
La giustizia americana torna a farsi sentire in Europa e dopo il caso che aveva interessato una delle principali banche svizzere, il Credit Suisse, ora è la volta di un grande gruppo nazionale e internazionale francese. Si tratta di BNP Paribas, anche lei finita sotto il mirino degli Stati Uniti per gli investimenti e le operazioni compiute in dollari con i paesi posti sotto embargo dagli USA.
La Banca Centrale Europea – BCE – attraversa in questo periodo un momento di grande attività e di grande rinnovamento. Opera soprattutto del suo presidente, Mario Draghi, che ha dato il via a questo nuovo corso dell’Istituto affinché la più importante istituzione finanziaria del Vecchio Continente si avvicini maggiormente al modello americano, quello della FED.
Tutti gli occhi degli osservatori internazionali sono puntati in questo periodo sull’Argentina, che solo qualche giorno fa ha saltato la prima rata per il pagamento di quanto dovuto ai creditori che hanno aderito alla ristrutturazione del suo debito e ora, in mancanza di una soluzione o una mediazione entro 30 giorni, il paese rischia un nuovo default come quello del 2001.
Continua in Italia la fase di sofferenza del mercato immobiliare, con i prezzi delle case che non abbandonano la loro dinamica negativa. Nel corso degli ultimi 4 anni, infatti, i prezzi delle abitazioni in Italia hanno perso complessivamente oltre il 10 per cento del loro valore. Lo ha rilevato l’Istat in una recente indagine in cui sono stati evidenziati i dati del primo trimestre del 2014.
E’ scaduta esattamente il 30 giugno scorso la prima rata che l’Argentina avrebbe dovuto pagare ai creditori internazionali che nel 2001 aiutarono lo stato a ripianare il suo debito dopo il default. In parte obbligazionisti ma soprattutto hedge fund americani che hanno il diritto di riavere 832 milioni di dollari, poiché non hanno aderito nel corso delle ristrutturazioni successive del debito al concambio del 2005 e del 2010.
Nel corso del primo semestre 2014 Piazza Affari ha riservato buoni rendimenti per tutti coloro che hanno creduto nella ripresa dell’azionario. Ma la Borsa non attira completamente i desideri di investimento e la fiducia degli italiani dal momento che solo 1 italiano su 10 ha scelto questa forma per investire i propri risparmi. Prima della crisi economico – finanziaria, invece coloro che credevano nelle potenzialità della Borsa erano pari ad uno su 5.
Nel corso del 2014 ricomincia a crescere la propensione al risparmio degli italiani e si tratta di un segnale positivo sul fronte della ripresa. Le famiglie italiane sono cioè tornate a risparmiare dopo anni molto difficili, e la stessa cosa capita anche gli imprenditori, sulla base delle scelte finanziarie compiute nella prima metà dell’anno.
A partire dal 1 luglio 2014 l’Italia ha cominciato, come annunciato, il suo semestre di presidenza del Consiglio dell’unione Europea e il lieto evento è stato sottolineato in patria anche da una emissione speciale. Una moneta molto particolare è stata infatti coniata per ricordare questo evento e per esserne il simbolo nelle missioni italiane nel mondo.
Una recente ricerca ha calcolato quanti anni sono necessari ad un lavoratore dipendente che non abbia un posto dirigenziale per l’ acquisto di una abitazione di circa 65 metri quadrati in una grande città italiana.
In questo post vogliamo proporre un breve momento di riflessione su quello che sta avvenendo – e che in realtà avviene già da diversi mesi – a livello di politica monetaria condotta dalle banche centrali e a livello di finanza internazionale e economia reale. Vogliamo cioè capire se in questo periodo in cui c’è un così disperato bisogno di credito, questi tre importanti settori dell’economia siano effettivamente in comunicazione tra loro e si supportino a vicenda.
Solo qualche mese fa la Svizzera, dopo anni di austero isolamento fiscale, ha dato il via libera alla condivisione dei dati relativi ai conti correnti bancari degli stranieri, secondo i dettami dei protocolli OCSE a cui ha aderito, che già molti altri paesi europei rispettano da anni. In Svizzera, invece, il segreto bancario era una sorta di baluardo storico e retaggio culturale e non tutti hanno accolto favorevolmente la notizia della sua fine.
Sono sempre più diffusi in Europa i renminbi bond cinesi, una nuova forma di investimento che sta poco a poco guadagnando terreno nel Vecchio Continente. La quota di mercato ha infatti raggiunto il 22 per cento, mentre le principali piazze finanziarie dell’estremo oriente, come Hong Kong, Singapore e Taiwan gestiscono il 77 per cento di questa particolare tipologia di bond, obbligazioni offshore in renminbi cinesi.