Sospensione mutuo 2012

 Poche ore fa abbiamo visto cosa preveda il decreto anticrisi per tutte quelle famiglie in difficoltà, che stiano fronteggiando la perdita del proprio posto di lavoro. Per tale clientela bancaria l’Abi e il Mef hanno stipulato un’intesa finalizzata a consentire la sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un periodo di tempo minimo pari a 12 mesi. Ma quanto conviene ricorrere alla sospensione mutuo 2012? E, inoltre, ci sono altre alternative per ottenere un alleggerimento della propria situazione debitoria con banche e finanziarie?

Decreto anticrisi sospensione rate mutui

 Il decreto anticrisi, sulla base dell’accordo quadro che nel marzo 2009 fu siglato tra l’Associazione bancaria italiana e il Ministero per l’economia e delle finanze, rinnova ancora la possibilità di poter inoltrare istanza per la concessione del beneficio relativo alla sospensione del pagamento delle rate di un mutuo – comprensive di quota capitale e interesse – purchè stipulato per l’acquisto e/o per la ristrutturazione dell’abitazione principale del proprio nucleo familiare. Vediamo quali sono le caratteristiche della sospensione delle rate del mutuo prevista dal decreto anticrisi.

Mutui, tetto al 4%: termini scaduti. Ma qualcuno ancora aspetta…

 La fine di gennaio ha visto un’importante scadenza nel pianeta “mutui e dintorni”. E’ terminato infatti il periodo utile per consegnare allo sportello bancario l’autocertificazione che dà diritto ai contributi statali previsti dal decreto anticrisi del novembre 2008, il numero 185. Eravamo allora ancora nel periodo in cui, dopo i primi mesi della crisi sui mercati finanziari, c’era lo spauracchio dell’alto livello delle rate da pagare, che rischiava di mettere in ginocchio migliaia di cittadini già duramente provati dall’esplosione della bolla speculativa. Il Governo fissò pertanto per decreto il tetto del 4% per coloro che avevano stipulto un mutuo variabile su una prima casa prima del 31 ottobre 2008.

Finanziamenti per crediti verso la Pubblica Amministrazione

 In questi mesi di crisi finanziaria ed economica per le imprese l’attesa per incassare i crediti è stata spesso troppo lunga, ben oltre i termini previsti dai contratti associati alle commesse. Ma ancor di più hanno sofferto quelle piccole e medie imprese che, invano, hanno atteso di essere pagati dalla Pubblica Amministrazione che, come noto, molto spesso paga solo dopo parecchi mesi. Di conseguenza, a livello territoriale, gli istituti di credito molto spesso sono scesi in campo erogando a favore delle PMI dei finanziamenti garantiti dai crediti vantati verso la PA. Così, come tra l’altro prevede il Decreto anticrisi, l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, sta facendo la sua parte nell’agevolare con la concessione di credito, attraverso il canale bancario, le PMI che hanno crediti verso la PA scaduti e non ancora incassati.

Finanziamenti imprese con il Gruppo Intesa Sanpaolo

 Negli ultimi dodici mesi in Italia si è registrato un calo della domanda di credito unitamente ad un aumento del livello di rischiosità. Il merito creditizio delle imprese per effetto della crisi si è infatti deteriorato, ma il Gruppo Intesa Sanpaolo, in accordo con quanto recita una nota emessa dal colosso bancario, è comunque rimasto a fianco delle imprese mettendo in campo anche delle iniziative ad hoc, tra cui quella riguardante l’accordo con la Confindustria con la finalità di garantire la liquidità e la ricapitalizzazione delle piccole e medie imprese. E per i prossimi tre anni, Intesa Sanpaolo è pronta ad accordare ben 30 miliardi di euro di nuovi fidi bancari a fronte delle relative richieste, mentre ammontano a ben 60 miliardi di euro i fidi bancari che sono già stati accordati ma che attualmente non risultano essere utilizzati. Per quanto riguarda invece i prestiti a medio e lungo termine, il Gruppo Intesa Sanpaolo stima di erogarne per i prossimi tre anni un ammontare pari a 50-60 miliardi di euro dopo averne già erogati 8 miliardi di euro negli ultimi sei mesi.