Nel mese di maggio, a Parigi, molti stati del mondo hanno aderito all’accordo promosso dall’OCSE, l’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo, sulla fine del segreto bancario, un baluardo fino ad oggi ancora vigente in numerosi paesi. Ma nello specifico, che cosa prevede la firma di questo accordo?
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Che cosa prevede la fine del segreto bancario in Europa e nel mondo
Tra i paesi del mondo che fino ad oggi hanno aderito all’accordo dell’OCSE inizierà presto lo scambio delle informazioni bancarie relativi ai conti correnti – e non solo – dei cittadini. Una mole di informazioni bancarie e finanziarie passerà quindi da uno stato all’altro, coinvolgendo investimenti, interessi e dividendi percepiti, e nello specifico tutte le attività economiche svolte da persone fisiche, trust e fondazioni.
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Al centro della questione stanno soprattutto i dati di quei paesi da tempo considerati alla stregua di paradisi fiscali, che hanno fatto della riservatezza la chiave del loro successo. Molti di questi paesi, però, tra cui la Svizzera, hanno già aderito all’accordo e si muovono verso un territorio di maggiore apertura nei confronti dei controlli. In questo modo si spera di dare un colpo abbastanza duro all’evasione fiscale internazionale, e ridurre il numero delle attività illegali che vengono praticate in questi paesi.
Il testo dell’accordo dell’OCSE verrà reso pubblico dal mese di settembre 2014, ma le operazioni cominceranno a partire dal 2016, quando verranno raccolti i dati che saranno poi scambiati a partire dall’anno seguente.