Alla fine dello scorso mese di novembre in Italia, grazie alla moratoria rientrante nel Piano Famiglie dell’ABI, oltre 35 mila famiglie hanno chiesto ed ottenuto la sospensione del pagamento della rata del mutuo sulla prima casa ad uso residenziale. A darne notizia è stata proprio l’Associazione Bancaria Italiana in concomitanza con la proroga della misura di altri sei mesi, dal 31 gennaio termine originario, al nuovo termine del 31 luglio del 2011. E così il debito sospeso ammonta, al 30 novembre scorso, a 4,4 miliardi di euro ed a fronte di una misura che, lo ricordiamo, è partita nel mese di febbraio del 2010. Le sospensioni hanno sinora permesso alle famiglie di avere complessivamente 245 milioni di euro in più di liquidità, in quanto rate non pagate, che potranno essere utilizzati per andare a superare le temporanee difficoltà legate alla congiuntura sfavorevole.
L’ABI ha come al solito fornito alcuni dati sulla moratoria, tra cui quelli relativi alle modalità di sospensione della rata che, nell’88% dei casi, è stata integrale, ovverosia quota capitale più quota interessi. Tra le cause prevalenti legate alla richiesta di moratoria continuano a prevalere quelle legate al licenziamento da un rapporto di lavoro subordinato, e quelle inerenti la riduzione dell’orario di lavoro. Il Nord, con una quota di domande pari al 53,3%, continua a primeggiare con a ruota il Centro Italia con il 25,2% di istanze di moratoria accolte sul totale, e poi il Sud e le Isole con il 21,5%.
Ricordiamo che la moratoria ABI-Consumatori che, come sopra accennato, è stata prorogata di altri sei mesi, permette di ottenere, nel rispetto dei requisiti, la sospensione delle rate del mutuo per un periodo pari a massimi dodici mesi consecutivi. Il tutto a patto che l’importo di mutuo originario non superi i 150 mila euro, e che il reddito imponibile non vada a superare il livello dei 40 mila euro. Ma ci sono comunque Banche italiane che hanno esteso ulteriormente a vantaggio della clientela i “requisiti minimi” dell’ABI.
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