Siamo entrati nell’ultima fase delle vacanze estive, che si protrarrà fino al termine del mese di agosto o tuttalpiù fino ai primi giorni di settembre. E’ un periodo in cui una buona fetta della popolazione italiana è ancora in vacanza. E’ chiaro che, per semplicità d’uso e comodità, le carte di credito e i bancomat restano gli strumenti di pagamento più utilizzati per evitare di tenere con sé molti contanti. Tuttavia, ad esempio, se il plafond della carta di credito viene esaurito, si resta senza soldi.
Adusbef
Banche italiane: ecco perché sono solide
Quella attuale è una fase di grandi turbolenze sui mercati finanziari internazionali, sia per l’azionario, sia per l’obbligazionario. C’è la crisi imperante dei debiti sovrani, con gli spread dei titoli di Stato di Irlanda, Grecia e Portogallo su livelli stratosferici. Anche l’Italia in questi ultimi giorni ha dovuto piegarsi ad un ampliamento di questi spread rispetto al Bund, il titolo di Stato più solido dell’Eurozona, quello tedesco; questo anche a seguito delle incertezze legate alla manovra finanziaria triennale da oltre 40 miliardi di euro che sta mettendo a punto l’attuale Governo in carica. Il tutto comunque, in Italia, a fronte di un sistema bancario che nel complesso si mantiene solido sebbene in queste ultime settimane stiamo assistendo ad una raffica di aumenti di capitale. Ma perché le banche in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, sono solide?
Servizi bancari ed assicurativi: aumenti immotivati
In materia di servizi bancari, a partire dai conti correnti, e passando per quelli assicurativi, con in primis l’Rc auto, gli aumenti applicati alle tariffe sono sia immotivati, sia inauditi. A ribadirlo in data odierna, martedì 21 giugno del 2011, è stata la Federconsumatori che ha accolto con un plauso le dichiarazioni e le questioni sollevate dal Presidente dell’Antitrust Catricalà sulla crisi, sulle banche e sulle compagnie di assicurazione. Secondo la Federconsumatori, che apprezza l’operato dell’Antitrust, e che anzi ce ne vorrebbero due, l’attuale Governo in carica dovrebbe aprire gli occhi e seguire le indicazioni fornite dal Presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.
Conti correnti: cinque euro al giorno per chi sconfina
Da un bel pezzo in Italia è stata abolita per Legge la cosiddetta commissione di massimo scoperto, ovverosia quei costi applicati dalle banche nel momento in cui su un conto corrente non affidato si va in rosso, anche per un solo giorno. Pur tuttavia, come s’è visto, a fronte dell’eliminazione della commissione di massimo scoperto, gli istituti di credito si sono subito “rifatti” introducendo in sostanza la stessa commissione “mascherata” spesso con nomi e definizioni alquanto stravaganti. E così, anche se si va in rosso anche di un solo euro, e per un solo giorno, le banche applicano una commissione, addirittura giornaliera, che può anche arrivare fino a cinque euro!
Rc auto: ennesima raffica di aumenti
Continuano a salire, anno dopo anno, senza sosta, i premi Rc auto. Crisi o non crisi, assicurare la macchina, ogni anno a scadenza di contratto, diventa sempre più un lusso per molti visto che nel 2010, secondo quanto rilevato dalla Federconsumatori, i premi della polizza Rc auto sono cresciuti del 18%; e per quest’anno, inoltre, scattano nuovi aumenti pari in media al 12%. Il dato emerge da un’indagine che l’Associazione dei Consumatori ha effettuato prendendo a riferimento le prime cinque compagnie di assicurazione italiane che da sole coprono ben il 60% del mercato Rc auto. Ebbene, la crescita dei premi rilevata è quella sopra indicata a fronte, come se non bastasse, di picchi di rincaro insostenibili e sbalorditivi a carico dei neopatentati fino a +25%; le cose non vanno bene neanche agli automobilisti over 50 che, pur essendo magari in classe prima bonus/malus, si vedono appioppati nelle proposte annuali di rinnovo dell’Rc auto aumenti anche fino al 20%. Considerando quest’ultima ondata di aumenti, la Federconsumatori stima che dal 1994 ad oggi i rincari sull’Rc auto stati in media pari a ben il 186%, un dato che si commenta da solo.
Banche: Adusbef, consumatori sempre più sfiduciati
Quale ruolo hanno in Italia le banche nel contribuire alla crescita dell’economia e, in particolare, a sostenere sia i nuclei familiari, sia lo sviluppo delle imprese? Ebbene, stando ad un sondaggio condotto dall’Adusbef non ci sarebbe da stare allegri visto che i consumatori da tale fronte risultano essere sempre più sfiduciati. Al punto che secondo l’Associazione sono proprio le banche le più odiate dai consumatori e dagli utenti; ma come mai tutto ciò? ll sondaggio dell’Adusbef, nei risultati, ricalca tra l’altro quanto emerso da un ultimissimo rapporto dell’Eurispes. Gli italiani nutrono una credibilità ed una affidabilità nei confronti delle banche pari allo zero in quanto gli Istituti, in accordo con quanto sottolinea Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, sono “avidi, arroganti, menefreghisti e inaffidabili, soggetti detestati e detestabili“.
Banche: Adusbef torna alla carica sull’anatocismo
In forza ad una recente sentenza della Cassazione, l’Adusbef è nuovamente tornata alla carica in merito al cosiddetto anatocismo, ovverosia alla prassi adottata in passato dalle banche di capitalizzare gli interessi trimestralmente andando in sostanza a generare interessi su interessi. Ebbene, secondo l’Associazione i correntisti possono rivalersi ottenendo indietro il maltolto presentando ricorso sia presso i Giudici di Pace, sia nei Tribunali a patto chiaramente di aver conservato negli anni gli estratti conto bancari. A tal fine l’Adusbef ha messo a punto un vero e proprio vademecum per permettere di recuperare i soldi a ben 3,5 milioni di cittadini vittime dell’anatocismo. Nel dettaglio, possono presentare ricorso tutti quei correntisti che, avendo avuto in conto corrente una scopertura, si sono visti applicati gli interessi dagli Istituti di credito su base trimestrale.
Conto corrente, quanto mi costi! Adusbef denuncia: “300 euro all’anno”
Italia terza nelle classifiche OCSE per pressione fiscale (senza contare il peso del sommerso); Italia penultima alla voce “giovani e lavoro”, sempre secondo gli stessi rilevatori; Italia in testa in un’altra classifica che certo è poco edificante: quella del costo del conto corrente. Secondo una denuncia di Adusbef, associazione dei consumatori, il conto corrente costa troppo agli italiani: si parla di una media di -quasi- 300 euro, ossia 4 volte più dei sudditi di Sua Maestà, 3 volte tanto quanto pagano i tedeschi e circa il doppio di quanto richiesto nella vicina Francia. Non sono dati campati per aria o sparate che fanno clamore, bensì Adusbef cita un’autorevole fonte: il primo rapporto del commissario UE al Mercato interno, Barnier.
Conti correnti bancari italiani, i più cari del mondo
I conti correnti bancari italiani sono i più cari del mondo. Ad affermarlo congiuntamente sono l’Adusbef e la Federconsumatori che, per voce dei rispettivi presidenti, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, chiedono apertamente alla Banca d’Italia di introdurre nel sistema bancario una salutare concorrenza che per le due Associazioni dei Consumatori e degli Utenti non c’è affatto visto che, tra l’altro, nel nostro Paese non sono salati solamente i conti correnti, ma anche i mutui ed i prestiti. Adusbef e Federconsumatori, infatti, si chiedono come mai le famiglie italiane paghino in media uno scarto dello 0,59% di tasso in più sui mutui, e addirittura un +2,16% sui prestiti rispetto all’attuale media dei tassi praticati nei Paesi dell’Unione Europea.
Moratoria mutui: come si muovono le banche
Abbiamo parlato ieri della moratoria sui mutui, ovverosia della misura prevista dall’ABI per sostenere quelle famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate: abbiamo visto come funziona l’operazione e quali sono i requisiti necessari per accedere alla possibilità di procrastnare il pagamento delle rate rimandandolo al prossimo anno. Il beneficio, abbiamo detto, è rilevante (si parla di un giro d’affari da 8 miliardi di €uro), ma non sarà del tutto scevro di costi per i clienti. E’ vero, da un lato, che non ci sono commissioni o spese d’istruttoria, ma è vero anche che la moratoria non alleggerisce il mutuo, bensì ne allunga la vita senza per giunta bloccare il calcolo degli interessi.
Mutui e servizi bancari: più cari nel 2010
Rispetto al 2009, l’anno prossimo saranno più cari sia i servizi bancari, sia i mutui. Ad affermarlo è l’Adusbef in accordo con le rilevazioni effettuate dall’Osservatorio Adusbef-Federconsumatori, da cui è emersa una stima di rincaro di 30 euro medi a famiglia per i servizi bancari, ed altri 80 euro medi annui per la rata dei mutui in virtù del fatto che, a fronte della riduzione progressiva dei tassi di interesse, sono aumentati e stanno aumentando gli spread applicati dalle banche sui nuovi finanziamenti immobiliari con ipoteca. Insomma, gira e rigira ogni inizio d’anno in base a quanto stima l’Osservatorio, ci troviamo di fronte alla consueta ondata di rincari; l’Osservatorio, nel complesso, rileva come la stangata 2010 sulle famiglie sarà in media pari a ben 596 euro, di cui 120 euro di questi rincari, come minimo, giungeranno dalla Finanziaria 2010 che, contrariamente a quanto si afferma, secondo l’Adusbef metterà le mani nelle tasche dei cittadini/consumatori.
RC Auto, Adusbef e Federconsumatori denunciano: “+155% in quindici anni”
C’è chi si lamenta dell’operato del Governo (di qualsiasi periodo e “colore” esso sia), e chi lo apprezza; c’è chi della Sanità proprio non riesce a fidarsi, e chi inghiotte pillole – anche a decine – perché glielo ha detto (sempre con cognizione di causa) il medico; c’è chi vede tutto nero, e chi invece riesce ad apprezzare la propria vita perché la colora delle tonalità dell’arcobaleno. Ognuno è fatto a modo suo, ognuno con i suoi pregi ed i suoi difetti. Ci sono, forse, solo due cose che ci accomunano tutti, noi italiani: il tifo per la Nazionale di calcio e… gli strali polemici contro il caro-RC Auto. Oggi giungono anche alcuni dati; in effetti, c’è di che riflettere.
Mutui: Adusbef suggerisce con quali Banche contrarli
L’intervento della Banca Centrale Europea, che ha fissato il tasso di riferimento all’1%, non ha certo eliminato – pur agevolandola – la situazione critica dei mutui. Lo sanno bene milioni di persone, uomini e donne, che ogni mese sono alle prese con la fatica di riuscire ad adempiere all’impegno contratto con le banche. Casa, automobile, vecanze e chi più ne ha più ne metta: la richiesta di una pagamento dilazionato, oggi più che mai, arriva per i motivi più svariati ma ha una sola e grande motivazione: l’incertezza del lavoro, il salario insufficiente a soddisfare le esigenze, la scarsa disponibilità di denaro liquido in tempi brevi.
E allora, via ad affidarsi alle banche. Che, nonostante l’intervento della Bce, in alcuni casi – lo dice una ricerca fatta da Adusbef – mantengono mutui fissi a tassi superiori al 6%. E’ stata la stessa associazione dei consumatori, poi, a stilare una oggettiva classifica relativa agli istituti più convenienti a seconda della tipologia di prestito scelto.