Polizze RC Auto: risarcimenti più cari dei premi

di Gianfilippo Verbani 1


 Non è la prima volta che esprimiamo questo concetto, ma temiamo non sarà neppure l’ultima: in Italia i premi per le assicurazioni auto sulla Responsabilità Civile sono tra i più alti d’Europa, come lamentano –inopinabilmente- le associazioni dei consumatori; ciononostante, essi faticano in alcuni casi a coprire le spese necessarie per il rimborso dei sinistri. Ci viene da pensare che il problema, a questo punto, risieda in qualche “terzo” che non sono gli assicurati né gli assicuratori, ma andiamo con ordine. Diciamo allora che, secondo i dati prodotti da ANIA e OECD (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo), nell’ultimo decennio il Pil italiano è leggermente calato rispetto al livello di partenza mentre l’insieme dei premi lordi sottoscritti è cresciuto del 50%.

Questo dovrebbe farci ipotizzare che le compagnie assicurative scoppino di salute, invece il rischio esplosione di cui vogliamo parlare è praticamente l’opposto. Anche Moody’s, agenzia di rating, ha valutato positivamente il ramo danni, valutandolo “stabile” da negativo che era (per il comparto vita, nonostante la crescita degli utili, rimane l’outlook negativo). Ciononostante, i primi nove mesi dell’anno sono stati “lacrime e sangue” per molti gruppi. Il dato più significativo a tal proposito è quello relativo alla cosiddetta Combined Ratio (CoR), misura che indica quanta parte dei premi è necessaria per rimborsare i sinistri assicurati.

Da questa analisi emerge che l’unica grande compagnia italiana in salute è Generali, capace di recuperare risorse riorganizzandosi e fortunata (vogliamo vederla così?) perché ha visto una diminuzione nel numero di sinistri. La tedesca Allianz è “sotto” a causa di un’emorragia di clienti (-5%), mentre stanno peggio Fondiaria-SAI e Unipol, principalmente perché a valori in calo non ha corrisposto un necessario rafforzamento patrimoniale che possa convincere gli investitori. Premio alto, insomma, ma non sufficiente: serve una campagna di sensibilizzazione alla riduzione dei sinistri, ma soprattutto è necessario trovare un modo per evitare che medici compiacenti e carrozzieri “facciano la cresta”: il conto, alla fine, lo paga sempre l’assicurato!


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