Mutuo prima casa: come sceglierlo con attenzione

 Qual è la tipologia di tasso più conveniente per stipulare un mutuo per l’acquisto della prima casa? I vantaggi e gli svantaggi in merito alla scelta del tasso fisso, o di quello variabile, sono strettamente legati non solo alle correnti condizioni di mercato, ma anche alla propria situazione economica. In ogni caso, è sempre bene confrontare tra di loro, a parità di importo richiesto per il mutuo e di tipologia di tasso, le offerte e le proposte di più banche e/o società finanziarie. Al riguardo la Banca d’Italia, nella guida “Il mutuo per la casa in parole semplici“, sottolinea come il potenziale mutuatario, prima di stipulare il finanziamento per l’acquisto della prima casa ad uso residenziale, può sempre in via preliminare consultare i siti Internet degli intermediari, i quali di norma pubblicano on line i fogli informativi e quelli comparativi dei mutui.

Finanziamenti banche: aumentano quelli alle famiglie

 Rispetto al resto d’Europa, nelle ultime settimane in Italia si sta registrando una accelerazione sul fronte della concessione di finanziamenti alle famiglie da parte del sistema bancario; a rilevarlo è l’ABI, Associazione Bancaria Italiana che, nel “Monthly Outlook” di novembre su economia e mercati finanziari e creditizi ha tracciato il punto della situazione. In particolare, l’accelerazione sul fronte del finanziamento alle famiglie è avvenuta e sta avvenendo sia grazie alla riduzione progressiva dei livelli del costo del denaro, sia in virtù del fatto che gli italiani, nonostante tutto, crisi o non crisi, continuano a guardare sempre al mattone come “bene rifugio”, con la conseguenza che c’è vivacità di richieste anche dal versante dei finanziamenti immobiliari.

Agevolazioni mutui prima casa: benefici solo per poche famiglie

 Con il Decreto anticrisi dello scorso mese di novembre, successivamente convertito in Legge dello Stato, l’attuale Governo in carica ha messo a punto in materia di mutui prima casa a tasso variabile delle agevolazioni consistenti nello sconto, per tutto il 2009, sulla quota di interessi eccedente la soglia del 4%. Questo significa, ad esempio, che se un mutuatario nel 2009 paga rate del mutuo ad un tasso medio del 5%, l’1% di interessi viene pagato dallo Stato. I potenziali beneficiari dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere iscritti in degli appositi elenchi attraverso i quali le banche possono concedere l’agevolazione ai mutuatari; dopodiché sarà l’istituto di credito a “rivalersi” nei confronti dello Stato attraverso il meccanismo del credito di imposta. Pur tuttavia, nonostante siano trascorsi sei mesi dal Decreto anticrisi, non sono tante le famiglie che hanno potuto accedere alle agevolazioni sui mutui a tasso variabile attraverso l’applicazione del tetto al 4%. Tra una circolare e l’altra, a cura del Ministero dell’Economia, le banche sembra infatti che siano ancora poco propense non solo ad interpretare, ma anche ad applicare una norma che, secondo la Federconsumatori Toscana, in accordo con quanto riporta la Camera di Commercio locale, è abbastanza chiara.

Bce taglia i tassi ma i mutui sono ancora salati

 La Bce abbassa i tassi ma non le banche:

Nonostante il taglio del costo del denaro al 2% da parte della Banca centrale europea, gli istituti di credito italiani continuano a manovrare lentamente, e secondo i parametri delle proprie esclusive convenienze, i tassi sul mercato interbancario, con il risultato che i tassi di interesse sui mutui restano alti, anche se differenziati tra banca e banca.

Questa la denuncia di Adusbef che ha monitorato gli interessi sui mutui a tasso fisso e a tasso variabile offerti dai vari istituti di credito. I mutui più cari offerti oggi propongono un un Taeg (tasso annuo effettivo) del 4,07%. I tassi variabili più bassi raggiungono invece il 3,25%. Precisamente le prime notizie raccolte sulle banche, secondo invece l’Adiconsum, evidenziano uno spread in aumento per i mutui riferiti all’Euribor (da 0.90-1-10 a 1,21-1,41) e per i mutui ancorati alla Bce il raddoppio dello spread, tra l’1,90% e il 2,25%.