![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20300%20234'%3E%3C/svg%3E)
Le gemelle di Postepay
Il viaggio, partenza o approdo, è il senso della vita. Lo ha impresso su carta perpetua Kostantin Kavafis che ha reso Itaca nè meta nè traguardo, bensì percorso subliminale. E quanto sappia essere – quel viaggio – ancor più indelebile lo sancisce, da sempre, la bella compagnia che lo qualifica ulteriormente. Occorre fortuna, insegna l’esperienza, ma serve anche la capacità di sapersi scegliere o tenersi di fianco un compagno di viaggio inseparabile.
Discorso veritiero per le coppie di sposi, anche se il matrimonio dà l’impressione di essere un’istituzione in crisi; argomentazione ancor più indicata per i gemelli, a tal punto affini (o almeno, questo è quanto ci porta a ritenere la ricerca scientifica) da riuscire a percepire lo stato d’animo dell’altro fino a poter incidere nei momenti di difficoltà. In due, insomma, viene meglio.
Se la coppia, poi, è monozigote, val la pena investirvi tempo e denaro. Logica cui non può sfuggire neppure il contesto economico e finanziario, nel quale diventa fondamentale l’individuazione di due fattori imprescindibili: fiducia e affidabilità. Dev’essere il principio inconscio che ha ispirato Poste Italiane nella proposta, innovativa e consigliata da più di un possessore, delle due carte prepagate e ricaricabili Postepay Twin, tessere magnetiche che non possono viaggiare se non in coppia. Viene meglio, si diceva, in due: si fa meno fatica, si conseguono maggiori obiettivi, ci si divide i ruoli.
Twin, by Poste Italiane