Mutuo e finanziamento: quello etico non conosce crisi

 Gli ultimi due anni per il sistema bancario in Italia non sono stati di certo dei più felici; la dirompente crisi finanziaria ed economica ha eroso gli utili ed ha contribuito a far assumere agli istituti di credito un atteggiamento più prudente quando si è trattato di prestare denaro. Ebbene, a fronte di questa stretta creditizia generalizzata lo stesso non dicasi per un settore bancario che, per quanto di “nicchia”, sta facendo registrare, invece, in tutto il mondo dei risultati eccellenti. Lo stesso dicasi anche in Italia, dove il Gruppo Banca Popolare Etica i cordoni del credito non li ha stretti, ma li ha allargati concedendo quest’anno il 25% di finanziamenti in più rispetto allo scorso anno per sostenere le iniziative di economia solidale.

Mutui e prestiti: soluzioni anticrisi nel Comune di Verona

 A Verona per contrastare gli effetti della crisi finanziaria ed economica ai danni delle famiglie e delle imprese, l’Amministrazione comunale, e numerosi istituti di credito, hanno unito le forze ed hanno già messo a punto una bozza di accordo per il sostegno al reddito ed al credito sia delle aziende, sia delle famiglie con particolare attenzione ai lavoratori ed ai pensionati. La bozza, giovedì scorso, 9 luglio 2009, è stata esaminata dagli istituti di credito della città di Verona in presenza di Pier Luigi Paloschi, assessore al Bilancio, e Stefano Bertacco, assessore ai Servizi sociali ed alla Famiglia, nell’ambito del “tavolo anticrisi” aperto nei mesi scorsi per mettere a punto delle soluzioni finalizzate a contrastare la pessima congiuntura. Le banche pronte a mettere in campo a Verona iniziative per il credito ed il sostegno al reddito sono le seguenti: Crever Banca Spa, Federazione Veneta Banche di Credito Cooperativo, Cassa di Risparmio del Veneto Spa, UGF Banca, Unicredit Banca, Banca Popolare di Verona, Banca di Trento e Bolzano, Monte dei Paschi di Siena, Cassa di Risparmio di Bolzano Spa, Credito Bergamasco e Banca Antonveneta.

Prestiti alle imprese più “sicuri” con il completamento di Basilea2

 Con Basilea2 la gestione del rischio di credito e del rischio di mercato ha assunto a favore sia delle stesse banche, sia a tutela della salvaguardia del patrimonio in gestione da parte degli istituti di credito, una minore discrezionalità ed una maggiore “sicurezza” nell’erogare i prestiti a soggetti, in particolare alle imprese, aventi le giuste caratteristiche, credenziali e indici di affidabilità per poterli ripagare. E non a caso, secondo Giuseppe Zadra, Direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), non solo la crisi in atto impone più che mai una gestione oculata ed attenta del credito, ma Basilea2, pur essendo migliorabile, è l’unico strumento che garantisce sia la misurazione, sia la gestione dei rischi. Secondo il Direttore generale dell’ABI, il sistema bancario italiano ha mostrato grande solidità rispetto agli istituti di credito europei proprio in virtù del fatto che sul finanziamento alle imprese è stata posta molta attenzione rispetto a quanto avvenuto nel resto del mondo. Basti pensare che nel 2008 rispetto alle banche europee quelle italiane hanno saputo utilizzare decisamente meglio la raccolta sia attraverso gli impieghi, sia mediante le attività finanziarie con una quota del 18% rispetto al 47% registrato nell’area euro.

Dopo i mutui subprime cresce la finanza islamica

 La Finanza islamica è basata su alcune interpretazioni del Corano: non si possono ottenere interessi sui prestiti (divieto del riba) e bisogna effettuare investimenti socialmente responsabili. Finanza islamica non significa però banalmente divieto di percepire interessi. Gli strumenti islamici si fondano su un insieme di regole molto più complesso volto a garantire l’efficienza e la trasparenza del sistema finanziario. Essa si basa sulla collaborazione tra utente e gestore. Nasce dal concetto della umma, la comunità dei credenti, considerata un’entità unica, che cresce, pensa e prega all’unisono. La filosofia su cui poggia l’economia islamica è quindi la condivisione dei rischi: utente e gestore devono entrambi correre dei rischi.