Sofferenze in calo, ma per le banche non è finita…

di Gianfilippo Verbani 1


 Uno degli effetti più devastanti della crisi è stato l’onda delle sofferenze bancarie che si è abbattuta sugli istituti di credito, uno tsunami di proporzioni tali da rivelarsi un vero e proprio salasso rispetto agli utili di tutte le banche. Ebbene, la marea sembra aver raggiunto il proprio apice, un po’ come tutti gli altri segnali di sofferenza dell’economia, ma a quanto pare gli effetti si faranno sentire ancora per tutto il resto dell’anno, seppure in forma più debole. E per fortuna siamo già a settembre… Il dato è emerso dalle semestrali delle banche italiane; tutte. Che fossero grandi o piccole, esse hanno evidenziato tutte una crescita nella rettifica dei crediti.

Una tendenza che è evidente, in special modo, rispetto al credito alle imprese. Per fortuna un altro dato che è emerso dalle suddette semestrali è che la tendenza, seppure ancora negativa, pare essersi stabilizzata. Servirà proseguire nell’opera di pulizia dei bilanci, dal momento che – dottrina economica docet – gli effetti della crisi impiegano del tempo per trasformarsi in sofferenze (in caso di insolvenza del debito). Ma le ristrutturazioni delle aziende sono ormai in dirittura d’arrivo, e a completare l’opera giungeranno le conseguenze dei primi, timorosi, segnali di ripresa. Insomma: c’è di che ben sperare.

L’allarme sulle sofferenze, lanciato da Bankitalia, resta alto ed inciderà sui bilanci 2009, dopo un 2008 che già era stato parco di dividendi. La qualità del credito è peggiorata notevolmente: UniCredit, ad esempio, ha visto un’impennata del 200% (in più) rispetto al dato della rettifica dei crediti. Anche Intesa San Paolo non se la passa granché bene, almeno in questo specifico settore, vedendo passare le rettifiche nette sui crediti dai 713 milioni del 2008 ai 1.814 previsti per il 2009. Monte dei Paschi si contiene, limitandosi ad un +52%. Peggio di tutti stanno, però, le piccole banche locali, alle prese con i problemi delle PMI e del territorio.


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