Forfettario: cosa potrebbe cambiare nel 2023

di Daniele Pace Commenta

Importante capire cosa potrebbe cambiare nel 2023 per chi si ritrova con il forfettario


I giovani d’oggi sono sempre più propensi ad intraprendere una carriera da liberi professionisti e il ruolo di dipendenti a molti sta stretto. Intraprendere un’attività da libero professionista vuol dire però aprire una partita iva e sostenere tutti i relativi costi di tasse, contributi, iva e commercialista.

Per riuscire a tamponare le eccessive spese è stato creato il regime forfettario.

Forfettario

Stimolato dalla nuova politica fiscale, il regime forfettario si sta diffondendo tra i giovani che iniziano un’attività in proprio. Segnaliamo a riguardo il sito dell’esperto Giampiero Teresi, in cui troviamo tutte le informazioni necessarie per avviare un’impresa in regime forfettario e risparmiare sulla tassazione. A seguire riportiamo il link diretto al suo sito: https://www.regime-forfettario.it/.

Di seguito andremo a vedere quali sono i vantaggi di aprire una partita Iva a regime forfettario e quali sono i requisiti necessari per poter usufruire di questo servizio.

Come aprire una partita IVA forfettaria

Aprire una partita IVA a regime forfettario è molto semplice ed è un fenomeno in continuo aumento tra i giovani. Ti basterà affidarti ad un commercialista che in pochi semplici passaggi invierà la domanda al posto tuo per poter usufruire del regime forfettario.

È fondamentale comunicare l’inizio della propria attività o della propria impresa commerciale alla sede competente dell’Agenzia delle Entrate entro un periodo limite che non deve superare i 30 giorni che iniziano dal primo giorno di lavoro.

Per effettuare la richiesta, è necessario usufruire del modello AA9/7 e questo vale sia per i lavoratori autonomi, sia per le ditte individuali. Una volta compilato per filo e per segno il modulo, ti basterà inviare per via telematica il tutto allegando anche un documento d’identità. Così avverrà l’apertura della pratica.

Mediamente, per quanto riguarda i lavoratori autonomi, le tempistiche di apertura della partita iva si aggirano intorno alle 24 ore. Invece, i tempi sono leggermente più lunghi per le ditte individuali e variano dai 2 ai 7 giorni.

Quali sono i costi di una partita IVA forfettaria

Aprire una partita IVA a regime forfettario non costa nulla. Le spese, infatti saranno presenti solamente per il mantenimento di essa.

Non c’è una cifra precisa per definire tutti i costi, infatti variano a seconda di diversi fattori. Solitamente, possiamo dire, che con il regime forfettario, i costi possono oscillare mediamente tra i 400 euro e i 1000 all’anno. A tutte queste spese vanno aggiunti anche i costi relativi al fatturato.

Nelle cifre fisse sono presenti: il pagamento del commercialista, l’iscrizione all’INPS o al registro delle imprese, tutti i costi relativi ai contributi e il costo delle tasse.

Tutti i vantaggi di aprire una partita iva a regime forfettario

Aprire una partita iva a regime forfettario, come già intuibile in precedenza, offre numerosi benefici.

Principalmente, i vantaggi più evidenti sono tre e sono:

  • Tassazione inferiore
  • Non è necessario pagare l’IVA
  • Tasse pagate in base al coefficiente di redditività

Con il regime forfettario, il vantaggio maggiore è riguardante la tassazione che è notevolmente minore rispetto al regime ordinario. Con il regime agevolato, infatti non è necessario pagare l’IRPEF, ma viene sostituita da una tassazione del 15% o del 5%. La differenza rispetto al regime ordinario è sostanziale, perché in questo caso viene applicata un’aliquota minima del 23%.

Il secondo vantaggio è relativo all’IVA, che non bisogna pagarla. Questo punto è fondamentale perché ti permette di entrare sul mercato con prezzi inferiori rispetto ai tuoi concorrenti. Mentre i rivali proporranno dei prezzi comprensivi di iva, il tuo servizio potrà costare meno, ma il guadagno sarà lo stesso.

Ultimo fattore, ma non per importanza è il coefficiente di redditività. Con il regime forfettario, infatti non andrai a pagare le tasse sull’intero fatturato, ma solamente su una piccola parte. La percentuale sulla quale pagare le tasse prende il nome di coefficiente di redditività e varia in base al tipo di attività svolta.