Il 2014 è stato forse l’anno in cui maggiormente i risparmiatori italiani si sono resi conto di quale piccola patrimoniale sia piombata sulla liquidità accantonata e messa da parte negli anni passati. A partire dal 1 gennaio 2014 il valore dell’aliquota dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari è passata dal 15 al 20 per cento e a partire dal 1 luglio 2014 l’aliquota della tassa sulle rendite finanziarie è passata dal 20 al 26 per cento.
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Come analizzare il proprio portafoglio in caso di cambio del regime fiscale
Gli italiani si sono trovati da poco tempo in questa situazione. A partire dallo scorso 1 luglio 2014, infatti, si è avuto per i risparmiatori italiani un nuovo cambio di regime fiscale, che ha visto il valore dell’aliquota che si applica ai rendimenti finanziari passare dal precedente 20 per cento all’attuale 26 per cento. Almeno per la maggior parte dei prodotti di investimento che è possibile detenere all’interno del proprio portafoglio.
La tassazione dei titoli di stato portoghesi
Uno degli strumenti a disposizione dei risparmiatori che vogliono investire la propria liquidità in forme di investimento sicure e a basso rischio sono i titoli di stato, cui in genere sono dedicate garanzie e condizioni agevolate rispetto ad altre forme di investimento finanziario.
Le tasse sulle rendite finanziarie in Europa
Per gli investitori italiani l’arrivo del mese di luglio 2014 porterà con sé anche una importante modifica delle tasse che si pagano sulle rendite finanziarie, ovvero delle imposte che gravano sui rendimenti dei prodotti e degli strumenti bancari e finanziari.
La tassazione delle rendite finanziarie in Spagna
A partire dal prossimo mese di luglio, la maggior parte degli investitori italiani vedranno ridursi i loro guadagni, cioè i loro rendimenti, in seguito all’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, alle quali sarà applicata una aliquota del 26 per cento invece che del 20 per cento.
La tassazione delle rendite finanziarie in Germania
Gli investitori italiani saranno soggetti a partire dal 1 luglio 2014 ad un aumento di 6 punti percentuali della tassazione delle rendite finanziarie, le quali passeranno da una aliquota del 20 per cento ad una aliquota del 26 per cento. Ci sarà quindi un aggravio fiscale per coloro che hanno all’attivo rendimenti finanziari, redditi da capitale e redditi diversi.
La tassazione delle rendite finanziarie in Francia
A partire dal prossimo 1 luglio 2014 tutti gli investitori italiani vedranno aumentare la tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento, per effetto dell’innalzamento della relativa aliquota di 6 punti percentuali sulla maggior parte dei prodotti di investimento bancari e finanziari.
La tassazione delle rendite finanziarie nel Regno Unito
Nel giro di un paio di anni, tra il 2012 e il 2014, l’Italia, che fino a qualche tempo fa poteva essere considerato uno dei paesi europei in cui si pagavano meno tasse sulle rendite finanziarie, si è allineata alle medie del Vecchio Continente, andando ad aumentare le aliquote previste per la tassazione di interessi, dividendi e capital gain, le quali tra qualche settimana saliranno al 26 per cento.
Quali sono gli strumenti finanziari a tassazione agevolata al 12,5%?
A partire dal prossimo 1 luglio 2014 la maggior parte dei possessori di prodotti e strumenti finanziari subiranno in Italia un piccolo aggravio fiscale di 6 punti percentuali in seguito all’aumento dell’aliquota utilizzata per la tassazione delle rendite finanziarie, che passerà dall’attuale 20 per cento al futuro 26 per cento.
In quali paesi si paga meno per le rendite finanziarie?
A partire dal prossimo 1 luglio 2014, per decisione del governo, l’aliquota utilizzata per la tassazione delle rendite finanziarie in Italia passerà dall’attuale 20 per cento al 26 per cento. Ci sarà quindi un aggravio fiscale sui rendimenti per tutti coloro che possiedono conti correnti, conti deposito, azioni e altri prodotti bancari e finanziari che producono interessi e dividendi.
L’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie al 26 per cento nei conti deposito
A partire dal prossimo 1 luglio 2014, come deciso dal governo qualche tempo fa, le tasse sulle rendite finanziarie saranno aumentate dall’attuale 20 per cento al futuro 26 per cento e tale manovra coinvolgerà i conti correnti, i conti deposito, i libretti di risparmio postale e tutte le altre rendite finanziarie.
L’aliquota dell’ imposta verrà quindi innalzata di sei punti percentuali sulla maggior parte delle rendite finanziarie con la sola esclusione dei titoli di stato e buoni fruttiferi postali, che sono a questi ultimi associati per tipologia. Tale manovra è stata predisposta al fine di recuperare le risorse necessarie per attuare con tranquillità il taglio del cuneo fiscale, agendo su imposte come l’ Irap e l’ Irpef.
La tassazione delle rendite finanziarie in Europa
La maggior parte dei cittadini italiani che detengono un conto corrente, a partire dal prossimo 1 luglio 2014, vedranno aumentare il prelievo fiscale sugli interessi a causa dell’innalzamento dell’aliquota dell’imposta sulle rendite finanziarie, che passerà dall’attuale 20 per cento al futuro 26 per cento in seguito alla pubblicazione del Decreto IRPEF.
Rincari dei prelievi sui conti correnti da 1 a 170 euro secondo la Cgia
In base a quanto previsto dal Decreto IRPEF, pubblicato proprio nella giornata di ieri, 24 aprile 2014 sulla Gazzetta Ufficiale, l’aliquota dell’imposta sulle rendite finanziarie passerà al 26 per cento a partire dal prossimo 1 luglio 2014. Verranno così tassati di un altro 6 per cento gli interessi su conti correnti, conti deposito, libretti di risparmio postale, azioni e altri prodotti di investimento misti.
La tassazione sulle rendite finanziarie passerà al 26% dal 1 maggio 2014
Dopo una serie di annunci circolati nel periodo precedente, arriva dal governo la conferma sulla modifica dell’aliquota destinata alle rendite finanziarie, che, a partire dal 1 maggio 2014 passerà dall’attuale 20 per cento al futuro 26 per cento. Un aumento di 6 punti percentuali, quindi, per l’imposta sui redditi di capitale e sui redditi di diversa natura finanziaria si prospetta all’orizzonte per tutti i piccole e grandi investitoti italiani.