Bce, ecco quali potrebbero essere le prossime mosse

di Daniele Pace Commenta


C’è un’ipotesi che continua a veleggiare tra le maglie dei componenti della BCE. Si tratta dell’incremento dei tassi di interesse di qualcosa come 50 punti base durante il mese di marzo. Ed è un’ipotesi che si mantiene viva con una certa intensità e forza. Almeno, questo è quanto è stato riferito da parte di Philip Lane, ovvero il numero uno economista della Banca Centrale Europea, nel corso di un’intervista che è stata rilasciata a Reuters e che ha trovato spazio anche sul portale ufficiale della Bce.

Quanto sostenuto dalla Bce è che da questo mese, metterà in atto una politica di riduzione del portafoglio che è stato accumulato grazie al quantitative easing, ovvero uno specifico programma App, che arriverà a soli 15 miliardi al mese, mediamente, fino al prossimo mese di giugno. Sarà poi compito da rimandare in estate quello di capire quale potrà essere il ritmo da seguire nel corso dei mesi successivi.

Il reinvestimento che coinvolge i titoli pubblici, di conseguenza, non sarà preso in considerazione in toto, ma sarà solo parziale. In tal senso, va detto che saranno seguite quelle che sono le proporzioni legate ai rimborsi che già sono in vigore. In riferimento invece ai corporate bond, c’è da dire come si tenderà a puntare su dei titoli decisamente più green. Il portafoglio che viene definito pandemico, sarà oggetto di apposito reinvestimento complessivo, quantomeno fino al termine del 2024. Sarà mantenuto un certo livello di flessibilità, in maniera tale da scongiurare qualsiasi pericolo legato a dei cattivi funzionamenti del meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

La Lagarde continua a ribadire come i valori che ispireranno l’azione della BCE saranno solo ed esclusivamente la coerenza e la continuità rispetto alla politica monetaria che è stata messa in atto fino a questo momento. Va detto che serve arrivare a toccare dei livelli particolarmente restrittivi in riferimento ai tassi. La Lagarde ha voluto martellare su questo concetto in modo particolare. Ad esempio, secondo alcuni calcoli che sono stati fatti in via approssimativa, si può mettere in evidenza come a marzo il tasso di riferimento arriverà al 3.50% sarà di poco positivo dal punto di vista reale. E le previsioni di inflazione per l’anno prossimo diventeranno una sorta di misura di quelle che saranno le aspettative di inflazione per il 2025.

Il consenso è stato pressoché unanime in riferimento all’aumento dei tassi sia a febbraio che quello deciso per il mese di marzo, continua a ribadire con grande forza la Lagarde e, di conseguenza, la scelta della Bce sarà quella della continuità.