Prestito della Speranza: come funziona

di Gianfilippo Verbani 6


 Nelle scorse settimane, in scia ai disagi ed alle difficoltà delle famiglie monoreddito ad affrontare la crisi economica, anche la Conferenza Episcopale è scesa in campo a sostegno di quelle fasce più deboli della popolazione che, pur essendo prive di colpa, pagano più di tutti a caro prezzo gli effetti nefasti della recessione. La CEI, dopo aver preannunciato la messa a punto di un prestito per le famiglie meno abbienti, ha stipulato di recente un accordo con l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, che permetterà, a partire dal prossimo 1 settembre 2009, di poter accedere al “Prestito della Speranza“. Ma chi potranno essere i beneficiari di tale iniziativa? Ebbene, il compito è affidato alle parrocchie che, più di tutte, sono in grado di identificare quelle persone che non solo non riescono ad arrivare alla fine del mese, ma che hanno anche problemi a far fronte ai bisogni primari per cause legate molto spesso alla perdita del posto di lavoro da parte dell’unico componente occupato del nucleo familiare.

Alle famiglie, in maniera quindi selettiva e non dispersiva, potrà essere erogato un prestito di massimi seimila euro per un anno, pari a cinquecento euro mensili, nell’attesa che la crisi passi ed allo stesso modo torni a migliorare la condizione di vita della famiglia trovando un nuovo sbocco occupazionale. Il “Prestito della Speranza”, infatti, decade non appena la famiglia non ha più le necessità iniziali, ma può essere comunque prorogato per un altro anno se le condizioni di grave disagio della famiglia sussistono.

Le parrocchie, una volta individuate le persone e le famiglie che vivono in condizioni di disagio, provvederanno a segnalare i nominativi ai patronati cattolici oppure alla Caritas diocesana; dopodiché, una volta che sarà attestato l’effettivo bisogno, si provvederà ad indicare alla famiglia in difficoltà l’istituto di credito, nell’ambito della convenzione CEI-ABI, che potrà erogare il prestito. Appena le condizioni della famiglia miglioreranno, al punto da non versare più in stato di bisogno, ed a seguito del percepimento di un reddito certo, il prestito potrà essere restituito nell’arco di massimi cinque anni.


Commenti (6)

  1. Non credo che con questo internvento si possa fare molto.. Le persone che potranno ottenere questo prestito sono veramente poche… Sarebbe stato meglio allargare le maglie almeno in questa fase di crisi 🙁

  2. Nell’articolo non viene minimamente detto che a beneficiare di questo “Prestito della Speranza” saranno solo le famiglie fondate sul matrimonio (religioso, presumo!). Tutte le altre, seppur in gravi condizioni, si attaccheranno al tram.

    Ipocriti cattolici di merda.

  3. ho provato a chiedere il prestito della speranza immediatamente negato non ho un posto di lavoro e x gravi disagi economici pultroppo sono anche protestato siamo una fam. di 4 persone non so perchè si chiama il prestito della speranza e perchè date del denaro solo a chi può garantire che ha un posto di lavoro e tutta una farsa non auguro ha nessuno che possa trovarsi in una situazione del genere

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