La lunga e vertiginosa caduta dei prezzi delle abitazioni sembra essersi finalmente arrestata, dando ossigeno al mercato immobiliare italiano, che per il secondo anno di fila ha archiviato un rialzo del numero di scambi.
compravendita immobili
L’Osservatorio sul sentiment immobiliare offre segnali positivi nel 2014
Il mercato immobiliare italiano vive in questo ultimo periodo un momento di leggera ripresa. Lo certificano gli operatori di settore, le cui impressioni e il cui sentimento è stato registrato da un nuovo organo di analisi volto proprio a misurare l’andamento del mercato degli immobili. Sono diventate sempre più specializzate, infatti, le società di consulenza che si dedicano a questa attività di rilevazione dei dati.
Immobiliare, l’Istat annuncia la ripresa delle compravendite
Arrivano buone notizie dall’Istat, la quale conferma una minima crescita del mercato immobiliare durante la prima parte dell’anno. Nello specifico, si parla di un buon +1,3% per le compravendite e di un buon +5% per i mutui.
Finanziamento mobili e case: aumentano intenzioni d’acquisto degli italiani
Le intenzioni d’acquisto degli italiani, riguardo ai mobili ed alle case, con un orizzonte temporale a tre mesi, hanno fatto registrare una forte crescita nello scorso mese di luglio. E’ quanto emerge dall’Osservatorio mensile della Findomestic del mese di Agosto in base ai dati del mese scorso riguardanti le rilevazioni sulle intenzioni di acquisto dei consumatori italiani e sul relativo clima di fiducia. In particolare, la società leader in Italia nel settore del credito al consumo ha rilevato, seppur con luci ed ombre, una tendenza positiva degli italiani in materia di intenzioni d’acquisto, specie al Sud, nel Centro Italia e nelle Isole per coloro che hanno un livello di istruzione superiore. Di contro, la fiducia, in base ai dati rilevati il mese scorso, è in calo al Nord tra i consumatori che come titolo di studio hanno la scuola dell’obbligo.
Mutui e prestiti: famiglie sarde tra le meno indebitate
Da quando l’euro è iniziato a circolare nelle tasche degli italiani, e fino ad oggi, il livello medio di indebitamento delle famiglie è cresciuto di oltre l’80%. Il dato emerge da un rapporto a cura della CGIA di Mestre, che ha preso in considerazione nel periodo sia il denaro preso a prestito dalle famiglie per l’acquisto di beni durevoli, sia quello finalizzato all’acquisto o la ristrutturazione di immobili. E così, alla fine del 2008, l’indebitamento medio delle famiglie era salito a poco più di quindicimila euro, ma il dato più interessante è quello relativo alle aree del nostro Paese dove il livello di indebitamento è sopra la media; ebbene, il maggior indebitamento non si registra al Sud, dove magari ci sono maggiori difficoltà per le famiglie ad andare avanti, ma al Nord dove i redditi medi sono di norma più elevati.
Prestiti alle famiglie: in Italia troppo cari rispetto alla media europea
Come mai in Italia i prestiti alle famiglie vengono erogati dalle banche con tassi medi superiori di oltre un punto e mezzo percentuale rispetto alla media europea? La domanda è d’obbligo visto che i tassi di interesse nel nostro Paese da tempo non vengono più fissati dalla Banca d’Italia, ma dalla Banca Centrale europea, e dovrebbero essere validi e da applicare per tutti i Paesi del Vecchio Continente. Eppure, in accordo con quanto emerge da un’indagine effettuata dall’Adusbef, nel nostro Paese il costo del denaro applicato dalle banche presenta un differenziale sui prestiti dell’1,64% a carico delle famiglie; mentre infatti in Europa un prestito viene erogato ad un tasso medio del 6,6%, in Italia gli istituti di credito applicano interessi medi all’8,30%; stessa musica sui mutui, per i quali l’Adusbef ha rilevato in Italia una maggiorazione di tasso medio pari ad un quarto di punto percentuale rispetto alle media di Eurolandia. L’Associazione ha monitorato l’attività di undici tra le più importanti banche italiane, riscontrando come al 20 maggio, rispetto allo scorso 3 aprile, ben sette istituti di credito abbiano mantenuto i tassi di interesse allo stesso livello nonostante il recente nuovo minimo storico dell’euribor ed il taglio ai tassi praticato dalla Banca Centrale Europea.