Confindustria lancia l’allarme, tra frenata del Pil e tassi più alti

di Daniele Pace Commenta


L’economia italiana ha fatto registrare per l’ennesima volta una battuta d’arresto, anche se in realtà il trend è un po’ più positivo rispetto a quanto era stato messo in preventivo inizialmente. È chiaro che, però, continuano a pesare come dei macigni i continui legati ai costi energetici e l’inflazione, che ha toccato nuovamente dei livelli clamorosi.

Non solo, dal momento che tra gli altri fattori che stanno incidendo e non poco troviamo il nuovo aumento dei tassi di interesse, senza dimenticare un livello di liquidità più basso per colpa delle bollette energetiche. In questo modo, la situazione non è particolarmente positiva, per usare un eufemismo, per le imprese in Italia, che corrono gravemente il rischio di indebitarsi a dei costi eccessivamente elevati, che non potranno più essere ripagati in alcun modo.

L’industria manifatturiera sembra tenere, con tanti servizi che hanno fatto registrare dati molto positivi lungo la stagione estiva, mentre il settore legato all’edilizia e alle costruzioni sta rallentando. L’export italiano, invece, continua ad espandersi, ma gli esperti si chiedono quanto possa durare effettivamente questo trend. L’economia dell’Europa, secondo le previsioni, si dovrebbe dimostrare debole, mentre sul mercato a stelle e strisce il rimbalzo potrebbe avere una durata limitata.

E anche Confindustria ha voluto lanciare l’allarme, mettendo comunque in evidenza alcuni dati da rimarcare. Ad esempio, nel corso del terzo trimestre del 2022, l’economia nostrana è stata in grado di reggere l’urto rispetto ai continui rincari legati al costo dell’energia. Dando uno sguardo ai dati aggregati, va detto che il PIL ha fatto registrare un incremento, soprattutto trascinato dal trend positivo legato al settore del turismo.

Una grande mano è arrivata anche dalla, seppur contenuta, flessione che ha coinvolto i prezzi delle materie prime non energetiche, così come sono stati importanti i vari interventi messi in atto dal Governo per cercare di riequilibrare i rincari energetici. Nel corso del quarto trimestre dell’anno, lo scenario potrebbe cambiare anche in maniera importante. Infatti, gli indicatori qualitativi, in generale, stanno attraversando una fase molto negativa. Non solo, dal momento che il costo del gas si sta mantenendo su soglie eccessivamente alte, da troppo tempo. L’inflazione prodotta in questo modo non fa altro che rosicchiare sempre più parte del reddito dei cittadini e, di conseguenza, i consumi ne risentiranno e non poco. Va a finire che gli aumenti dei tassi si ripercuoteranno a cascata anche sui costi di finanziamento che devono sostenere le imprese e le aziende.