Ancora ridotto il credito concesso a famiglie e imprese italiane

di Gianfilippo Verbani Commenta

Famiglie e imprese ancora non riescono a beneficiare degli stimoli in fatto di politiche monetarie a causa della restrizione del credito, ma al tempo stesso continua a rimanere sempre alto in Italia anche il costo del denaro rispetto agli altri paesi europei.


 Non è ancora migliorata la situazione delle famiglie e delle imprese italiane sotto il profilo della concessione del credito, ma i dati rivelano ancora una situazione generale di contrazione, il cosiddetto credit crunch, che è stata operativa in Italia anche nei mesi invernali. 

A rilevarlo sono le ultime statistiche di Confartigianato, che sottolineano come in questo momento nel nostro paese la situazione dell’accesso al credito, cioè alla liquidità sia particolarmente per famiglie  e imprese. Nel corso dei mesi da poco trascorsi è stato possibile infatti rilevare una diminuzione del numero dei prestiti concessi alle imprese, a febbraio 2014 sceso al 4,9 per cento rispetto al passato, mentre nel mese di gennaio 2014 era stato del 4,7 per cento.

L’andamento del mercato del credito a marzo 2014 secondo Bankitalia

Nel frattempo, intanto, tutto il mondo finanziario è in attesa delle decisioni che verranno prese dalla Banca Centrale Europea il prossimo 5 giugno 2014, quando si riunirà il consiglio direttivo dell’Istituto di Francoforte per decidere quale nuovo indirizzo dare alla politica monetaria, quale misure prendere per il rilancio dell’economia e quali strumenti usare contro il pericolo della deflazione.

Le condizioni del credito in Italia restano difficili per Bankitalia

Famiglie e imprese ancora non riescono a beneficiare degli stimoli in fatto di politiche monetarie a causa della restrizione del credito, ma al tempo stesso continua a rimanere sempre alto in Italia anche il costo del denaro rispetto agli altri paesi europei. Nel Belpaese, infatti, i tassi di interesse sui nuovi finanziamenti per le imprese sono pari in media al 3,42 per cento, mentre il Europa si situano su una media del 2,73 per cento.