La situazione è sotto controllo, anche se non si può negare l’esistenza “in corsia” di un degente che ha bisogno alcune – mirate – cure per tornare in ottima forma. Il paragone medico ben esemplifica, secondo noi, la situazione di UBI Banca, istituto di credito che coagula sotto un solo nome un consorzio di diverse banche locali, rendendole più forti per affrontare le insidie di un mercato globale che richiede di abbattere i costi ed aumentare i servizi, cosa che ciascuna realtà non sarebbe stata in grado di fare e che invece il “trust” di UBI assolve alla perfezione, anche se c’è bisogno di un piccolo aggiustamento di rotta.
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Conti deposito: Soluzione Business per professionisti e piccole imprese
Il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo ha ideato un interessante prodotto, un conto di deposito remunerato, per permettere alle piccole imprese ed ai professionisti di ottenere un’adeguata remunerazione dalla propria liquidità. Il prodotto si chiama “Soluzione Business 2,60%“, ed è disponibile per le sottoscrizioni fino al prossimo 30 giugno del 2011 e comunque compatibilmente con il plafond massimo reso disponibile dal Gruppo bancario. Il prodotto è riservato in particolare ai nuovi clienti, professionisti ed imprenditori che apportano presso le filiali Intesa Sanpaolo nuova liquidità proveniente da altre banche. A fronte delle sottoscrizioni entro il 30 giugno del 2011, con il prodotto è possibile ottenere un rendimento lordo pari al 2,60% a fronte di un vincolo avente una durata pari a tredici mesi. Come ogni buon conto di deposito remunerato che si rispetti, anche “Soluzione Business 2,60%” è ad attivazione gratuita, e quindi senza spese di apertura; zero euro di costi sono inoltre previsti anche per la gestione e per la chiusura.
Conti deposito: Santander vincolato al 3,50%
“Conto Santander Time Deposit“, la formula di investimento vincolata a basso rischio, viene attualmente proposta da Santander Consumer Bank con un tasso interessante, pari al 3,50% lordo annuo per 24 mesi. Il conto deposito “Conto Santander Time Deposit“ permette così di poter ottenere dalla liquidità una remunerazione superiore a quella che, ad esempio, possono offrire i Bot, Buoni Ordinari del Tesoro. Tolte le tasse sugli interessi al 27%, quindi, il rendimento annuo netto è buono e pari a poco più del 2,5%, per l’esattezza il 2,555%. A scadenza il sottoscrittore riceverà sia il capitale investito, sia gli interessi maturati a fronte di un rendimento che è chiaro, certo e noto alla stipula. L’investimento in “Conto Santander Time Deposit“ con vincolo a 24 mesi è infatti a tasso fisso a fronte del riconoscimento degli interessi e del capitale investito a scadenza.
Conti deposito online remunerati per partite Iva
Anche le imprese possono risparmiare accumulando liquidità in cassa che può servire per futuri investimenti, oppure per andare a coprire gli eventuali maggiori costi in fasi di crisi di produzione. Questa liquidità se lasciata in un classico conto corrente è di norma infruttifera quando invece sarebbe possibile aprire un conto di deposito remunerato che a fronte di un basso rischio permette di conseguire rendimenti spesso interessanti dalla liquidità conferita. I conti di deposito online remunerati, rispetto al passato, infatti, sono stipulabili anche da parte del “popolo” delle partite Iva. Alcuni Istituti di credito propongono il conto deposito per aziende come ad esempio CheBanca!, la Banca per tutti del Gruppo Mediobanca con il prodotto denominato “Conto Deposito Business”. L’impresa titolare di partita Iva con il “Conto Deposito Business” può ottenere ai tassi attuali fino al 2,50% annuo con gli interessi che vengono pagati addirittura in anticipo.
Banche e sicurezza: rapine sempre in calo
In base agli ultimissimi dati forniti dall’Ossif, il Centro di ricerca dell’Associazione Bancaria (ABI) sulla sicurezza, in banca la tendenza relativa ai “colpi” messi a segno in filiale, ovverosia per intenderci le rapine, si conferma sempre in calo. In particolare nel 2010, anno su anno, c’è stato un calo delle rapine pari a ben il 18%; questo calo ha quindi fatto scendere l’indice di rischio ma anche il bottino complessivo. In accordo con una nota dell’Associazione Bancaria Italiana, lo scorso anno ci sono state complessivamente 1.423 rapine allo sportello rispetto alle 1.744 dell’anno precedente; il tutto a fronte di un bottino complessivo che è sceso da 36,8 milioni ai 33,7 milioni di euro, un dato che risulta essere il più basso da ben 20 anni a questa parte.
Conto Salvadanaio Special: rendimento fino al 2,50%
Per il “Conto Salvadanaio Special“, un prodotto per la remunerazione della liquidità proposto da Unicredit, è in corso una interessante promozione, partita il 13 maggio scorso. Trattasi di un prodotto a rendimento crescente in funzione del controvalore dei depositi, ed a fronte di un tasso di interesse che è pari al 2,50% per le somme oltre i 100 mila euro, fino al 31 luglio del 2011. Dall’1 agosto 2011 la remunerazione passa poi all’1% per le giacenze sopra i 50 mila euro; Conto Salvadanaio Special funziona in tutto e per tutto come un conto di deposito remunerato, senza costi e potendo mantenere così senza problemi e costi aggiuntivi il proprio conto corrente abituale. A fronte dei rendimenti previsti ed indicati nel Foglio informativo associato al prodotto, con il Conto Salvadanaio Special di Unicredit i soldi sono sempre disponibili; questo significa che il cliente può andare a ritirare il capitale in qualsiasi momento senza costi, come sopra accennato, neanche per l’imposta di bollo, dovuta invece per i conti correnti, in quanto è a carico della Banca.
Banche italiane: Abi, agire sui costi
Nel 2010 in Italia i ricavi delle banche hanno fatto registrare una contrazione a fronte di un confronto che è risultato essere penalizzante rispetto al panorama bancario internazionale, e quindi anche rispetto ai competitor europei. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dall’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nel Rapporto 2011 sul settore bancario, da cui è altresì emerso, a fronte di una moderata crescita degli utili, anno su anno, un miglioramento dei livelli di patrimonializzazione, ed un Roe in calo del 3,65%. Questo scenario, secondo l’Associazione, è frutto del difficile contesto economico e finanziario che anche nel 2010 gli istituti di credito in Italia hanno dovuto scontare. Per questo, analizzando i bilanci del settore bancario, l’ABI ritiene necessario che si agisca sui costi in modo tale che le banche possano recuperare redditività e, di riflesso, continuare a sostenere le famiglie e le imprese, il che significa contribuire alla crescita ed al rilancio della nostra economia.
Intesa Sanpaolo e Cariparma, i Consumatori protestano
Adusbef e Federconsumatori ritengono tutt’altro che corretta la modalità con cui sono state cedute alcune decine di filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo a Cariparma Crédit Agricole. Questo perché, a detta delle due Associazioni, i clienti delle filiali coinvolte sono stati avvisati del passaggio solamente una settimana prima nonostante l’accordo tra i due Gruppi bancari fosse stato siglato addirittura nel febbraio dell’anno 2010. Adusbef e Federconsumatori hanno raccolto le segnalazioni di clienti coinvolti che hanno riscontrato difficoltà e disagi, a partire dal fatto che nel passaggio da Intesa Sanpaolo a Cariparma è cambiato l’Iban, con la conseguenza che si è dovuto in fretta e furia adoperarsi per comunicare le nuove coordinate all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), o al datore di lavoro, ai fini del regolare accredito e flusso sul conto corrente della pensione o dello stipendio. Per non parlare poi del fatto che i correntisti, sempre di corsa hanno dovuto cambiare la carta Bancomat, il libretto degli assegni e la carta di credito.
Finanziamenti PMI: Abi e Ance insieme per il credito
Considerando che nel settore dell‘edilizia in Italia la congiuntura economica, così come l’economia italiana nel suo complesso, risulta essere ancora particolarmente delicata, Paolo Buzzetti, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) da un lato, e Giuseppe Mussari, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) dall’altro, hanno siglato un accordo congiunto finalizzato a favorire l’accesso al credito alle aziende del comparto. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stata proprio l’Associazione Bancaria Italiana nel precisare come l’accordo, al fine di sviluppare e rafforzare ulteriormente il rapporto banca-impresa, preveda l’istituzione di un gruppo di lavoro congiunto tra l’ABI e l’ANCE che, analizzando e valutando proprio la dinamica legata al rapporto tra banche ed imprese, punti a risolvere i problemi di liquidità delle aziende delle costruzioni.
Sconti BancoPosta e salute: Policlinico Universitario di Roma al 10% in meno
Una notizia che farà piacere, specie tra quanti di voi -nostri lettori- vivono a Roma o nelle immediate vicinanze della capitale: tra i vari partner dell’iniziativa Sconti BancoPosta, una campagna pensata da Poste Italiane per incrementare (specie tra la propria platea di risparmiatori, mediamente più anziana e tradizionalista) l’utilizzo del denaro elettronico conservato nelle tessere magnetiche Postamat Maestro, c’è anche il Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma, che -con il programma My-Hospital– offre esami diagnostici e utilizzo di chirurgia robotica in interventi chirurgici con uno sconto del 10%, ammesso che questi vengano effettuati privatamente.
Banche e DL Sviluppo: Abi plaude al Decreto
Il Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari, ha commentato il Decreto Sviluppo approvato dal Consiglio dei Ministri, affermando in particolare come il provvedimento del Governo fornisca un contributo essenziale per agevolare la crescita del Paese, partendo soprattutto dall’innovazione e dalla ricerca scientifica che sono due pilastri importanti per ridare un decisivo slancio all’economia investendo sulle giovani generazioni e sul futuro. All’interno del DL Sviluppo ci sono tanti provvedimenti, tra cui alcuni collegati alle attività bancarie al fine di portarle allo stesso livello di quelle europee, e con la conseguenza che potrà essere in futuro ancora più proficuo il rapporto di collaborazione e di dialogo da parte del sistema bancario con le imprese e le Associazioni dei consumatori all’insegna della chiarezza e della trasparenza. Non a caso di recente, proprio con le Associazioni dei Consumatori, l’Abi in materia di conti correnti ha annunciato d’aver raggiunto un accordo per la cosiddetta trasparenza semplice.
Banche: Intesa-SanPaolo lancia il questionario di soddisfazione
Banca padrona e cliente suddito? Quei tempi stanno finendo. La stessa crisi economica che pure ha depauperato la platea dei risparmiatori, demolendo il rendimento del capitale depositato così come di quello investito (specialmente in azioni) ha anche costretto gli istituti di credito ad una brusca virata in direzione dell’audience friendly (ossia amichevole con il pubblico, quindi la clientela). La strategia messa in atto da Poste Italiane in questa direzione ha avuto successo, aprendo la strada all’emulazione di tutti quegli istituti che fino ad allora non avevano dimostrato grosso interesse a “catturare” la piccola clientela, ed ora invece si preoccupano persino della sua soddisfazione. Come fa Intesa-SanPaolo con un questionario distribuito attraverso le sue numerose filiali sul territorio.
Banche, un salasso acquistare azioni e titoli
Partiamo da un presupposto: lasciare i risparmi “fermi” sul conto corrente con l’auspicio di trovarli moltiplicati dopo qualche tempo è un bel ricordo di un passato lontano. Forte anche della sforbiciata imposta dalla crisi economica, il settore bancario non remunera più (se non per decimi di punto percentuale, a loro volta depauperati dal carico fiscale) la liquidità depositata dai risparmiatori nei suoi forzieri. Bisogna investire, con tutto il rischio che questo potrebbe comportare, per avere qualcosa di più e di meglio, ma la scelta deve essere molto oculata. Acquistare titoli e azioni in banca, infatti, se si è titolari di qualche “particolare” conto corrente in una determinata banca più che un investimento rappresenta un salasso: quello imposto dall’istituto alla voce “costi di commissione”.
Italia: debito privato sempre sotto controllo, ma risparmio in calo
Forse non lo sappiamo nemmeno, eppure noi italiani non ringrazieremo mai abbastanza la nostra abitudine – quasi una fissazione – al risparmio. È stata infatti questa peculiarità a salvare la nostra economia, tutta, dal tracollo che ha coinvolto intere nazioni (pensiamo alla Grecia, all’Irlanda, alle difficoltà del Portogallo e persino ai guai di Regno Unito e Stati Uniti). Decenni di frugalità, nell’Autunno del 2008 sono tornati utili tutt’a un tratto quando hanno costituito una sorta di airbag in grado di evitare al nostro Paese – già (e ancora) oberato dal debito pubblico – guai peggiori. Un dato, una riflessione: nel 2007 il debito delle famiglie britanniche era al 176% del reddito annuale, in Italia solo il 70%.