Prestiti alle imprese più “sicuri” con il completamento di Basilea2

di Gianfilippo Verbani 1


 Con Basilea2 la gestione del rischio di credito e del rischio di mercato ha assunto a favore sia delle stesse banche, sia a tutela della salvaguardia del patrimonio in gestione da parte degli istituti di credito, una minore discrezionalità ed una maggiore “sicurezza” nell’erogare i prestiti a soggetti, in particolare alle imprese, aventi le giuste caratteristiche, credenziali e indici di affidabilità per poterli ripagare. E non a caso, secondo Giuseppe Zadra, Direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), non solo la crisi in atto impone più che mai una gestione oculata ed attenta del credito, ma Basilea2, pur essendo migliorabile, è l’unico strumento che garantisce sia la misurazione, sia la gestione dei rischi. Secondo il Direttore generale dell’ABI, il sistema bancario italiano ha mostrato grande solidità rispetto agli istituti di credito europei proprio in virtù del fatto che sul finanziamento alle imprese è stata posta molta attenzione rispetto a quanto avvenuto nel resto del mondo. Basti pensare che nel 2008 rispetto alle banche europee quelle italiane hanno saputo utilizzare decisamente meglio la raccolta sia attraverso gli impieghi, sia mediante le attività finanziarie con una quota del 18% rispetto al 47% registrato nell’area euro.

A conti fatti, quindi, le banche italiane si sono tenute lontane dal “credito facile”, cosa che invece non è accaduta all’estero dove ci sono stati fallimenti bancari tanto illustri quanto clamorosi. L’ABI, nel corso del consueto convegno annuale tenutosi giovedì e venerdì scorso, con le Autorità di vigilanza italiane e con gli esperti del settore, sull’argomento “Basilea2 e la crisi finanziaria”, ha annunciato la messa a punto, con le Associazioni di categoria delle imprese, di una “Guida sul Rating” al fine di far meglio comprendere agli imprenditori l’importanza di uno strumento come Basilea2 sia per le banche, sia per il sistema produttivo.

L’obiettivo, nello specifico, è quello di facilitare ed incentivare quella che viene definita come la cultura della “disclosure”, finalizzata a fare in modo che le imprese possano fornire sulla propria situazione finanziaria delle informazioni trasparenti che permettano alle banche di effettuare, ai fini della concessione del credito, delle valutazioni puntuali ed oggettive.


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