

L'anatocismo è un istituto che può avere pesanti ricadute su un conto corrente bancario, nel caso in cui questo ultimo vada in rosso, perché all'atto pratico permette la capitalizzazione degli interessi passivi del conto senza alcuna interruzione.


 In questi ultimi tempi in Italia si è tornati a parlare di anatocismo, termine piuttosto inusuale di origine greca appartenente al lessico bancario e finanziario che si utilizza per indicare la possibilità per gli istituti bancari di applicare interessi agli interessi già maturati. 

Arrivano gli emendamenti contro l’anatocismo bancario

L’istituto dell’anatocismo, infatti, da tempo soppresso in Italia, ha fatto nuovamente la sua comparsa all’interno di un decreto legge pubblicato di recente, il DL Competitività, anche se nessuna forza politica sembra rivendicare al momento la paternità della controversa regola.

La capitalizzazione degli interessi nei conti correnti

L’articolo 31 di questo decreto infatti, consente al CICR, il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio, di stabilire, modi e tempi del calcolo degli interessi sugli interessi nei prodotti finanziari, anche se limita la sua applicabilità ad un solo anno.

L’anatocismo è un istituto che può avere pesanti ricadute su un conto corrente bancario nel caso in cui questo ultimo vada in rosso, perché all’atto pratico permette la capitalizzazione degli interessi passivi del conto corrente. Si tratta quindi di una pratica particolarmente sgradita ai consumatori e spesso aspramente criticata dalle associazioni dei consumatori, che ne hanno sempre chiesto la sua abolizione in quanto produttiva di un meccanismo che potrebbe estendersi all’infinito fino a quando il debito non viene formalmente estinto.

Non a caso, del resto, non molto tempo fa 44 parlamentari tra cui alcuni attuali ministri, hanno firmato un progetto di legge contro l’anatocismo bancario, poi confluito in uno degli emendamenti della Legge di Stabilità Finanziaria 2014.