Negli Stati Uniti sembrano aver già deciso: il contante, una forma di pagamento che risale ai tempi delle civiltà classiche, deve essere pensionato; al suo posto, ecco il denaro elettronico: più facile da trasportare, più pratico da usare, più subdolo da frodare e anche più semplice da spendere senza capire fino a che punto lo si è fatto. Insomma: il veicolo ideale per la civiltà dei consumi, ancora in cerca di una convinta ripresa. La notizia, infatti, è che il numero di dollari di carta è letteralmente crollato a un nuovo minimo storico l’anno scorso.
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Incasso crediti: Reverse Factoring PA di Poste Italiane
Per quei fornitori che, nei confronti della Pubblica Amministrazione vantano dei crediti, ed hanno impellenti necessità di incassarli, il Gruppo Poste Italiane, in partnership con Sace Fct, ha ideato “Reverse Factoring PA”, un prodotto che permette lo smobilizzo dei crediti che il fornitore vanta proprio nei confronti della Pubblica Amministrazione. In questo modo il fornitore può ottenere, in anticipo oppure alla scadenza che è stata pattuita, l’incasso del credito relativamente a nuove forniture. Il tutto, a carico del fornitore, avviene aderendo al prodotto “Reverse Factoring PA”, presso un Ufficio di Poste Italiane dedicato alle imprese, e sottoscrivendo con Sace Fct un contratto di factoring. Il fornitore, inoltre, anche attraverso un’apposita piattaforma informatica, deve inviare a Sace Fct tutte le fatture che sono rappresentative dei crediti ceduti; e proprio i crediti vantati presso la Pubblica Amministrazione devono essere inoltre oggetto di una cessione notarile.
Poste Italiane: risarcimento disservizi, aggiornamento
Dallo scorso 1 luglio del 2011 si sono aperti i termini per i risarcimenti da disservizi con Poste Italiane. Questo dopo che nella prima decade dello scorso mese di giugno del 2011 più volte, su scala nazionale, i terminali degli uffici postali sono rimasti bloccati ed i clienti non hanno potuto in quel dato giorno ritirare la pensione, pagare i bollettini, versare denaro sui conti e sui libretti, e fare tutte le altre ordinarie operazioni Posta-cliente. Poste Italiane, a fronte dei disagi subiti dall’utenza, ha mostrato disponibilità a risarcire i clienti a fronte di danni documentabili; e non a caso nei giorni scorsi si è raggiunto un accordo con le Associazioni dei Consumatori per l’accesso alla conciliazione gratuita. Ma a che punto siamo?
Conti deposito e riforma fiscale, i vantaggi
La tassazione attualmente in vigore su strumenti di investimento a basso rischio come i conti di deposito remunerati, ma anche sulla giacenza libera in conto corrente, è una vera e propria mazzata. Stiamo parlando del 27%, il che significa che sul lordo il netto viene decurtato di oltre un quarto. E così, ad esempio, se il vostro conto di deposito, magari attivando un vincolo, rende il 3% lordo, allora significa che in questo momento annualmente vi portate a casa il 2,19% netto; insomma la tassazione s’è mangiata quasi un punto del vostro rendimento lordo. Tutto oro che cola per lo Stato italiano, ed una penalizzazione per il risparmiatore prudente visto che, ad esempio, attualmente la tassazione sui guadagni di Borsa è pari a meno della metà, al 12,5% per l’esattezza. Ma presto la musica potrebbe cambiare.
Banche italiane: ecco perché sono solide
Quella attuale è una fase di grandi turbolenze sui mercati finanziari internazionali, sia per l’azionario, sia per l’obbligazionario. C’è la crisi imperante dei debiti sovrani, con gli spread dei titoli di Stato di Irlanda, Grecia e Portogallo su livelli stratosferici. Anche l’Italia in questi ultimi giorni ha dovuto piegarsi ad un ampliamento di questi spread rispetto al Bund, il titolo di Stato più solido dell’Eurozona, quello tedesco; questo anche a seguito delle incertezze legate alla manovra finanziaria triennale da oltre 40 miliardi di euro che sta mettendo a punto l’attuale Governo in carica. Il tutto comunque, in Italia, a fronte di un sistema bancario che nel complesso si mantiene solido sebbene in queste ultime settimane stiamo assistendo ad una raffica di aumenti di capitale. Ma perché le banche in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, sono solide?
Banche “sistemiche”, Basilea 3 diventa ancora più esigente
A volte ci sembra che finora si sia solamente scherzato, visto che misure venduteci come “di rigore” sono state prima annacquate e poi inasprite di nuovo sull’onda di una crisi economica che pare essere più grave di quanto ci si voglia far credere, ma per superare la quale – questa, almeno, ci sembra essere la strada che stanno percorrendo i Governi di tutto il mondo – è inutile piangersi addosso mentre è molto meglio praticare un sano (dunque non scriteriato) ottimismo così da avere la forza e la determinazione necessari per superare l’ostacolo. Guardiamo, ad esempio, al comparto bancario, dove è stato trovato un accordo di massima sui requisiti di capitale per le grandi banche “sistemiche”.
Conti deposito e tassi Bce, facciamo il punto
Luglio 2011 si avvicina, e di conseguenza anche la probabile decisione della Bce, la Banca centrale europea, di innalzare di un altro quarto di punto il costo del denaro, all’1,50% dall’attuale 1,25%. Trattasi per certi versi di una scelta obbligata per tutta una serie di ragioni; in primis c’è da fare i conti in Eurolandia con un andamento dell’inflazione ben al di sopra dei livelli di guardia, ed in particolare sopra quel 2% che il presidente Trichet ha sempre considerato come uno spartiacque tra una politica monetaria accomodante ed una restrittiva. Poi il mercato preme al rialzo sui rendimenti dei titoli pubblici, a partire da quelli dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona; così come il tasso euribor a piccoli passi, dopo giorno giorno, segna nuovi massimi da oltre due anni a questa parte.
Banca Marche: Conto Deposito Sicuro

Banche italiane, che stress: pronte richieste per 12 miliardi di euro
Sono manovre più grandi di noi, il cui senso a volte ci sfugge. Possiamo, qui e in questo caso, limitarci a rilanciarle in modo tale da mettervene a conoscenza, e con la speranza che il quadro vada a chiarirsi quanto prima possibile. Resta il fatto, come sempre meno spesso accade nel giornalismo (sempre più simile al blogging, dove al fatto si preferisce il commento), ossia che le banche italiane – un po’ perché strette d’assedio da Bankitalia, un po’ perché pagano le tensioni sui mercati azionari di questa prima metà del 2011 – sono pronte a chiedere al mercato ben 12 miliardi di euro sotto forma di aumento di capitale, doppiando il dato che invece era stato prodotto nel 2010 (quando gli aumenti di capitale erano stati 20 per un totale di 6,8miliardi di euro di controvalore, non avevano coinvolto il solo settore finanziario ed avevano visto grande protagonista Unicredit con ben 2 richieste).
Servizi bancari ed assicurativi: aumenti immotivati
In materia di servizi bancari, a partire dai conti correnti, e passando per quelli assicurativi, con in primis l’Rc auto, gli aumenti applicati alle tariffe sono sia immotivati, sia inauditi. A ribadirlo in data odierna, martedì 21 giugno del 2011, è stata la Federconsumatori che ha accolto con un plauso le dichiarazioni e le questioni sollevate dal Presidente dell’Antitrust Catricalà sulla crisi, sulle banche e sulle compagnie di assicurazione. Secondo la Federconsumatori, che apprezza l’operato dell’Antitrust, e che anzi ce ne vorrebbero due, l’attuale Governo in carica dovrebbe aprire gli occhi e seguire le indicazioni fornite dal Presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.
UBI Banca: fiducia a Massiah, gli azionisti mormorano
Mentre gli occhi del mondo intero sono puntati sulla Grecia e sulla sua situazione economica, che definire precaria è dire poco, in Europa sono soprattutto le banche a tremare: tremano gli istituti di credito francesi e tedeschi, tra i più esposti nel Paese ellenico; trema la BCE, “costretta” da Francia e Germania ad acquistare titoli di uno Stato che ha fatto più di quanto era nelle sue possibilità di fare; tremano anche le altre banche, spaventate non tanto dal crollo della penisola che è stata culla della civiltà moderna quanto piuttosto dal timore del “contagio” a carico di altre nazioni (leggasi Irlanda, Portogallo, ma anche Belgio e Italia) e – soprattutto – di altre economie.
Banche e prestiti: Basilea3, rischio restrizione credito
Con l’entrata in vigore delle regole di Basilea3, così come sono state approntate, c’è il rischio di una restrizione del credito con conseguenti ripercussioni sul sistema produttivo non solo italiano, ma europeo. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in concomitanza con l’avvio dei lavori di un convegno annuale incentrato proprio sugli approfondimenti su Basilea3 e sull’impatto che avrà sull’economia reale. Secondo Giovanni Sabatini, direttore generale dell’ABI, che ha aperto i lavori del convegno, servono regole in sintonia con l’economia reale e con l’attuale congiuntura senza andare a modificare quello che è l’impianto, l’ossatura di Basilea3.
Poste Italiane: disservizi, definiti i risarcimenti
Via libera ai risarcimenti per i clienti di Poste Italiane penalizzati dai disservizi nella prima decade del corrente mese di giugno del 2011. A darne notizia è la Federconsumatori che al riguardo ha già messo a disposizione online, sul proprio sito Internet, l’apposito modulo per l’avvio della conciliazione. Trattasi dell’avvio di una procedura gratuita che porta al risarcimento per danni documentabili legati ai disservizi che, lo ricordiamo, sono stati generati da ripetuti blocchi dei terminali delle Poste. Si può in particolare ottenere il risarcimento per fatti documentabili quali l’impossibilità ad effettuare pagamenti, a ritirare denaro, ma anche a spedire corrispondenza e pacchi oltre ad altri danni sempre a fronte di una verifica e prova documentale. Poste Italiane, lo ricordiamo, nei giorni scorsi s’è scusata con la clientela per i disservizi assicurando il pronto ripristino della piena operatività.
Conto su IBL, conto deposito al 4% in 24 mesi
Chi conta sulle proprie forze, dicono, molto spesso riesce nell’intento; chi spera nell’aiuto altrui (si chiami Santo, o welfare o chi per esso) alla fine rischia il naufragio; chi invece, con scelta risoluta e decisa, dice “Conto su IBL”, ha zero spese e un conto deposito che promette un rendimento – lordo – del 4,04% sulle somme vincolate per 24 mesi. Se in passato si sceglieva il conto corrente anche in base alla redditività, non tenendo in considerazione il fatto che questo fosse una piattaforma di servizi piuttosto che uno strumento ideale per garantire la remunerazione del capitale, oggi il mercato “costringe” i risparmiatori a guardarsi intorno alla ricerca di prodotti che non vincolino più di tanto il capitale e, soprattutto, sappiano remunerarlo (quindi incrementarlo) come ognuno spera.