Arbitro bancario finanziario, l’antidoto veloce per le controversie cliente-sportello

 In questa Italia dove tutti sono propensi a dire che nulla funziona e che c’è bisogno di maggiore apertura, sui mercati e non solo lì, qualcosa che si muove nella giusta direzione, comunque, c’è: è solo che non sono in molti a conoscerne l’esistenza… Sapevate, ad esempio, che all’istituto del giudice è stato sostituito, per alcuni casi ben definiti e circoscrivibili, quello dell’Arbitro bancario finanziario? Presente nell’ordinamento da un anno, era il 15 di ottobre del 2009 quando vedeva la luce, esso si è messo immediatamente al lavoro per dirimere le questioni sollevate dalla clientela a carico di istituti di credito poco virtuosi o presunti tali, con una serie di vantaggi a carico dei risparmiatori.

Bancomat? Carta di Credito? Gli italiani preferiscono il Contante

 Ogni giorno, in Italia, circolano 3 miliardi di euro: una notizia da far felici truffatori e mariuoli, che ora sanno quanta disponibilità di denaro pronto ad attenderli vi sia, ma anche da far disperare i vari istituti di credito, sempre più impegnati nella battaglia per il passaggio al denaro elettronico pur essendo ben consapevoli che per stroncare una tradizione di antichissima memoria non può bastare un decreto, o qualche mese. Il problema è sempre il solito: più contante circolante uguale maggiori spese per il suo trasporto e quindi anche minor valore dello stesso a vantaggio del risparmiatore, il quale però non desiste dal proprio comportamento. La novità, semmai, è rappresentata dalla quantificazione fatta da Wincor Nixdorf in collaborazione con Doxa, secondo la quale 3 italiani su 5 non escono mai di casa senza biglietti di banca e – anzi – ciascuno si porta appresso ogni giorno una media di 65 euro, per un totale di 3 miliardi (che poi sono la cifra segnalata in apertura).

Banca Intesa-SanPaolo acquista Monte Parma e guarda a Est

 Un blitz, quasi in stile “teste di cuoio”: al termine di un lungo corteggiamento di Banca Popolare di Milano e di qualche abboccamento di Banca Popolare di Vicenza, è stato il proverbiale “terzo” che si inserisce tra i due litiganti, incomodo, a godere. E che gran bel terzo: un vero cannibale del mercato del credito italiano, visto che stiamo comunque parlando di uno dei due gruppi di riferimento per il risparmio: Banca Intesa-SanPaolo (l’altro è UniCredit). Il gruppo “Milanotorinese” si è accaparrato venerdì scorso la quota di maggioranza di Banca Monte Parma, mettendo sul piatto 159 milioni di euro e prenotando un aumento di capitale pro quota da 75 milioni di euro, segno di un rilancio in grande stile.

Settimana Sociale dei Cattolici, BCC: “Etica, approccio che premia nel dopo-crisi”

 Cominciare un post con l’assunto tautologico “Il mondo sta cambiando” non è originale e forse neppure accattivante: si parla di una realtà che ormai è sotto gli occhi di tutti, può sapere di “già sentito”. Meglio, molto meglio dunque, definire “perché” secondo noi sta cambiando, “come” questa trasformazione sia in atto e quali che siano le sue conseguenze. Ad esempio, è innegabile il fatto che ad una chiesa si siano sostituite prima un numero “n” di chiese, rappresentate dai partiti, ed oggi un numero pressoché infinito di chiese, dal momento che ognuno si fregia di essere libero di pensare con la propria testa; l’appartenenza a questo o quel dogma è molto più relativa rispetto a quanto non fosse un tempo, eppure i dogmi continuano a parlare nella speranza di avere qualcosa da dire e con l’obiettivo di riuscire ancora a catturare qualche adepto.

BNL cresce: al via i “Recruiting Day”

 In tempi di banche che chiudono, di istituti che collassano sotto il peso dei propri incommensurabili debiti, di gruppi che si danno una nuova struttura ridimensionando il numero di dipendenti e di filiali, c’è una scelta controcorrente destinata a suscitare interesse e simpatia; BNP-Paribas, “madre” francese dell’italianissima BNL, ha deciso di investire nella costruzione di una rete di filiali dislocate su tutta la Penisola: i dati parlano di un progetto da 180 nuovi sportelli in 3 anni, con tutto quello che ciò può comportare in termini di presenza sul territorio e – perché no? – di occupazione in un periodo, come è questo, segnato da una decisa contrazione, e degli investimenti e dei posti di lavoro.

“Pagherò” Pagati, In Italia le cambiali tornano ad essere onorate

 Che la crisi economica sia finita è assolutamente tutto da dimostrare. Che però gli italiani non siano, tradizionalmente, un popolo propenso a lasciare debiti era cosa che sapevamo, e che ci stupiva aver scoperto non essere più tanto vera in corrispondenza con la fase più virulenta della recessione globale. Ma, a quanto pare, non appena c’è stata l’occasione le cose sono tornate alla normalità, se è vero come è vero che in Italia si è tornati a pagare i “pagherò”. Nelle principali province italiane per numero di imprese, infatti, il valore delle cambiali protestate è diminuito del 4% rispetto allo scorso anno.

Accordo Banche-Bancomat, taglio alle commissioni

 Parafrasando il titolo di un celebre film, “Anche i risparmiatori, ridono”. Succede quando il mercato si impegna a “fare il mercato”, prestando attenzione a logiche concorrenziali che forse non sono amiche degli istituti che le applicano, ma se non altro favoriscono una competizione tra le parti a tutto vantaggio della clientela, altrimenti costretta o ad adeguarsi allo stato delle cose oppure a rinunciare al proprio impegno economico rispetto a quella particolare situazione. La buona notizia di oggi, che poi in realtà è una novità di giorni scorsi, è rappresentata dal fatto che un accordo di riduzione dei costi di commissione sottoscritto tra ABI, associazione delle banche italiane, e Consorzio Bancomat è stato accettato dall’Antitrust, autorità di vigilanza che si è incaricata di stabilire la correttezza dei parametri sottoscritti nell’accordo stesso.

Banche USA, ennesimo fallimento: siamo a 126

 Altri sigilli per una stagione che già ad oggi si configura come straordinaria, nonostante manchino ancora tre mesi pieni alla sua conclusione. Le autorità finanziarie degli Stati Uniti hanno infatti perfezionato il percorso di chiusura di un’altra banca, l’ennesima fallita in questo 2010, portando il totale degli istituti scomparsi finora quest’anno a 126, dato che riflette in maniera lampante la gravità della crisi economica peggiore dai lontani anni ’30 (all’epoca, fu la celeberrima “Crisi del ‘29”, i cui effetti secondo alcuni storici sono stati cancellati solamente dallo sforzo bellico per la Seconda Guerra Mondiale).

Basilea 3 e ISC: più costi per le banche, più spese per i clienti

 Domanda, con l’impressione che per i nostri lettori sia facile facile rispondere: su chi credete che le banche abbiano deciso di scaricare i maggiori costi imposti da requisiti patrimoniali decisamente più elevati (Basilea 3) e leggi all’insegna della trasparenza? Siamo convinti che abbiate indovinato la risposta, ma per confermarla ve la diamo anche noi: sul cittadino-risparmiatore, come era ovvio attendersi. Se non altro, consoliamoci con una considerazione: il sistema funziona! Sono bastati infatti quattro mesi, dallo scorso maggio a questa fine di settembre dalle temperature frizzantine, per far partire una corsa ai rincari innescata dall’obbligo, imposto dalla Banca d’Italia a carico degli istituti di credito, di mettere a fianco di ogni conto corrente l’Isc, indice sintetico di costo annuo.

Tassa Transazioni Finanziarie: Trichet frena!

 La partita a scacchi che si gioca sulle pagine dei giornali è sempre meno comprensibile; eppure un filo logico, di qualunque sorta, ci deve essere, solo che noi ancora non siamo riusciti a coglierlo (e ce ne scusiamo). Se siete nostri attenti lettori (mentre se non lo siete vi rimandiamo a questo link), saprete bene che nei giorni scorsi i due leader politici di nazioni europee importanti quali la Francia e la Spagna, rispettivamente Sarkozy e Zapatero, hanno proposto una tassazione delle transazioni finanziarie da applicare in modo che i Paesi del mondo abbiano a disposizione risorse aggiuntive per raggiungere gli Obiettivi del Millennio (una serie di misure per ridurre la povertà e migliorare il livello di salute delle popolazioni più disagiate).

UE al lavoro per una stretta sul debito

 Ministri delle finanze e Commissione europea stanno cercando di mettere a punto, a partire dallo scorso lunedì, la prima significativa modifica al Patto di Stabilità e di Crescita da che è stato introdotto nel Vecchio Continente l’utilizzo della moneta unica, il tanto chiacchierato Euro. La tabella di marcia ha visto in programma una riunione straordinaria della task force dei ministri finanziari lunedì scorso, presieduta da Herman Van Rompuy (in quanto presidente UE) e cui ha partecipato, per l’Italia, il ministro Giulio Tremonti).

Basilea 3. Italia, Germania, Francia e Spagna: le reazioni delle banche alle nuove misure

 Il tempo delle strette di mano, più o meno cordiali e soddisfatte, è già alle spalle: ora le banche devono cominciare a fare i conti con le misure previste dal protocollo d’intesa di “Basilea 3” e con i costi che queste nuove direttive comporteranno a loro carico. Già, perché il risultato di una migliore qualità, ed una maggiore quantità, di capitale di garanzia non può che essere raggiunto attraverso un rimodellamento sostanziale della struttura di ciascun istituto, ed è chiaro che ogni ristrutturazione ha in sé un costo. La prima asticella fissata dai banchieri centrali è stata collocata a fine 2012, quando il nocciolo duro del capitale (common equity) in grado di assorbire le perdite dovrà passare dal 2 al 3,5%, gradino intermedio obbligatorio per arrivare al 4,5% nel 2015.

Contanti e Contraffazione: la spinta delle Carte di Credito

 C’è sicuramente tra voi qualcuno che si sta chiedendo perché le banche preferiscano dotarci di carte magnetiche per le nostre spese invece che “sponsorizzare” il contante, forma di pagamento cui siamo così avvezzi da aver ormai imparato a conoscerne i pregi e limitarne i difetti. La risposta sta essenzialmente in una parola, anzi in due: trasporto e falsificazione. La prima è una voce che appesantisce i bilanci, costringendo a pagare servizi di sicurezza sempre più sofisticati per evitare di perdere quantità enormi di denaro, la seconda è una piaga che in Italia conosciamo bene, e che “vanta” dati davvero spaventosi.

Sarkozy, asse con Zapatero per tassare le transazioni finanziarie

 Urge una tassa sulla transazioni finanziarie! È stato questo, nella sostanza, il senso dell’accorato appello alla comunità internazionale lanciato dal Presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso del suo intervento a New York di fronte al summit Onu sugli Obiettivi del Millennio. L’idea di una tassazione delle transazioni finanziarie stuzzica l’Europa sin dalla scorsa Primavera, quando un vertice economico ritenne potesse essere quella la soluzione da suggerire al G20 di Toronto. La linea non passò a causa del veto imposto da Silvio Berlusconi, il quale fece notare che se di tassazione doveva trattarsi, almeno che fosse una misura da adottare su scala planetaria in modo che non tornassero ad esistere i cosiddetti “Paradisi fiscali”.