In alcuni post pubblicati prima di questo abbiamo affrontato il recente tema del prestito vitalizio ipotecario, un nuovo strumento finanziario che diventerà presto appannaggio delle banche e degli istituti di credito italiani in seguito all’approvazione di un disegno di legge che si discute proprio in questi giorni in Parlamento e che è in attesa di ricevere l’approvazione da parte del Senato.
> In arrivo un disegno di legge per il prestito vitalizio ipotecario
In questo post vogliamo quindi approfondire il discorso fornendo alcune utili informazioni in merito alle tasse che si andranno a pagare su questa operazione di finanziamento e ad alcuni aspetti contrattuali della procedura. Fino ad oggi, infatti, i principali ostacoli alla realizzazione di tale tipo di investimento sono state appunto le imposte troppo alte da pagare e la mancanza di garanzia per i proprietari e gli eredi di tornare ad avere lo stesso valore dall’immobile.
> Come funzionerà il nuovo prestito vitalizio ipotecario
Prendendo ad esempio il caso di un over 65 che sottoscrive un contratto di prestito vitalizio ipotecario per una abitazione del valore di 300 mila euro, si potrà arrivare ad avere circa 55 mila euro di prestito vitalizio da impiegare per altri scopi e le imposte applicate alla somma erogata saranno oggi pari allo 0,25 per cento.
Inoltre nelle nuove clausole contrattuali è previsto che la casa sottoposta a prestito non possa essere venduta, affittata o ceduta a livello di usufrutto. Ma soprattutto, se il valore della casa diminuisce nel tempo, al momento della vendita da parte degli eredi la banca non potrà richiedere più di quanto ricavato dalla vendita stessa, anche se il prestito concesso un tempo ai genitori risultasse superiore.