Prestiti: anche gli italiani sono sempre più indebitati, Roma e Milano capofila

di Gianfilippo Verbani 1


 Ci siamo fatti a lungo coraggio constatando che, se non altro, a fronte di un debito pubblico di proporzioni spaventose (quello dell’Italia) c’era un popolo (gli italiani) votato invece al risparmio, avverso all’indebitamento e – dunque – più stabile nell’affrontare il periglioso mare della crisi economica. È di questi giorni, invece, la notizia secondo cui l’indebitamento medio delle famiglie ha toccato, nel dicembre del 2009, i 15.930 euro, con un aumento di ben 863 euro rispetto all’anno precedente. A calcolare il dato è stata la CGIA di Mestre, che ha preso in considerazione sia l’indebitamento derivante dall’accensione di mutui per l’acquisto di abitazioni che quello dovuto a prestiti per l’acquisto di beni mobili.

Roma guida la speciale classifica per provincie, tallonata dal duo lombardo Lodi-Milano (due realtà geograficamente così vicine da poter essere considerate un unicum): tutte e tre “vantano” debiti superiori ai 22mila euro. Seguono Trento, Prato e Como, anche se – come rivela Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, commentando i dati – “Queste sono anche le provincie con i redditi più elevati, quindi l’indebitamento non deve preoccupare più di tanto perché prevalentemente frutto di finanziamenti accesi in precedenza” per agevolare gli investimenti nel settore immobiliare.

Discorso diverso si ha quando si analizza la variazione nella crescita dell’indebitamento medio registrato tra il 2002 ed il 2009. In questo caso, al di sopra del dato medio nazionale si trovano molte realtà del Sud, probabile indice del fatto che l’indebitamento è cresciuto di concerto con la crisi economia che ha colpito soprattutto le famiglie monoreddito, particolarmente concentrate nelle regioni meridionali. Caserta, Chieti, Taranto, Napoli e Piacenza sono le realtà dove l’indebitamento è cresciuto maggiormente dal 2002, anno dell’introduzione dell’euro in questo particolare genere di rilevazioni statistiche. E si tratta di situazioni dove l’esposizione è più che raddoppiata, con valori tra il 120 ed il 135%.


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