Ancora una volta la Banca Centrale Europea – BCE – ha deciso di continuare a perseguire quella politica accomodante inaugurata ormai molti mesi fa. In questo modo, infatti, l’Eurotower sostiene e continua e sostenere l’economia del Vecchio Continente in un momento piuttosto difficile della sua storia.
Bce blocca i tassi al 4,50% dopo un trend di aumenti
Finalmente è arrivato il primo stop dopo addirittura una decina di aumenti tutti consecutivi. Anche se la Banca Centrale Europea non ha certo raccontato notizie positive, dato che ha previsto
Alle ore 13.45 la Banca Centrale Europea ha comunicato ufficialmente di aver mantenuto fermi i tassi di interesse nell’area euro allo 0,5%, ovvero sul livello più basso di sempre. Nessuna novità nemmeno per ciò che concerne i tassi sui depositi presso la BCE, che restano invariati allo 0% allo scopo di rilanciare il credito e di scoraggiare le banche commerciali europee a depositare denaro nei forzieri di Francoforte. Fermo anche il tasso sui prestiti overnight all’1%. Il dato sui tassi nell’eurozona era ampiamente scontato dal mercato.
Domani è in programma il meeting della Banca Centrale Europea, chiamata a comunicare ai mercati il nuovo livello dei tassi di interesse dell’area euro. Nell’ultima riunione l’istituto centrale con sede a Francoforte ha confermato il costo del denaro sui livelli più bassi dall’introduzione dell’euro, ovvero allo 0,5%. Secondo quanto emerge dai più recenti sondaggi tra gli economisti e gli analisti finanziari di fama internazionale, la BCE confermerà i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,5%, i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali all’1% e i tassi sui depositi allo 0%.
Le recenti dichiarazioni di Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank (Banca Centrale tedesca, ndr), relative alla possibilità di un futuro aumento dei tassi di interesse nell’area euro in caso di ripresa economica, hanno senza dubbio messo in guardia i risparmiatori che sono alle prese con il rimborso di un mutuo a tasso variabile o chi si appresta ad accendere il finanziamento. Il governatore della “Buba” ha dichiarato che la BCE non terrà i tassi di interesse bassi per anni e che la politica monetaria ultra-espansiva “è entrata in un territorio sconosciuto e pericoloso”.
I dati macroeconomici relativi all’area euro, pubblicati negli ultimi tempi, hanno evidenziato uno scenario in lieve miglioramento, soprattutto in Germania. Le notizie positive sull’andamento dell’economia tedesca, e quelle che fanno intravedere una ripresa nell’eurozona, non fanno però bene al Bund, che sta sperimentando una veloce risalita dei tassi. Il rendimento del titolo di stato tedesco con scadenza a dieci anni è salito fino all’1,93%, sfiorando così la soglia psicologica dei tassi decennali al 2%. Per il Bund si tratta del tasso più alto degli ultimi 17 mesi.
Il costo del denaro nella zona euro resta sui livelli più bassi dall’introduzione sul mercato della moneta unica. Attualmente il tasso di interesse della BCE, chiamato anche tasso Refi (tasso per le operazioni di rifinanziamento), è pari allo 0,5%. Nel corso delle ultime riunioni dell’Eurotower il numero uno dell’istituto monetario di Francoforte, ovvero il banchiere italiano Mario Draghi, ha fatto intendere che nuovi tagli dei tassi di interesse non sono da escludere nei prossimi mesi, considerando che la crescita economica resta debole e l’inflazione sotto controllo.
La Banca Centrale Europea ha confermato l’attuale livello dei tassi di interesse ufficiali di riferimento, ribadendo la soglia dello 0,50 per cento oramai in vigore da tempo quale termine minimo storico. Un tasso che influenza l’andamento del costo del denaro per famiglie e imprese che decidono di indebitarsi presso le banche, e che potrebbe rimanere così basso ancora a lungo.
Il mercato dei tassi di interesse è probabilmente quello che ha un peso specifico maggiore nelle scelte degli investitori, influenzando le aspettative e le decisioni sulle strategie di portafoglio. Monitorare l’andamento dei tassi di interesse, cerando di capire il funzionamento e la struttura del mercato, può essere un buon modo per effettuare scelte consapevoli in tema di investimenti. I tassi più seguiti dagli investitori sono quello della FED, ovvero la Banca Centrale americana, e quello della BCE, ovvero la Banca Centrale Europea.
L’andamento dei tassi di interesse di mercato è in grado di influenzare sensibilmente il livello dei tassi di tutte quelle operazioni che prevedono l’adeguamento periodico del costo di finanziamento, che di solito è legato ai tassi interbancari più importanti come l’Euribor (per il mercato europeo) e l’Usd Libor (per il mercato americano). Rientrano in questa categoria i finanziamenti concessi dalle banche e le società finanziarie, i mutui per l’acquisto della casa, i tassi sui conti correnti e sui conti deposito e così via.
Il mercato obbligazionario ha di recente vissuto una fase di grande volatilità, che ha fatto tornare a galla vecchi fantasmi. Molti esperti avevano paventato addirittura un crollo come avvenne nel 1994, quando i tassi obbligazionari si impennarono mettendo in ginocchio i portafogli dei grandi investitori internazionali. La volatilità sui tassi dei bond è dovuta principalmente all’incertezza sulle mosse di politica monetaria delle principali banche centrali, soprattutto quella americana (la FED, ndr). Il pericolo di un deciso rialzo dei tassi a lungo termine resta comunque concreto.
Gli italiani fanno spesso una gran confusione sui termini utilizzati in campo finanziario. La mancanza di educazione finanziaria può spingere il risparmiatore a effettuare scelte di investimento inconsapevoli e in molti casi anche a non conoscere bene i prodotti finanziari che si stanno acquistando. Ciò vale anche per i mutui finalizzati all’acquisto della casa. Infatti, secondo quanto emerge dall’indagine condotta da IPR Marketing, per Plus24 – Il Sole 24 Ore, 4 italiani su 10 non conoscono il tasso del loro mutuo.
Dall’ultima riunione della BCE è emersa la volontà dell’istituto monetario di Francoforte di mantenere l’attuale politica monetaria accomodante ancora per molto tempo. Il governatore dell’Eurotower, Mario Draghi, non ha indicato con precisione fino a quando i tassi di interesse resteranno su livelli estremamente bassi nell’area euro, ma ha comunque fatto intendere che di certo non saranno alzati né tra 6 mesi né tra 12 mesi considerando la debolezza dell’economia continentale. In realtà, il banchiere italiano non ha escluso la possibilità che i tassi di interesse nell’eurozona vengano ulteriormente abbassati.