L’UE chiede all’Italia di creare paracadute pubblici per le banche

di Gianfilippo Verbani Commenta

I cosiddetti paracadute per il sistema bancario dovrebbero essere creati direttamente dal Tesoro emettendo altri titoli di stato, ma questa operazione farebbe inevitabilmente alzare il livello del debito pubblico italiano, già molto elevato.


 Anche se in Italia non è ancora stata presa alcuna decisione in merito, l’Europa aspetta una risposta o meglio una azione determinante all’interno del sistema bancario. L’Unione Europea ha infatti già da tempo richiesto agli stati membri la creazione di uno strumento atto alla salvaguardia del sistema bancario. 

Si tratta di quelli che in gergo vengono chiamati paracadute pubblici, ovvero dei fondi che servirebbero a salvare gli istituti in difficoltà in caso di bisogno. Questa decisione a livello europeo è stata presa già da tempo e persino gli orientamenti internazionali sono abbastanza chiari in merito dal dopo crisi finanziaria in avanti.

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Il problema, però, non è di poco conto per l’Italia, perché i cosiddetti paracadute per il sistema bancario dovrebbero essere creati direttamente dal Tesoro emettendo altri titoli di stato, ma questa operazione farebbe inevitabilmente alzare il livello del debito pubblico italiano, che in questo periodo ha raggiunto già livelli molto alti.

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In più gli italiani e i clienti delle banche potrebbero non essere troppo d’accordo con questa ennesima operazione di salvataggio delle banche con soldi pubblici. Eppure l’Unione Europea e in particolare la presidente del consiglio di sorveglianza dell’organismo centrale di vigilanza bancaria in area-euro è stata molto chiara di recente nel richiamare l’Italia sugli impegni presi a livello europeo.

Per il momento, tuttavia, il problema del paracadute degli istituti bancari non sembra essere tra le misure presenti e future annunciato tra le grandi operazioni di riforma del governo.