Quando Poste Italiane sbarcò nel mercato della telefonia, furono in molti a rimanere sorpresi. I telegiornali si affannarono a spiegare che quello sembrava essere un passo di apertura per il mercato delle telecomunicazioni, e che sicuramente gli utenti ne avrebbero tratto giovamento in termini di costi anche se fossero stati parte di un qualunque “esercito” concorrente. Non capirono, oggi possiamo dirlo, nulla della portata della rivoluzione copernicana dei “postini”, che invece decisero di partire all’assalto del mercato dei cellulari per ben altro motivo, e cioè per portare i loro servizi finanziari a portata di taschino. Già, perché se è vero che sono ormai in tanti i risparmiatori che utilizzano il denaro elettronico, è vero anche che quelli intenzionati a “muoverlo” mediante telefonino sono almeno altrettanti, anche se purtroppo non tutti hanno lo strumento che consente loro di farlo.