Il mutualismo bancario della Banca di Credito Cooperativo

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Le Banche di Credito Cooperativo sono le uniche banche mutualistiche in Italia. Il mutualismo non deve lasciar pensare né ad un’invenzione lessicale né ad un generico sistema di “buonismo” bancario: si tratta invece di un nuovo modo preciso e specifico di fare impresa, una vera e propria formula moderna di organizzazione e gestione aziendale. Questa nuova idea lanciata dalla Banca di Credito Cooperativo su scala nazionale, è basata su diversi dogmi: in primis quello di unire le forze. In secondo luogo sul costruire un forte capitale sociale. Terzo e non per questo meno importante, sull’instaurare relazioni basate sulla reciprocità tra banca e cliente, da sempre punto di forza di questo sistema bancario.

Ciò che caratterizza un’impresa mutualistica è infatti quello di raggiungere un obiettivo: che è quello di conseguire un vantaggio nei confronti dei concorrenti sul mercato. Il socio è interessato ai mutui benefici, ai vantaggi reciproci che può ottenere dall’appartenenza all’impresa e non alla remunerazione del capitale investito sotto forma di dividendi. In questo modo, l’assenza di una finalità speculativa influenza il modo di stare sul mercato, gli stili di governo, i modelli organizzativi, le scelte strategiche, l’operatività di questa tipologia di imprese.

Il mutualismo dunque, inteso come un modo alternativo di produrre ricchezza – sia sociale sia economica – presuppone alla base di partenza, una cultura d’impresa coerente: inclusiva, plurale, efficiente e solidale. E rappresenta indubbiamente una risorsa per diversi ma importantissimi motivi: 1) costituisce una differenza, che a sua volta favorisce il pluralismo e la crescita; 2) induce dinamismo, stimolando la voglia di fare e il protagonismo, invece che l’assistenzialismo; 3) è basata sulla reciprocità, che è paritetica, circolare e un mix equilibrato di interesse e solidarietà. Si fonda dunque su rapporti “tra pari” e su relazioni non soltanto bi-direzionali (socio-impresa mutualistica), ma multi-polari (socio-impresa mutualistica; soci tra loro; impresa mutualistica-comunità locale; imprese mutualistiche tra loro).

Per le BCC la mutualità è una parte fondamentale della loro identità e del loro codice genetico. È un fattore distintivo rispetto a tutte le altre banche e rappresenta un fattore competitivo pulito. Un valore sancito dalla legge e che pervade la storia, le strategie, i modelli organizzativi, ma anche lo stile operativo. Il “fare banca mutualistica” deve sempre più essere, una modalità specifica di fare banca, orientata alla produzione di uno sviluppo durevole e sostenibile. Con un approccio “bio-logico”, orientato a fornire risposte alle concrete esigenze della vita.

Infine si possono racchiudere in tre le declinazioni della mutualità delle BCC: una interna, rivolta ai soci della banca: orientare la propria attività “prevalentemente” a favore dei soci, apportando loro vantaggi sia economici sia metaeconomici; esterna, diretta alle comunità locali nelle quali esse operano: non perseguire finalità di “speculazione privata”, ma avere lo scopo di assicurare vantaggi ai soci e al territorio, sostenendo lo sviluppo della comunità locale sotto il profilo morale, culturale ed economico e accrescendone l’educazione al risparmio e la coesione sociale; di sistema, a favore delle singole BCC e generata dal sistema a rete del Credito Cooperativo: valorizzare la cooperazione “tra” le banche della categoria, per dare attuazione al modello “a rete” del Credito Cooperativo.