Conto deposito vincolato Santander al 2,80%

 Si chiama “Conto Santander Time Deposit“, ed è una formula di investimento vincolata a basso rischio che permette di poter ottenere dalla liquidità una remunerazione superiore a quella che, ad esempio, possono offrire i Buoni Ordinari del Tesoro. Il Conto Santander Time Deposit è un prodotto di Santander Consumer Bank che rende il 2,80% annuo lordo a fronte di un vincolo della durata di 24 mesi; tolte le tasse sugli interessi al 27%, quindi, il rendimento annuo netto è buono e pari a poco più del 2%, per l’esattezza il 2,044%. A scadenza il sottoscrittore riceve sia il capitale investito, sia gli interessi maturati a fronte di un rendimento chiaro, certo e noto alla stipula. Per l’attivazione del prodotto non sono previsti costi, così come non ci sono spese legate alla tenuta del conto; l’unico costo da sostenere, previsto per Legge, è quello relativo al pagamento dell’imposta di bollo.

Italiani indebitati, rischio usura

 E’ quasi salvifica, la notizia che stiamo per darvi, e vi spieghiamo perché. L’associazione Contribuenti.it ha rivelato che in Italia sta crescendo il rischio di vedere aumentare il numero e l’importo dei prestiti a usura a causa del fatto che per i risparmiatori la disponibilità di denaro si è ridotta, la possibilità di ottenerne di nuovo -in prestito, quindi maggiorato degli interessi in sede di rimborso- attraverso i canali “tradizionali” (banche o finanziarie) si è ristretta, le mani delle mafie non hanno mai smesso di arrivare dovunque. Perché, allora, la notizia è salvifica? Preché, crediamo, ci mette in guardia dal fatto che richiedere un prestito, fare un debito, in una parola vivere al di sopra delle proprie possibilità, è un’azione che richiede forte attenzione da parte di chi vi si imbarca, un’attenzione ancora maggiore rispetto a quella richiesta a chi deve “tirare la cinghia”.

Banche commerciali meno esposte alle crisi finanziarie

 Per le banche commerciali le crisi finanziarie sono meno probabili. Ad affermarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in accordo con l’edizione speciale dei “Temi di Economia e Finanza” da cui è infatti emerso come quegli Istituti di credito che hanno una prevalente operatività nel supporto diretto all’economia, sono meno esposti agli “shock” proprio per effetto della maggiore redditività dalla raccolta del risparmio unitamente ad un contestuale, un maggiore ed un più articolato sistema di regole di vigilanza. Dallo studio, andando a considerare la crisi finanziaria registratasi nel 2008, si evince come in quei Paesi dove c’è una maggiore redditività conseguibile dalle attività di intermediazione creditizia, gli Istituti sono rimasti maggiormente concentrati sul modello di banca commerciale piuttosto che in quelle attività più rischiose e non tradizionali qual sono ad esempio quelle legate al trading.

Banche USA, 157 fallimenti nel 2010

 Più sei. Non trattandosi –al contrario- di 6+, è verosimile che non sia un giudizio di sufficienza come quelli tanto ambiti dagli studenti “un po’ pigri” (per citare quegli insegnanti che cercano di rendere meno amara la pillola da somministrare ai genitori in sede di colloquio), specie in periodo di chiusura degli scrutini al termine dei quadrimestri. Le piccole banche Usa stanno cadendo una ad una come tessere di un enorme domino, ma senza l’esito spettacolare cui siamo abituati ad assistere se seguiamo le imprese dei virtuosi del genere; cadono tutte, oppure vengono assorbite da una delle 10 “too big to fail” (troppo grandi per permettersi di farle fallire, almeno secondo i piani del Governo), e finiscono in regime di garanzia sotto la sorveglianza del Fdic (Fondo di Garanzia dei depositi) prima di essere dichiarate “out of business”.

Ritardo pagamenti Pubblica Amministrazione: nasce lo sbloccacrediti

 Nel nostro Paese sono purtroppo tantissime le piccole e medie imprese con scarsa liquidità in cassa anche a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione; molto spesso questa situazione, che fa cadere le PMI in una vera e propria asfissia finanziaria, è amplificata dall’obbligo, da parte dei Comuni, di rispettare il Patto di Stabilità. Di conseguenza servono misure di aiuto alle piccole e medie imprese affinché questi crediti non riscossi possano essere “sbloccati”. Ebbene, in Lombardia, per venire incontro alle PMI che soffrono del ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, c’è lo “sbloccacrediti“, un Fondo rotativo, con una dotazione finanziaria pari a dieci milioni di euro, messo a punto dalla Camera di commercio di Monza e Brianza a favore di migliaia di micro e piccole imprese operanti sul territorio regionale. Questo, in particolare, potrà avvenire grazie ad uno specifico accordo/convenzione con UniCredit, con Unioncamere Lombardia, e con l’ANCI Lombardia.

Vivere a Debito? Sì, con responsabilità

 Abbiamo spesso lanciato i nostri strali contro chi, vivendo a credito (ossia costretto a chiedere prestiti perché ha speso più di quanto non fosse effettivamente a sua disposizione), ha gettato il mondo occidentale sull’orlo di una crisi economica dalle conseguenze imprevedibili. Non vogliamo, con il post che state per leggere, contraddirci; semplicemente, rilanciamo alcuni consigli che possono essere utili a chi ritiene di essere “costretto” a dover contrarre dei debiti per potersi permettere di rimanere a galla nello scenario attuale. Per questo, riprendiamo alcuni suggerimenti di Stefano Caselli, docente di economia all’Università Bocconi intervistato da CorrierEconomia.

Banca del Sud: Poste Italiane mena le danze

 Poste Italiane prosegue lanciata verso il compimento del proprio piano industriale: tra i cardini, il varo e la guida della Banca del Sud. È per questo che il gruppo diretto da Massimo Sarmi si sta preparando ad acquistare (si dice entro l’anno) il Mediocredito centrale da Unicredit, per farne il cuore dell’operazione. Non a tutti piace questa strategia, perché sembra rappresentare un passo indietro rispetto al cammino sulle privatizzazioni, ma tant’è: ad oggi, la situazione è questa. E non è neppure il motivo principale del contendere: il vero scoglio, infatti, sembra rappresentato dalle resistenze di Poste Italiane rispetto all’ipotesi di diventare un istituto di credito vero e proprio, iscritto all’ABI e quindi sottoposto alla disciplina bancaria a tutti gli effetti.

Sara Assicurazioni cede Banca Sara a Fideuram

 Sara Assicurazioni ha siglato con la società Banca Fideuram, appartenente al Gruppo bancario Intesa Sanpaolo, un accordo per la cessione del 100% del capitale sociale di Banca Sara S.p.A.. Trattasi di un’operazione che da un lato permetterà a Banca Sara S.p.A. di crescere sfruttando la piattaforma commerciale ed industriale di Banca Fideuram, e dall’altro a Sara Assicurazioni di concentrarsi sul business assicurativo così come stabilito  e deliberato dal proprio consiglio di amministrazione; inoltre, i proventi della cessione serviranno a Sara Assicurazioni per rafforzare la propria struttura finanziaria e quella patrimoniale. Banca Sara attualmente controlla masse per ben 2,7 miliardi di euro, e si avvale di 460 promotori finanziari; nei primi nove mesi del corrente anno la raccolta netta di Banca Sara si è attestata a 340 milioni di euro, ben oltre i 250 milioni di euro di raccolta netta dell’intero 2009. Il perfezionamento dell’operazione è atteso nei prossimi mesi previo il rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte degli organi regolatori.

Mutui, prestiti e credito al consumo: 20mila euro il debito medio di una famiglia italiana

 E’ di poco al di sotto dei 20mila euro il debito medio delle famiglie consumatrici italiane, generato dall’accensione di mutui per l’acquisto della casa, dai prestiti per l’acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili. Al 30 settembre scorso, secondo dati della CGIA di Mestre, il debito ha raggiunto infatti i 19.491 euro. Questo significa che, rispetto alla fine di settembre 2008 (momento in cui data per l’Italia il coinvolgimento nella crisi finanziaria che ha avuto ripercussioni sull’economia reale), l’indebitamento medio nazionale è cresciuto del 28,7%.

Borsa: Azioni meglio dei Bond

 Venditori di fumo e ragionamenti di pancia: sono questi i principali nemici dei risparmiatori che intendono imbarcarsi in un investimento in Borsa pur non avendo, come è giusto che sia, le necessarie competenze. Per questo è bene affidarsi agli esperti, come facciamo noi rilanciando un’intervista rilasciata ad Avvenire da Bob Doll, Chief Equity Masters per i titoli azionari di Black Rock. Si parte da un assunto abbastanza evidente: per l’ennesima volta, negli ultimi tre mesi lo scenario macroeconomico sembra essersi trasformato, per fortuna in meglio. “Tuttavia sia i mercati azionari che quelli del reddito fisso stanno determinando i prezzi in un panorama più triste di quanto prevedessimo”. Insomma: le previsioni di crescita hanno dovuto essere rivedute al ribasso, ma non per questo dobbiamo dire che crescita non c’è stata.

Aiuti alle famiglie: affitti Sardegna, Regione assegna i contributi

 Via libera alla ripartizione delle risorse, a valere sul corrente anno, nella Regione Sardegna, per aiutare le famiglie economicamente disagiate a pagare il canone di locazione. La Giunta della Regione Sardegna ha infatti approvato la relativa delibera che, nello specifico, assegna complessivamente oltre dodici milioni di euro a poco meno di 8 mila famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto. In linea con quanto stimato e reso noto nei giorni scorsi, le risorse disponibili andranno a coprire il 63% del fabbisogno sul territorio regionale. Sono stati infatti 270 i Comuni sardi a presentare il loro fabbisogno all’amministrazione regionale per un totale di circa 19,3 milioni di euro; a fronte di tale richiesta la Regione Sardegna ha messo a disposizione 9,1 milioni di euro di fondi statali e regionali; 726 mila euro quale premialità regionale ai Comuni, 1,45 milioni di euro di risorse comunali e 106 mila euro circa stanziati grazie ad economie di Bilancio degli anni scorsi. Essendo le risorse inferiori alla domanda, i Comuni della Regione Sardegna dovranno ora procedere all’assegnazione dei fondi alle famiglie economicamente disagiate in base alle specifiche graduatorie.

Bank of America vs. Wikileaks: transazioni bloccate vs. materiale scottante

 Non è stato uno sparare “a salve”, quello di Wikileaks, quando -alcune settimane or sono- ha pubblicato una serie innumerevole di rapporti diplomatici degli ambasciatori USA di stanza in tutti i Paesi del mondo: c’erano, oltre alle banalità ed agli stereotipi, anche alcune affermazioni effettivamente imbarazzanti, o comunque non consone al protocollo diplomatico. Per questo il prossimo bersaglio sta già cominciando a tremare: una berlina mediatica planetaria potrebbe comprometterne la reputazione per sempre, per questo c’è già qualcosa che si muove attorno al sito giornalistico ed alla figura del suo fondatore e mentore, il 39enne hacker australiano Julian Assange.

Bank Run: Cantona preoccupa Bruxelles

 Ha perso una battaglia, non sembra avere chances per vincere la guerra. Eppure Eric Cantona “capopopolo” non solo sui campi da calcio ma anche nel variegato mondo della finanza ha destato curiosità, clamore, sporadici casi di emulazione e la preoccupazione di Bruxelles. Il celebre (ex) bomber francese del Manchester United non è riuscito nell’impresa di convincere 20 milioni di clienti a ritirare i propri risparmi dalle banche che praticano attività speculative per trasferirli negli uffici postali o presso istituti di credito tradizionali lo scorso 7 dicembre. Però ha trovato ampio spazio sui media di molti Paesi, che gli hanno concesso di esprimere il proprio messaggio ostile alla parte più spregiudicata del sistema bancario, rea di aver scatenato una crisi di dimensioni immemorabili e di aver chiesto di essere salvate ancora una volta con i risparmi dei comuni cittadini.

Home banking: più contrasto ai crimini informatici

 In futuro in Italia sarà ancora più incisivo il contrasto ai crimini informatici nell’ambito sia dei servizi di home banking, sia in quelli legati all’utilizzo del “denaro di plastica”, ovverosia Bancomat, carte prepagate e carte di credito. Questo grazie ad un accordo che, secondo quanto reso noto nella giornata di ieri dall’ABI, è stato siglato dall’Associazione Bancaria Italiana con la Polizia Postale, e che ha una durata di tre anni. Polizia e banche, quindi, rafforzano nel nostro Paese la collaborazione nella lotta ai “cyber criminali” che sono purtroppo sempre più strutturati ed in grado di agire non solo su scala nazionale, ma anche transnazionale. L’accordo, tra l’altro, porterà ad attivare un canale di scambio informativo sui fenomeni delittuosi al fine di poter agire tempestivamente anche al fine di prendere con rapidità le dovute contromisure ed azioni difensive.