Non è infrequente desiderare di non essere costretti a recarsi in Posta per qualche improcrastinabile commissione che scade… Proprio i primi giorni del mese, ossia quando allo sportello (specialmente nelle zone d’Italia che sono state rurali e operaie) dell’istituto c’è, invariabilmente, la fila di anziani chiamati a ritirare la propria meritata pensione. Il problema, oltre alle attese che questa situazione crea, è rappresentato da ben altra preoccupazione: agli uffici postali di tutta Italia ci deve anche essere qualcuno che questa quantità di denaro necessaria per liquidare la pensione la porti, il che significa costi e rischi, ma ci deve anche essere qualcuno in Posta che si prenda a cuore il problema della riservatezza e della agilità di pagamento onde evitare che vengano a crearsi spiacevoli situazioni (leggasi rapine).
News
È Smartphone la Carta di Credito del futuro!
Il futuro è adesso, ed –a quanto pare– è all’insegna della tecnologia più evoluta e pratica. Mentre in Italia si sta studiando un escamotage che “costringa” una popolazione molto affezionata al contante a cambiare abitudini per passare al denaro magnetico (bancomat e carte di credito), dagli Stati Uniti arriva la promessa di una tecnologia che entro il 2015 potrebbe sostituire in maniera pressoché definitiva le strumentazioni ad oggi a disposizione avvicendandola con quella miniera di applicazioni ed utilità rappresentata dai sempre più diffusi (a onor del vero anche in Italia) smartphone. La carta di credito, così come il bancomat, ad oggi ci permette di pagare senza avere fisicamente a disposizione i contanti necessari.
Mastercard & Co.: TAR Lazio sospende multe per cartello sulle commissioni
Mentre il caso “Carte Revolving” -che lo scorso aprile costrinse American Express a sopportare l’esclusione dalla lista degli intermediari “graditi” per scarsità di informazioni corrette alla clientela e falle nel sistema di sicurezza sotteso alla gestione dei dati personali- ha avuto un’enorme eco sui media e costretto gli istituti coinvolti a rivedere i propri programmi, anche in un’ottica di ridimensionamento nella diffusione di questo genere di prodotti finanziari, c’è un altro “scandalo” che ha fatto molto meno rumore e che ora potrebbe dissolversi nell’aria come una bolla di sapone, mentre gli italiani già si sono dimenticati di come e perché fosse scoppiato.
Davos 2011. Merkel: “Difendere l’Euro”; Tremonti: “Con gli Eurobond”
Anche se il forum che si è tenuto a Davos (Svizzera) la scorsa settimana è parso a molti un anacronistico esercizio di omaggio al passato piuttosto che non un’occasione per gettare le basi di un futuro solido, sereno e più etico dell’economia mondiale, da quella riunione dei capi di governo sono emersi alcuni spunti realmente interessanti e incoraggianti per l’agenda politica –in particolar modo europea– dei prossimi mesi. Mentre il presidente francese Sarkozy si affannava a parlare di una tassazione delle transazioni finanziarie guadagnandosi gli sbadigli (quando non le invettive) dei principali banchieri del mondo, il cancelliere tedesco Angela Merkel rassicurava i mercati prendendo una posizione definita rispetto all’Euro ed alle numerose crisi che hanno rischiato (o potrebbero rischiare, in un futuro non si sa quanto lontano) di farlo cadere, mettendo in discussione l’intera impalcatura del progetto di uno Stato Europa.
Conto BancoPosta Più: con SIM PosteMobile quanti vantaggi!
Tra i numerosi vantaggi che Poste Italiane offre ai titolari di Conto BancoPosta Più (ricordiamo sommariamente: un conto corrente con tutte le caratteristiche di un conto tradizionale e spese che diminuiscono, quando non si azzerano del tutto, all’aumentare dell’operatività e degli accrediti periodici, oltreché delle spese con carta di credito), ce n’è uno che spesso viene sottovalutato, e invece può garantire enormi opportunità cui accedere direttamente da telefonino. Già, perché quando pensiamo a Poste Italiane dobbiamo tenere presente anche il fatto che l’azienda opera nel settore della corrispondenza tradizionale (e può agevolare alcuni pagamenti inerenti al “circuito”), nel settore del risparmio con i conti BancoPosta, nelle assicurazioni (con Poste Vita) e anche nelle telecomunicazioni di nuova generazione, offrendo un “pacchetto” completo a tutti i potenziali titolari.
Finanziamenti alle famiglie: Italia leader in Europa
Nel nostro Paese tornano a crescere i finanziamenti erogati dal sistema bancario a favore delle imprese ma anche delle famiglie. A rilevarlo è l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nel suo Outlook Mensile del mese di gennaio del 2011, sottolineando come il nostro Paese sia tornato in pole position nell’Area Euro per quel che riguarda il tasso di crescita del credito erogato alle famiglie consumatrici. Nel dettaglio, in base ai dati consolidati dello scorso mese di novembre, i finanziamenti, che si sono attestati a 1.465 miliardi di euro, sono cresciuti del 3,6% su base annua e si sono riportati sul livello dei primi mesi dell’anno 2009; c’è quindi una netta accelerazione rispetto tra l’altro ad un tasso minimo di incremento, pari allo 0,3%, registrato e rilevato dall’Associazione Bancaria Italiana nel mese di gennaio del 2010. Inoltre, dalle prime anticipazioni sul mese di dicembre 2010 l’ABI ha altresì rilevato come la crescita tendenziale sia in ulteriore accelerazione con un +4%.
Conto deposito Rendimax: condizioni più vantaggiose
A partire da lunedì scorso, 10 gennaio 2011, su “Rendimax“, il conto di deposito remunerato di Banca Ifis, sono diventate efficaci alcune variazioni contrattuali che, a conti fatti, risultano essere più vantaggiose sia per gli attuali clienti, sia per quelli che in futuro decideranno di sottoscrivere il prodotto. In particolare, le modifiche riguardano la durata massima dei depositi vincolati, l’importo minimo sottoscrivibile a fronte dell’attivazione di ciascun vincolo, ed il numero massimo di depositi vincolati. Nel dettaglio, a partire da lunedì scorso la durata massima dei depositi vincolati, anziché in dodici mesi, passa a ventiquattro mesi; in questo modo, a fronte dell’attivazione di un vincolo di durata più lunga, il risparmiatore può ottenere un rendimento più elevato dalle somme investite. Non a caso da qualche giorno, proprio per Rendimax, Banca Ifis ha attivato il vincolo a 18 mesi che offre un rendimento lordo del 3,33%, corrispondente, al netto, al 2,43% netto per l’intera durata del vincolo, ed a fronte del vantaggio di poter ricevere gli interessi in anticipo.
Italia, debito privato in aumento: in 5 anni +57%
Debito pubblico e debito privato; se in Italia conosciamo bene il primo, un macigno che pesa sulle spalle di ciascuno (indipendentemente da età, sesso, religione e credo politico) per più di 30mila euro, è -forse di più- il secondo quello che ora deve cominciare a preoccuparci. Già, perché a precipitare fin sull’orlo della crisi economie che credevamo robuste come quelle di Spagna e Irlanda (per non parlare di Stati Uniti e Gran Bretagna: lì il problema è stato anche più grosso, ma gli si è messa una pezza in maniera eno eclatante) è stata proprio l’alta percentuale di indebitamento privato, ossia quel debito acceso dalle famiglie di una nazione nel suo complesso per l’acquisto di beni o servizi (è debito privato il mutuo per l’acquisto di un’abitazione di proprietà così come lo è anche il finanziamento per l’acquisto di una televisione o di un telefonino di ultima generazione).
Fondi Pensione, gli italiani non ci pensano: solo 1 su 4 attivato
…e mentre l’INPS ha aperto il 2011 festeggiando il secondo attivo di bilancio negli ultimi due anni (+22 milioni nel 2009, +1 nel 2010); e mentre il Governo ha varato un piano pensionistico in base al quale le finestre sono state sensibilmente rimpicciolite (ossia: per andare in pensione servono requisiti sempre più elevati); mentre avviene tutto questo, gli italiani ancora non hanno capito che nel loro destino c’è necessariamente la stipula di un fondo pensione, ossia di un piano previdenziale che ciascuno deve prendersi la briga di alimentare se non vuole che la sua “minima” di domani (purtroppo la dimensione dell’assegno mensile va diminuendo di anno in anno) non sia infima, insufficiente anche solo per una sopravvivenza che si possa definire dignitosa.
Banche: Abi, aumenta il credito a famiglie e imprese
A fronte di un’economia che fa registrare un lento recupero, in Italia le banche sono sia solide, sia a supporto delle imprese e delle famiglie in virtù delle attese di una crescita progressiva degli impieghi. Questo è quanto, in estrema sintesi, emerge dal Rapporto di Previsione AFO, a valere sui tre anni che vanno dal 2010 al 2012, che è stato diffuso dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI). Nel dettaglio, gli Istituti di credito stanno continuando a sostenere le famiglie e le imprese con un flusso adeguato di credito nonostante sui loro conti economici pesino gli effetti della congiuntura sfavorevole. Al riguardo l’ABI prevede una stabilizzazione delle sofferenze per il sistema bancario, nell’anno 2012 dopo che per l’anno 2010 c’è stata una crescita superiore al 20%, mentre per l’anno in corso l’incremento è stimato al 10%. Gli ultimi dati consolidati disponibili sull’accesso al credito, quelli di ottobre 2010, parlano di una crescita al 3,4% del credito erogato alle imprese ed alle famiglie; trattasi, in accordo con quanto mette in risalto proprio l’ABI, di un dato in forte accelerazione.
Aiutare l’Italia e le famiglie vendendo oro e riserve
L’oro non è più necessario a garantire la circolazione monetaria, e per questo andrebbe venduto. Ad affermarlo nei giorni scorsi sono state, congiuntamente, l’Adusbef e la Federconsumatori nel sottolineare altresì come da un lato l’Italia, rappresentata dalle famiglie e dai lavoratori, soffra, mentre dall’altro la Banca D’Italia “nuoti” in un tesoro di oro e di riserve. Questo secondo le due Associazioni dei Consumatori è inaccettabile visti gli effetti nefasti di una crisi finanziaria ed economica che non è arrivata per caso in quanto trattasi in tutto e per tutto di una vera e propria crisi sistemica che ha fatto impennare anche nel nostro Paese il numero dei disoccupati. In particolare, secondo quanto riporta la Federconsumatori attraverso il proprio sito Internet, al 31 dicembre dello scorso anno la Banca d’Italia aveva un tesoro dato da 26,7 miliardi di euro in valuta, e ben 83,19 miliardi di euro in oro.
Conto deposito vincolato Santander al 2,80%
Si chiama “Conto Santander Time Deposit“, ed è una formula di investimento vincolata a basso rischio che permette di poter ottenere dalla liquidità una remunerazione superiore a quella che, ad esempio, possono offrire i Buoni Ordinari del Tesoro. Il Conto Santander Time Deposit è un prodotto di Santander Consumer Bank che rende il 2,80% annuo lordo a fronte di un vincolo della durata di 24 mesi; tolte le tasse sugli interessi al 27%, quindi, il rendimento annuo netto è buono e pari a poco più del 2%, per l’esattezza il 2,044%. A scadenza il sottoscrittore riceve sia il capitale investito, sia gli interessi maturati a fronte di un rendimento chiaro, certo e noto alla stipula. Per l’attivazione del prodotto non sono previsti costi, così come non ci sono spese legate alla tenuta del conto; l’unico costo da sostenere, previsto per Legge, è quello relativo al pagamento dell’imposta di bollo.
Italiani indebitati, rischio usura
E’ quasi salvifica, la notizia che stiamo per darvi, e vi spieghiamo perché. L’associazione Contribuenti.it ha rivelato che in Italia sta crescendo il rischio di vedere aumentare il numero e l’importo dei prestiti a usura a causa del fatto che per i risparmiatori la disponibilità di denaro si è ridotta, la possibilità di ottenerne di nuovo -in prestito, quindi maggiorato degli interessi in sede di rimborso- attraverso i canali “tradizionali” (banche o finanziarie) si è ristretta, le mani delle mafie non hanno mai smesso di arrivare dovunque. Perché, allora, la notizia è salvifica? Preché, crediamo, ci mette in guardia dal fatto che richiedere un prestito, fare un debito, in una parola vivere al di sopra delle proprie possibilità, è un’azione che richiede forte attenzione da parte di chi vi si imbarca, un’attenzione ancora maggiore rispetto a quella richiesta a chi deve “tirare la cinghia”.
Banche commerciali meno esposte alle crisi finanziarie
Per le banche commerciali le crisi finanziarie sono meno probabili. Ad affermarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in accordo con l’edizione speciale dei “Temi di Economia e Finanza” da cui è infatti emerso come quegli Istituti di credito che hanno una prevalente operatività nel supporto diretto all’economia, sono meno esposti agli “shock” proprio per effetto della maggiore redditività dalla raccolta del risparmio unitamente ad un contestuale, un maggiore ed un più articolato sistema di regole di vigilanza. Dallo studio, andando a considerare la crisi finanziaria registratasi nel 2008, si evince come in quei Paesi dove c’è una maggiore redditività conseguibile dalle attività di intermediazione creditizia, gli Istituti sono rimasti maggiormente concentrati sul modello di banca commerciale piuttosto che in quelle attività più rischiose e non tradizionali qual sono ad esempio quelle legate al trading.