Le manovre annunciate da Draghi donano fiducia a coloro i quali hanno acceso mutui da venti a trent'anni. Il risparmio minimo sui tassi di interesse si aggira intorno ai settanta euro annui.
La Banca centrale europea ha deciso di diminuire i tassi di interesse. Cosa cambia per le famiglie che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile? Quali sono le conseguenze positive di questa operazione?
Per comprendere il cambiamento nello scenario economico, a seguito della riduzione, occorre seguire le proiezioni fornite in prima battuta dal Codacons. L’ente ha previsto un risparmio di 65 euro ogni dodici mesi per coloro i quali hanno acceso un mutuo da 100.000 euro con rateizzazione trentennale. Coloro i quali hanno invece acceso un mutuo del valore di 150.000 euro con rateizzazione venticinquennale risparmieranno 97 euro ogni anno.
L’associazione ha dichiarato quanto segue dimostrando di avere già le idee chiare sull’argomento:
L’entità dei risparmi, chiaramente, cambierà in relazione all’importo del mutuo, del tempo residuo e della durata del finanziamento. Appurato che solo il 2% della famiglie italiane ha attivato mutui direttamente legati al tasso Bce, per tutti gli altri occorrerà aspettare che il taglio deciso da Mario Draghi entri in vigore sui tassi.
Quello sul costo del denaro si configura come un taglio del tutto inaspettato. Un taglio che avrà un impatto favorevole sui mutui, agevolandone una cospicua riduzione. Cresce dunque la fiducia economica intorno alla stipula dei mutui, grazie alle manovre annunciate da Draghi, con la speranza che lo scenario migliori ulteriormente da qui in avanti.
Le offerte attuali, tuttavia, appaiono già di gran lunga più interessanti e ‘abbordabili’ rispetto ai mesi passati. Lo spread su ogni mutuo è già sceso sotto il 2%. Inoltre, per ciò che concerne i tassi fissi sono stati fatti registrare i minimi storici di sempre. Si parla, infatti, di tassi che non superano la soglia del 4% anche per coloro i queli hanno acceso un finanziamento ventennale.
