Grecia, scacco alla crisi in 4 mosse: il Piano UE

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Riunione d’emergenza, venerdì notte, per varare un piano di salvataggio della Grecia, sprofondata in una crisi economica senza precedenti foriera di malumori sociali e scontri di piazza (già 3 morti la scorsa settimana) oltreché di un possibile effetto-domino sugli altri Paesi UE che ha già trascinato al ribasso i listini di tutto il mondo, Europa – chiaramente – in testa. Il primo punto del piano di salvataggio è lo sblocco degli 80 miliardi di prestiti bilaterali da concedere alla Grecia da parte dei Paesi membri, che verranno integrati da 30 miliardi del Fondo Monetario Internazionale per onorare i titoli di stato ellenici in scadenza il prossimo 19 maggio. Secondo i governi europei Atene merita aiuto perché ha presentato un piano di rientro “ambizioso e realistico”.

Il secondo punto vagliato è un meccanismo di stabilizzazione che possa proteggere i Paesi a rischio contagio (Spagna, Portogallo, Irlanda e anche Italia): secondo le ipotesi circolate, il meccanismo di stabilizzazione sarebbe la creazione di un fondo in cui le nazioni della zona Euro investirebbero 70 miliardi da utilizzare nei momenti di massima urgenza. Il terzo punto del piano riguarda il rafforzamento del controllo europeo sulla gestione dei bilanci pubblici: dato che sono proprio i conti pubblici il problema all’origine della crisi in corso, saranno rafforzate le regole di vigilanza, con maggiore attenzione ai livelli di debito e di competitività.

Inoltre l’Eurogruppo ha invitato a “creare un quadro solido di gestione delle crisi, nel rispetto del principio di responsabilità di bilancio che deve toccare ogni Stato membro. Infine, secondo i governi della zona euro “l’attuale turbolenza dei mercati mette in rilievo la necessità di procedere rapidamente per la regolamentazione e la vigilanza dei mercati finanziari”. Alle Borse si vuole imporre maggiore trasparenza, mentre l’Ue ha incluso tra le priorità anche la qestione del ruolo delle agenzie di rating del credito. Le nuove regole puntano a contrastare le speculazioni, come quelle recenti “ai danni di debitori sovrani”.