Il Fondo Monetaria Internazionale – FMI – ha rilasciato le sue rilevazioni in merito allo stato finanziario delle principali realtà italiane. Ha infatti pubblicato un’analisi approfondita sul sistema finanziario italiano all’interno del Financial system stability assessment, in breve Fssa, che ha messo in luce una differenza di solidità patrimoniale tra le banche e le famiglie italiane, da una parte, e le imprese dall’altra. > Il Fondo Monetario Internazionale chiede alla BCE un ulteriore taglio dei tassi di interesse
Queste ultime, infatti, sono risultate essere l’anello più debole e più fragile della catena e più esposto all’insolvenza rispetto alle altre due categorie.
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Secondo gli analisti del FMI, infatti, un terzo delle imprese italiane, e soprattutto quelle di dimensioni medie o piccole, non è in grado di far fronte ai propri debiti e dunque versa ancora in uno stato di grande fragilità dal punto di vista patrimoniale. Il livello di insolvenza delle imprese italiane ha del resto già raggiunto cifre elevate. Il Fondo Monetario Internazionale ha quindi invitato l’Italia a guardare con particolare attenzione la presente situazione finanziaria delle sue aziende e a fare di tutto per ridurre al minino i rischi nazionali e internazionali che potrebbero derivare da questo problema.
L’innescarsi di un effetto domino dal fronte dell’insolvenza delle imprese è una possibilità ancora remota, anche se le banche appaiono in ripresa e dunque in grado di incassare l’eventuale contraccolpo derivante da un peggioramento della situazione. Gli stress testi di solvibilità hanno infatti dimostrato una condizione di solidità delle banche anche in scenari futuri ppiù avversi.