La capitalizzazione degli interessi nei conti correnti

di Gianfilippo Verbani Commenta


 I conti correnti sono gli strumenti finanziari più diffusi in Italia. Vengono detenuti da circa l’80 per cento della popolazione del nostro paese e questa preferenza dipende da alcuni fattori. Il primo è la possibilità di gestire al meglio, attraverso il proprio conto corrente, la propria operatività bancaria quotidiana, effettuando tutte le operazioni di cui si ha bisogno. I diritti dei clienti durante il rapporto contrattuale di conto corrente

Con il proprio conto corrente si possono effettuare e ricevere pagamenti e accrediti. Il secondo fattore di preferenza dei conti correnti consiste nel fatto che nella maggior parte dei casi si tratta di depositi remunerati, ovvero che presuppongono la maturazione di interessi sulle somme depositate.

I diritti dei clienti durante il rapporto contrattuale di conto corrente – III

La capitalizzazione degli interessi nei conti correnti

Le somme depositate nel conto corrente, infatti, corrispondenti al saldo attivo, producono di norma interessi positivi a favore del cliente.

Nel caso in cui, invece, il saldo del conto corrente si trasformi in negativo gli interessi prodotti dalle somme sono a favore della banca.

Il primo tipo di interessi vengono chiamati anche interessi creditori e vengono calcolati sulla base del tasso creditore per poi essere accreditati sul conto al netto delle ritenute fiscali.

Il secondo tipo di interessi sono chiamati interessi debitori e vengono calcolati sulla base del tasso debitore per poi essere addebitati sul conto.

La capitalizzazione degli interessi nei conti correnti consiste nel fatto che anche gli interessi addebitati e accreditati sul conto producono a loro volta interessi. Ma il calcolo dei diversi tipi di interesse deve avere la stessa periodicità.