I data center guidano l’impennata del mercato IT: i ricavi saliranno del 15%

Cambia rapidamente il mercato IT. La crescente domanda di cloud computing, i maggiori volumi di dati e l’uso diffuso delle tecnologie AI hanno aiutato il mercato dei data center non solo a riprendersi dal rallentamento del 2023, ma anche a raggiungere livelli record.

Secondo i dati presentati da AltIndex.com, si prevede che la spesa globale per i data center crescerà del 15% e raggiungerà i 367 miliardi di dollari nel 2025, il più grande aumento tra tutti i segmenti del settore IT.

mercato IT

Sta cambiando l’industria della robotica e con essa anche i suoi tassi

Bisogna monitorare con estrema attenzione la normale evoluzione per l’industria della robotica, oltre a quella dei suoi tassi. Le statistiche mostrano che i robot di servizio alimenteranno la crescita del mercato. Il segmento dei robot di servizio ha subito cambiamenti significativi negli ultimi anni. L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico hanno consentito lo sviluppo di macchine in grado di svolgere vari compiti con maggiore accuratezza ed efficienza che mai. Di conseguenza, l’intero settore è salito alle stelle, crescendo quattro volte più velocemente del mercato dei robot industriali. Questa tendenza continuerà negli anni successivi.

Secondo Statista, il fatturato nel segmento dei robot di servizio aumenterà del 70% e raggiungerà oltre 61 miliardi di $ entro il 2029. Il mercato dei robot industriali vedrà una crescita quattro volte inferiore, con un fatturato in aumento solo del 15% a 11,4 miliardi di $ nei prossimi cinque anni.

industria della robotica

L’andamento del mercato dei mutui nel mese di giugno 2014

 In un post pubblicato in precedenza abbiamo visto che nel corso del 2014 il mercato dei mutui è stato sempre caratterizzato da un trend di ripresa che ha contraddistinto il settore italiano negli ultimi mesi. Il numero delle richieste di mutuo, infatti, è aumentato, con una netta prevalenza dei mutui a tasso variabile. 

Mutui: settore esce crisi grazie a Top Real Estate

 Gli operatori segnalano che nella capitale italiana la crisi ha smesso di attanagliare il settore dei mutui. Ma non solo in Italia, si registra una forte ripresa di interesse per il mercato immobiliare del retail in Europa. Nel primo trimestre 2010 il volume degli investimenti è stato di 5,4 miliardi di euro, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2009. In periodi di crisi l’abitazione conferma così la propria natura di bene rifugio, come evidenziato dalla crescita dell’acquisto di seconde case e di acquisti con finalità di investimento.

Sono evidenti segnali di ripresa per il 2010 anche rispetto alle erogazioni dei mutui. Lo attesta uno studio dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena che sottolinea le dinamiche nazionali e internazionali del mercato immobiliare ponendo attenzione sul Top Real Estate (che sarebbe il residenziale di lusso), sul meccanismo dei mutui e sulle dinamiche di prezzo e le nuove opportunità che si affacciano sul mercato europeo.

Il mutualismo bancario della Banca di Credito Cooperativo

 Le Banche di Credito Cooperativo sono le uniche banche mutualistiche in Italia. Il mutualismo non deve lasciar pensare né ad un’invenzione lessicale né ad un generico sistema di “buonismo” bancario: si tratta invece di un nuovo modo preciso e specifico di fare impresa, una vera e propria formula moderna di organizzazione e gestione aziendale. Questa nuova idea lanciata dalla Banca di Credito Cooperativo su scala nazionale, è basata su diversi dogmi: in primis quello di unire le forze. In secondo luogo sul costruire un forte capitale sociale. Terzo e non per questo meno importante, sull’instaurare relazioni basate sulla reciprocità tra banca e cliente, da sempre punto di forza di questo sistema bancario.

Ciò che caratterizza un’impresa mutualistica è infatti quello di raggiungere un obiettivo: che è quello di conseguire un vantaggio nei confronti dei concorrenti sul mercato. Il socio è interessato ai mutui benefici, ai vantaggi reciproci che può ottenere dall’appartenenza all’impresa e non alla remunerazione del capitale investito sotto forma di dividendi. In questo modo, l’assenza di una finalità speculativa influenza il modo di stare sul mercato, gli stili di governo, i modelli organizzativi, le scelte strategiche, l’operatività di questa tipologia di imprese.