Che cosa prevede la fine del segreto bancario in Europa e nel mondo

 Nel mese di maggio, a Parigi, molti stati del mondo hanno aderito all’accordo promosso dall’OCSE, l’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo, sulla fine del segreto bancario, un baluardo fino ad oggi ancora vigente in numerosi paesi. Ma nello specifico, che cosa prevede la firma di questo accordo? 

I banchieri centrali discutono di politiche monetarie e crescita negli USA

 Si svolge in questi giorni a Jackson Hole, in Wyoming, un importante incontro nel mondo della finanza internazionale. La FED di Kansas City ospita infatti le maggiori personalità del mondo finanziario internazionale, tra cui il presidente della Banca Centrale Europea – BCE – Mario Draghi, per parlare di politiche monetarie, crescita e ripresa economica. 

Aumentano le emissioni di bond ad alto rendimento in Europa

 Nel corso del primo semestre del 2014 l’Europa dal punto di vista finanziario ha conquistato un nuovo primato rispetto agli Stati Uniti. Nel giro di sei mesi, infatti, le emissioni di bond al alto rendimento sono aumentate del 34 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, totalizzando un valore complessivo pari a circa 113 miliardi di euro, più di quello delle emissioni USA, fermatesi ad un valore di circa 111 miliardi di euro. 

L’Argentina vuole nazionalizzare i titoli aderenti agli swap

 Potrebbe arrivare presto dall’Argentina una soluzione per risolvere la questione dei tango bond, i titoli di stato che hanno suscitato la dura risposta degli Stati Uniti, provocando in via indiretta il default tecnico in cui alcuni giorni fa è caduto il paese. Il governo argentino ha infatti intenzione di emanare un nuovo disegno di legge che prevede il rimborso finanziario dei titoli nel paese argentino, in modo tale da bypassare la giurisdizione USA. 

Verso la fine del segreto bancario in Europa

 A partire dal mese di maggio il segreto bancario in Europa è diventato una realtà sempre più destinata alla decadenza. Già in quell’occasione, infatti, l’OCSE si era dimostrato a favore dello scambio automatico delle informazioni bancarie e finanziarie da parte dei paesi aderenti, tra cui la piccola confederazione elvetica, baluardo di tale prassi. 

Tango bond – Una possibile via d’uscita da un accordo tra le banche

 Potrebbe presto trovare una via d’uscita la complessa vicenda internazionale dei tango bond, i titoli di stato argentini che sta opponendo la repubblica dell’Argentina e gli Stati Uniti dopo il default tecnico in cui è caduto il paese, lo scorso 30 luglio, in seguito al blocco del pagamento che per questi stessi titoli era stato previsto. Una sentenza delle corte americana ha infatti reso impossibile il pagamento degli interessi ai possessori. 

Continua a crescere il livello delle sofferenze bancarie nel 2014

 La morsa del credito ancora non abbandona l’Italia nei mesi del 2014, con le banche che continuano a non concedere prestiti a famiglie e imprese per paura di far lievitare ulteriormente quel livello delle sofferenze bancarie che non accenna affatto a diminuire. Una ricerca realizzata dal centro studi Unimpresa ha rilevato come negli ultimi 12 mesi le banche italiane hanno tagliato i prestiti al settore privato per oltre 20 miliardi di euro, ma al tempo stesso i crediti in sofferenza sono anche cresciuti del 23 per cento, arrivando a toccare una quota di oltre 170 miliardi di euro. 

Le famiglie italiane preferiscono il risparmio all’indebitamento

 Secondo uno studio recentemente condotto dalla Cgia di Mestre le famiglie italiane nel 2o14 sono meno indebitate rispetto al passato e la loro esposizione media è pari a poco più di 19 mila euro. Una cifra ad ogni modo inferiore a quelle registrate nel corso degli anni precedenti, come il 2011 e il 2012, quando l’esposizione era maggiore. 

La BCE è pronta ad usare strumenti non convenzionali contro l’inflazione

 Anche in un periodo di bassa inflazione le aspettative dalla Banca Centrale Europea – BCE –  sono quelle di far ripartire la crescita dei prezzi, portando l’inflazione al traguardo sperato del 2 per cento. E’ questo infatti quanto dichiarato all’interno dell’ultimo bollettino emesso dall’istituto di Francoforte all’interno del quale si possono leggere parole del suo presidente Mario Draghi. 

Tango bond – Per Griesa l’Argentina diffonde false informazioni

 Continua il braccio di ferro, mediatico, giuridico e finanziario tra l’Argentina e gli Stati Uniti, con questi ultimi che fanno sentire nuovamente la loro voce in seguito alle ultime novità sulla vicenda dei tango bond. Il governo argentino, infatti, solo qualche giorno fa ha presentato una denuncia alla Corte Internazionale di giustizia dell’Aia in cui accusa gli USA di aver violato la propria sovranità, impedendo il pagamento di una parte dei titoli di stato emessi, quelli che hanno accettato il concambio sul debito. 

Che cosa cono i Credit Default Swap o CDS

 La vicenda dei tango bond e del default tecnico in cui è ricaduta l’Argentina in seguito al 31 luglio 2014 ci ha portato a parlare dei Credit Default Swap in un post pubblicato in precedenza, cercando di capire quali fossero fino a questo momento gli investitori che avevano guadagnato da questa attuale bancarotta dello stato argentino. 

Argentina – Quali investitori hanno guadagnato in seguito al default

 Sono passati ormai diversi giorni dal 31 luglio 2014, giorno in cui è stato ufficialmente proclamato il default tecnico dell’Argentina per la vicenda dei tango bond, i titoli di stato ristrutturati – cioè che hanno accettato il concambio sul debito negli anni passati – il cui pagamento è stato bloccato dall’emissione della sentenza del giudice americano Thomas Griesa.

L’Argentina denuncia gli Stati Uniti alla Corte di giustizia dell’Aia

 Prosegue la vicenda internazionale dei tango bond argentini in seguito al blocco dei pagamenti dei titoli ristrutturati da parte degli Stati Uniti e alla situazione di default tecnico in cui è caduto il paese. Per cercare di sbloccare la situazione e perorare la propria causa Buenos Aires ha sporto denuncia al tribunale internazionale dell’Aia, lamentando una limitazione della propria sovranità nazionale. 

La BCE lascia invariato il costo del denaro e spinge sulle riforme

 E’ caduto proprio nel corso di questa settimana l’attesa riunione del direttivo della BCE, che ha nuovamente fatto il punto sulla politica monetaria seguita dall’Istituto e sull’andamento dell’economia dei paesi europei, tra cui l’Italia. In merito al fronte euro e al costo del denaro, dopo gli ultimi straordinari interventi del mese di giugno 2014, il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea non ha ritenuto necessario apportare modifiche di sorta alle precedenti decisioni.