Credito al consumo: alla Sardegna il record dell’indebitamento

 In materia di credito al consumo, su scala regionale, sono i consumatori della Sardegna quelli più indebitati, mentre i più “virtuosi” sono i cittadini del Trentino Alto Adige con un indebitamento procapite da credito al consumo pari in media a 990 euro. Questo è quanto rileva il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Casper), un Comitato istituito di recente dalle Associazioni dei Consumatori Codacons, Adoc, Unione Nazionale Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino. La media nazionale dell’indebitamento procapite da credito al consumo è pari nel nostro Paese a 1.864 euro per effetto di prestiti che oramai i consumatori contraggono anche per l’acquisto di beni e di servizi di prima necessità a causa della crisi che ha ridotto, spesso drasticamente, le entrate familiari.

Credito al consumo: le nuove regole

 Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legislativo sul credito al consumo approvato in Consiglio dei Ministri il giorno 30 luglio scorso. La nuova normativa é stata recepita in attuazione della Direttiva 2008/48/CE relativa ai contratti di credito stipulati dai consumatori, il cosiddetto credito al consumo. Con la Nuova norma ci saranno importanti cambiamenti a favore soprattutto per i clienti, soprattutto relativamente alla trasparenza, per una scelta più consapevole e adatta alle proprie esigenze. La legge entrerà in vigore domani 19 settembre, ma la concreta applicazione è prevista per il prossimo anno. Ecco le novità:

BCC e Poste Italiane alleati per la Banca del Mezzogiorno

 Mentre il quadro di incertezza innescato dalla crisi economica mondiale continua a tener ferme le bocce sul biliardo del mercato bancario, c’è un giocatore novello che si diletta ad imparare i colpi che potranno fare di lui un gran bel campione. La sorpresa, poi, risiede nel fatto che questo giocatore arriva da tutt’altro àmbito, quello delle comunicazioni, epperò sta dimostrando di aver capito che è proprio in questo momento che bisogna avere coraggio, approfittare delle opportunità che il mercato (per svariate ragioni) ha creato e provare – attraverso questi “azzardi ragionati” – a costruirsi una posizione rispettabile anche in ottica futura, quando si tratterà di governare la crescita invece che di gestire l’emergenza.

Foursquare: le Banche e la pubblicità sui Social Media

 Che fossimo fruitori di pubblicità, ahinoi, già ci era noto. Il passaggio successivo, forse meno accessibile, è capire di essere creatori di pubblicità. In realtà, l’esperienza non è così oscura: quante volte ci è capitato di soggiornare in un albergo, cenare in un ristorante, acquistare in un negozio e poi recensirlo con gli amici come “troppo caro”, oppure “dove si compra bene” e così via? Anche questo è un modo di fare pubblicità, e internet e i social media sono la nuova impalcatura di un’advertisement sempre più immediata e sempre più variegata. In particolare, Facebook, Twitter e Foursquare possono diventare enormi spazi pubblicitari, le cui caratteristiche restano in parte ancora ignote solo perché essi sono nati relativamente da poco tempo. C’è spazio, dunque, per la fantasia delle aziende, e tra queste possiamo dire che le banche si collocano in prima fila.

Il BOT piace: quante domande!

 Nell’anno della crisi dei debiti pubblici, l’Italia è riuscita a ripararsi bene dalla bufera speculativa che ha colpito i titoli di Stato di mezza Europa. Da gennaio ad oggi, il Tesoro ha collocato circa 340 miliardi di titoli pubblici a breve, medio e lungo termine, raccogliendo sempre una domanda superiore all’offerta. Il costo dell’indebitamento, nonostante le tensioni che hanno caratterizzato i mercati, è rimasto sempre sotto controllo: la differenza tra i BTP a 10 anni e il corrispondente Bund tedesco è a 141,142 punti percentuali.  Il programma di emissioni del 2010, però, non è ancora finito.

Basilea 3: i cardini dell’accordo

 Regole, globali, più severe: in queste tre parole, è contenuta tutta la sostanza della “Rivoluzione Basilea 3”. Del resto, l’obiettivo delle autorità bancarie dopo la crisi che da due anni sta piegando il sistema produttivo del mondo occidentale è chiaro: quanto accaduto nel 2008 non può e neppure deve più ripetersi, mai più. È per questo che domenica scorsa a Basilea si è chiuso l’accordo sul nuovo assetto da dare agli istituti di credito, con regole mirate ad aiutare le banche a fronteggiare le future crisi attraverso il ricorso ad un rafforzamento degli asset.

Nasce la Banca di Credito Cooperativo di Vigevano

 Vigevano torna ad avere una banca “tutta sua”, anche nonostante – o forse proprio “a causa di” – la così recente e terribile crisi economica mondiale, dalle cui tossine siamo ancora in ballo a liberarci. La scorsa settimana la Banca d’Italia ha confermato con un decreto la fine dell’iter burocratico preliminare, consentendo al nascente istituto l’esercizio del credito che questo sarà nelle condizioni di effettuare, se tutto procederà secondo le previsioni, a partire dai primi mesi del nuovo anno. Si chiamerà Banca di Credito Cooperativo di Vigevano, ed avrà sede in via Trivulzio. L’avventura della banca è cominciata ben 4 anni or sono, sostenuta da un comitato promotore presieduto da Tino Casazza, oggi presidente del Consiglio d’amministrazione.

Crisi e Assegni, diminuiscono gli scoperti

 Tra le tante conseguenze negative che abbiamo più volte avuto modo di esaminare, la pesante crisi economica ha partorito anche qualche “fiore”. Chiedere per conferma ai titolari di un mutuo a tasso variabile, o se preferite a banche ed esercizi commerciali “costretti” per lavoro ad approcciare l’argomento degli assegni con il rischio di trovarsi tra le mani anche alcuni casi di “scoperti”. A quanto pare, infatti, la recessione ha indotto i consumatori ad essere più prudenti nel pianificare le spese e le imprese a limitare il numero della transazioni.Risultato: meno protesti, diminuzione degli assegni scoperti e caduta libera per il numero delle cambiali.

Italia: Debiti in crescita, ma in Europa…

 Aumenta il debito degli italiani, con percentuali di crescita che definire “degne di attenzione” è riduttivo. Eppure, se il confronto viene allargato alla scala continentale, si scopre che noi abitanti della Penisola siamo ancora i più virtuosi d’Europa in materia. Ecco perché il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, nel corso della recente seduta del Consiglio europeo, si è battuto affinché passasse la mozione italiana secondo cui il calcolo del debito di un Paese non deve limitarsi all’ammontare del debito pubblico, bensì a questo deve sommare anche l’indebitamento privato (ossia quello di singoli cittadini e famiglie) in modo che nel calcolo non esistano sperequazioni.

Prestiti e Mutui: sofferenze boom

 Non sono buone notizie quelle che giungono dal supplemento al Bollettino statistico di luglio della Banca d’Italia. Nel rapporto si legge infatti che le sofferenze bancarie nello Stivale continuano a crescere, ossia sono in costante aumento tutti coloro i quali, avendo acceso un prestito personale di qualunque entità e tipo (ivi compresi i mutui per l’acquisto di abitazioni), sono “costretti” dalla propria situazione economica a chiedere il salto di almeno una rata di pagamento, fino all’estremo di coloro i quali perdono il bene acquistato perché proprio non sono in grado di rifonderne il valore concordato con il venditore. Non certo un dato lusinghiero per un Paese, il nostro, che si è sempre vantato della solidità del proprio debito privato a fronte di un debito pubblico invece preoccupante.

Commissione UE tra debito, Patto di Stabilità, tassa sulle transazioni e aiuti alla Grecia

 Finite le vacanze, la Commissione Europea è tornata al lavoro con le migliori intenzioni, un po’ come capita a tutti a settembre (ma con l’augurio che, diversamente da tutti, i suoi buoni propositi non rimangano soltanto tali…). La “due giorni” di lavoro di Bruxelles è stata un importante banco di prova per l’orchestra continentale, chiamata a dirimere le questioni che hanno reso tanto vulnerabile l’economia europea negli ultimi due anni almeno. Gli incontri si sono aperti con la riunione della Task force guidata dal presidente Ue, Herman Van Rompuy, per definire la bozza di riforma del Patto di stabilità:

Draghi: “Ripresa sì, ma sul modello Germania”

 Riferiamo in ritardo, ma non avremmo potuto non riferire: del resto, ci sono esigenze di urgenza che mal si posano con la contemporaneità della successione di notizie, ma il blog ha il vantaggio di consentire a chi scrive (così come a chi legge) un commento rispetto all’argomento del giorno. Ebbene, rintracciate le dichiarazioni del Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, rilasciate a Seul in occasione della conferenza del Financial Stability Board di cui lo stesso è presidente, non avremmo potuto non darne conto. Anche perché, a fronte di una situazione dove i “corvacci” del malaugurio sono sempre all’opera, l’analisi serena di un’istituzione super partes può aiutare a capire la situazione.

Trichet lascia i tassi invariati: “Ripresa soddisfaciente, non servono altri stimoli”

 Il Consiglio Direttivo della Bce considera “adeguato” l’attuale tasso di interesse, con aspettative di una crescita “moderata” dell’inflazione nel medio termine “grazie alle basse pressioni sui prezzi a livello nazionale”, il presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, incontrando la stampa dopo la riunione mensile del Consiglio Direttivo, spiega così la decisione di Francoforte di lasciare invariati i tassi. Per il Consiglio Direttivo, ha detto Trichet, “i rischi per la ripresa economica sembrano leggermente in calo, anche se resta l’incertezza”. A dare fiducia “i risultati del commercio mondiale migliori del previsto, che favoriscono l’export dell’eurozona”.

Mutuo tasso fisso sotto il 5%

 La convenienza tra tasso fisso e variabile é stata spesso discussa. In realtà non esiste un tasso più o meno conveniente, molto dipende dalla situazione di colui che si appresta a sottoscrivere un mutuo. Come regola generale però possiamo affermare che se il tasso del mutuo si attesta attorno al 5%, allora é preferibile, probabilmente scegliere il tasso fisso. In Italia le banche in questo momento, in virtù della discesa dell’Irs (l’indice di rifinanziamento della Banca Centrale Europea è fermo da più di un anno a quota 1%), indice di riferimento per i tassi fissi, scende e arriva sotto il 3%., stanno proponendo mutui a tasso fisso sotto il 5% e quindi la situazione permette di “approfittare” e sottoscrivere un mutuo a tasso fisso durante questa congiuntura economica favorevole.