Sospesa la tassa del 20% sui bonifici provenienti dall’estero

di Gianfilippo Verbani Commenta

Sia il Ministero dell'Economia e delle Finanze che l'Agenzia delle Entrate hanno sospeso almeno fino a luglio la tassa del 20 per cento sui bonifici proveniente dall'estero.


 Dal 1 febbraio 2014 sarebbe dovuta entrare in vigore una imposta, prevista dal Governo Letta, relativa alle modalità di rientro attraverso bonifico bancario dei capitali detenuti all’estero. Secondo la norma voluta dal precedente governo e dall’ormai ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni, i capitali detenuti all’estero sarebbero potuti rientrare in Italia tramite bonifico solo attraverso una tassazione pari al 20 per cento degli importi. 

Come compilare un bonifico in modo corretto

Tale misura era stata introdotta al fine di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale e recuperare parte di quanto perduto dallo stato italiano in merito ai redditi delle attività finanziarie detenute all’estero, segnando come illeciti tutti i capitali detenuti fuori dal paese. Ma la norma, in realtà, non è mai entrata in vigore perché una nota dello stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze alcuni giorni fa ha subito bloccato l’attuazione del provvedimento.

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A questa nota si è quindi aggiunta recentemente anche la sospensione del provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate, che si sarebbe dovuta occupare della correttezza della riscossione della tassa. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate proprio in questi ultimi giorni ha confermato che la tassa deve essere considerata sospesa fino a data da definirsi, o meglio fino a quando non si troverà un nuovo accordo, politico ed economico sulle eventuali modalità di riscossione delle imposte sui capitali all’estero.

La norma della tassazione dei capitali all’estero sarebbe andata a ricostituire una sorta di scudo fiscale simile a quello proposto negli anni passati, ma con una aliquota leggermente più alta, al 20 per cento invece che al 5 per cento. La sospensione del provvedimento si iscrive comunque all’interno dei dettami Ocse e G20.