Commissioni bancarie: Abi chiede confronto con Antitrust

di Gianfilippo Verbani Commenta


 L’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nella giornata di ieri, nel momento in cui ha appreso la notizia relativa alla segnalazione inviata dall’Antitrust al Governo, al Parlamento ed alla Banca d’Italia, ha chiesto ufficialmente un incontro con l’Autorità Garante per la Concorrenze ed il mercato per un confronto sulle commissioni bancarie. L’AGCM, in particolare, ha segnalato alle istituzioni il fatto che, a seguito di un accurato monitoraggio su un campione ampiamente rappresentativo di banche, e valido anche per gli istituti di credito controllati, sono state introdotte, dopo l’abolizione della commissione di massimo scoperto, delle nuove commissioni bancarie sugli scoperti temporanei in conto che sono ancora più onerose per i correntisti.

Questa è in particolare la posizione dell’Antitrust a conclusione del monitoraggio; l’Associazione Bancaria Italiana, invece, ha ufficialmente espresso perplessità sia nel metodo sia in merito, innanzi tutto, per il semplice motivo che la normativa e l’applicazione di queste nuovi commissioni bancarie risulta essere operativa solo da pochi mesi dopo che, tra l’altro, si è provveduto ad una integrazione così come prevedono le norme in materia di trasparenza.

L’Associazione Bancaria Italiana, al riguardo, ha tra l’altro messo in evidenza come le prime analisi, che ha provveduto a presentare di recente durante la “Giornata del risparmio“, stiano dimostrando che rispetto alla commissione di massimo scoperto con le nuove commissioni le voci di costo per i correntisti, nei casi di conto temporaneamente in rosso, sono meno onerose. Anche per questo, quindi, in un contesto di piena collaborazione sia con le istituzioni, sia con tutte le Autorità, l’Associazione Bancaria Italiana ha chiesto un confronto con l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato anche al fine di poter conoscere nei dettagli l’analisi che l’AGCM ha svolto, che ha reso nota nella giornata di ieri, e che ha portato all’invio di una segnalazione al Governo, al Parlamento ed alla Banca d’Italia.