La crisi russa in Crimea provoca forti oscillazioni sui mercati

di Gianfilippo Verbani Commenta

Nota negativa in questo quadro è il rendimento dei Btp a 10 anni, oggi al 3,44 per cento, che si avvicina sempre di più al minimo storico toccato nel 2005 pari al 3,29 per cento.


 Tra la giornata di ieri e quella di oggi sui mercati internazionali si è assistito a dinamiche simili a quelle dei grandi momenti di crisi, che è impossibile non segnalare. Con l’acuirsi della situazione di crisi nella penisola di Crimea, tra le tensioni che da giorni oppongono l’Ucraina e la Russia, anche le borse di tutto il mondo, ieri, hanno mostrano un crollo generale che ha gettato in completo rosso tutti i listini. 

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Con il miglioramento della situazione, tuttavia, oggi, a partire da una nuova fase di distensione approvata dalla Russia, non solo gli stati coinvolti ma anche le borse hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e provare a risalire. Tra la giornata di ieri e quella di oggi, quindi, i mercati di tutto il mondo sono stati contrassegnati da un grande rimbalzo, che ha reso palese come le tensioni internazionali influiscano negativamente sui mercati.

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La Russia ha infatti deciso per il ritiro delle truppe dal confine preoccupata delle sanzioni minacciate da Europa e Stati Uniti, mentre in Ucraina sono arrivati oggi i delegati del Fondo Monetario Internazionale, per decidere sul programma di aiuti da concedere al paese in difficoltà che ha bisogno di 35 miliardi di dollari.

Vanno quindi al recupero i listini di Milano, di Francoforte, di Londra, Parigi e Mosca, anche se su percentuali decisamente diverse. Nota negativa in questo quadro è il rendimento dei Btp a 10 anni, oggi al 3,44 per cento, che si avvicina sempre di più al minimo storico toccato nel 2005 pari al 3,29 per cento.