Carte di credito, Bancomat e prepagate: il denaro di plastica piace agli italiani

 Con un incremento del 4% rispetto al 2008, in Italia circolano circa 77 milioni di carte di pagamento tra carte di credito, carte revolving e carte prepagate. Questo è quanto emerge da un ultimissimo Rapporto dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, che ha fotografato nel nostro Paese il mercato dei sistemi di pagamento, ovverosia di quello che in gergo viene definito come il “denaro di plastica“. In particolare, è stata rilevata, con un +13%, una crescita boom delle carte prepagate, mentre quelle revolving segnano il passo con una contrazione del 6%. Nel complesso gli italiani preferiscono sempre di più la carta al contante per le spese quotidiane, ma anche per effettuare i prelievi presso gli sportelli Atm che sono ben 46 mila su tutto il territorio nazionale. Nell’arco di un anno ogni carta in media è stata utilizzata complessivamente per 36 volte, ovverosia una media di tre volte al mese; ma relativamente alle sole carte di credito la media annua di utilizzo è pari a 42 operazioni.

S&P conferma: Rating Italia è A+, purché si eviti la crisi politica

 Non proprio una questione di prestiti personali o mutui, e neppure di assicurazioni andremo a trattare. Eppure siamo sicuri che la notizia che stiamo per darvi vi possa interessare, oltre ad essere inevitabilmente ed evidentemente connessa ai vostri investimenti ed alla loro bontà. Standard & Poor’s ha confermato martedì il rating a lungo termine A+ e quello a breve termine A-1+ del debito sovrano della Repubblica Italiana. Questo significa che l’outlook è rimasto stabile. S&P conferma inoltre il rating AAA per il rischio di convertibilità e trasferibilità fondi. I rating della Repubblica Italiana riflettono l’opinione di S&P in merito ad un’economia “relativamente prosperosa e diversificata”.

Obama: “Riforma Wall Street in pericolo se vincono i Repubblicani”

 Nel giorno delle elezioni di mid term, per l’America attesissimo tagliando atto a stilare una pagella riferita al primo mandato presidenziale del primo presidente di colore della Storia degli Stati Uniti, Barack Obama, rilanciamo anche in Italia un vaticinio fatto da Obama stesso nei giorni scorsi, fondamentale per la politica e l’economia americana ma interessante anche da quest’altra parte dell’Oceano (dal momento che, in una società globalizzata, è difficile che le scelte prese da una parte del mondo non influsicano su tutto il resto del sistema): “Se il 2 novembre i repubblicani riusciranno a conquistare la maggioranza del Congresso, cercheranno di abolire la riforma finanziaria ma questo sarebbe un terribile errore”.

EvvIVA, CheBanca! lancia Conto Deposito Business per tutti i titolari di Partita IVA

 Messaggio rivolto a tutti i titolari di partita IVA, in particolare – per vicinanza – a tutti quei ragazzi che sono stati costretti a dotarsene pur di non essere esclusi da un mercato del lavoro in cui le tutele non esistono più, anche se qualcuno si straccia le vesti per conservare il diritto a 10’ di pausa, mentre i più giovani sono costretti, pur di non rimanere a piedi, a sacrificare le loro ambizioni e le loro migliori energie per soddisfare gli appetiti di imprenditori che attingono a piene mani ai lati oscuri delle leggi al fine di risparmiare sul costo del lavoro. Ragazzi, parliamo particolarmente a voi quando andiamo a recensire un conto di deposito, quello lanciato negli ultimi giorni da CheBanca!, che a tutti i titolari di partita IVA offre un interesse del 2,25% sulle somme depositate per un anno.

Accesso al credito: alleanza Abi-Commercialisti-Unioncamere

 Al fine sia di aumentare la capacità di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, sia di acquisire, da parte delle banche, maggiori informazioni finanziarie sulle PMI, nei giorni scorsi a Napoli l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, Unioncamere ed il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili hanno sottoscritto un importante protocollo d’intesa che permetterà di far accrescere e di potenziare i comportamenti virtuosi nelle relazioni che intercorrono tra banca ed impresa. Trattasi, nello specifico, di una importante iniziativa pilota con la quale si punta a identificare una figura che, autonoma ed indipendente rispetto alle parti interessate, ed in possesso dei necessari requisiti di professionalità e di onorabilità, fornisca informazioni finanziarie aggiuntive in quello che, in materia di accesso al credito, risulta essere il normale processo di valutazione da parte del sistema bancario.

Bancomat è biglietteria, il Milan lancia il progetto Cuore Rossonero

 I classici “due piccioni con una fava”, anzi un intero stormo. AC Milan ha comunicato il lancio, in collaborazione con il gruppo bancario Intesa-SanPaolo, di un progetto destinato a rivoluzionare il modo di andare allo stadio, ma forse addirittura le strategie dell’ordine pubblico (quantomeno sul lungo periodo): biglietti acquistabili al bancomat! Cuore Rossonero, una carta fedeltà che assolve anche al compito di tessera del tifoso, sarà lo strumento-pilota di un progetto che mira a consentire l’acquisto dei biglietti per lo stadio, una novità assoluta per l’Italia. Le gare casalinghe del Milan, oltre al pubblico degli abbonati e degli irriducibili di Milan Point e sportelli bancari, saranno popolate anche da questi titolari di Cuore Rossonero (una platea potenziale di 260mila persone) che aggirando le code andranno a scegliersi il posto direttamente all’ATM abilitato.

Banche: come reclamare senza azioni legali

 I clienti bancari, quando subiscono un torto, di norma presentano un reclamo scritto all’Istituto di credito; spesso può accadere che il reclamo venga “rigettato” dalla banca, ma non per questo il cliente deve necessariamente desistere dal far valere i propri diritti senza tra l’altro dover ricorrere a lunghe, estenuanti e costose azioni legali. A farlo presente è stato il CTCU, Centro Tutela Consumatori Utenti, nel sottolineare come nello sporgere reclamo verso le banche sia necessario insistere visto che non sono mancate le dispute che poi si sono concluse con lauti risarcimenti proprio a favore del cliente. Al riguardo il Centro Tutela Consumatori Utenti ricorda casi di interessi sui mutui applicati sopra le soglie di usura che sono stabilite dalla Legge, ma anche delle pratiche ostruzionistiche e/o scorrette in materia di portabilità dei mutui. In caso di rigetto del reclamo da parte della banca, tra l’altro, il cliente può rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario, fermo restando che non occorre mai doversi fermare per forza alla prima risposta negativa al nostro reclamo che riceviamo dall’Istituto di credito.

Draghi al G20: “Banche Sistemiche, scelta trasparente”

 Che la crisi economica si stia rivelando un’ipoteca pesante, troppo pesante per le spalle delle nuove generazioni che dovranno fare i conti con le sue conseguenze, è un dato di fatto. Che, dunque, si ambisca a fare in modo di limitarne la portata e – soprattutto – di evitare che tutto questo possa un giorno ripetersi, è nell’interesse di tutti i risparmiatori, anche nonostante le ritrosie dei soliti “furbetti” (utilizziamo un termine diffuso, benché crediamo la furbizia sia meglio indirizzata se riferita ad altri ambiti) che stanno cercando di mettere i bastoni tra le ruote a qualsivoglia genere di riforma del sistema e nel frattempo sono tornati a praticare tutte quelle strade di arricchimento poco trasparente che un giorno di due anni or sono ha portato al fallimento di Lehman Brothers ed all’esplosione della bolla finanziaria mondiale i cui effetti si sono visti poi sull’economia reale.

Arbitro bancario finanziario, l’antidoto veloce per le controversie cliente-sportello

 In questa Italia dove tutti sono propensi a dire che nulla funziona e che c’è bisogno di maggiore apertura, sui mercati e non solo lì, qualcosa che si muove nella giusta direzione, comunque, c’è: è solo che non sono in molti a conoscerne l’esistenza… Sapevate, ad esempio, che all’istituto del giudice è stato sostituito, per alcuni casi ben definiti e circoscrivibili, quello dell’Arbitro bancario finanziario? Presente nell’ordinamento da un anno, era il 15 di ottobre del 2009 quando vedeva la luce, esso si è messo immediatamente al lavoro per dirimere le questioni sollevate dalla clientela a carico di istituti di credito poco virtuosi o presunti tali, con una serie di vantaggi a carico dei risparmiatori.

Bancomat? Carta di Credito? Gli italiani preferiscono il Contante

 Ogni giorno, in Italia, circolano 3 miliardi di euro: una notizia da far felici truffatori e mariuoli, che ora sanno quanta disponibilità di denaro pronto ad attenderli vi sia, ma anche da far disperare i vari istituti di credito, sempre più impegnati nella battaglia per il passaggio al denaro elettronico pur essendo ben consapevoli che per stroncare una tradizione di antichissima memoria non può bastare un decreto, o qualche mese. Il problema è sempre il solito: più contante circolante uguale maggiori spese per il suo trasporto e quindi anche minor valore dello stesso a vantaggio del risparmiatore, il quale però non desiste dal proprio comportamento. La novità, semmai, è rappresentata dalla quantificazione fatta da Wincor Nixdorf in collaborazione con Doxa, secondo la quale 3 italiani su 5 non escono mai di casa senza biglietti di banca e – anzi – ciascuno si porta appresso ogni giorno una media di 65 euro, per un totale di 3 miliardi (che poi sono la cifra segnalata in apertura).

Banca Intesa-SanPaolo acquista Monte Parma e guarda a Est

 Un blitz, quasi in stile “teste di cuoio”: al termine di un lungo corteggiamento di Banca Popolare di Milano e di qualche abboccamento di Banca Popolare di Vicenza, è stato il proverbiale “terzo” che si inserisce tra i due litiganti, incomodo, a godere. E che gran bel terzo: un vero cannibale del mercato del credito italiano, visto che stiamo comunque parlando di uno dei due gruppi di riferimento per il risparmio: Banca Intesa-SanPaolo (l’altro è UniCredit). Il gruppo “Milanotorinese” si è accaparrato venerdì scorso la quota di maggioranza di Banca Monte Parma, mettendo sul piatto 159 milioni di euro e prenotando un aumento di capitale pro quota da 75 milioni di euro, segno di un rilancio in grande stile.

Settimana Sociale dei Cattolici, BCC: “Etica, approccio che premia nel dopo-crisi”

 Cominciare un post con l’assunto tautologico “Il mondo sta cambiando” non è originale e forse neppure accattivante: si parla di una realtà che ormai è sotto gli occhi di tutti, può sapere di “già sentito”. Meglio, molto meglio dunque, definire “perché” secondo noi sta cambiando, “come” questa trasformazione sia in atto e quali che siano le sue conseguenze. Ad esempio, è innegabile il fatto che ad una chiesa si siano sostituite prima un numero “n” di chiese, rappresentate dai partiti, ed oggi un numero pressoché infinito di chiese, dal momento che ognuno si fregia di essere libero di pensare con la propria testa; l’appartenenza a questo o quel dogma è molto più relativa rispetto a quanto non fosse un tempo, eppure i dogmi continuano a parlare nella speranza di avere qualcosa da dire e con l’obiettivo di riuscire ancora a catturare qualche adepto.

BNL cresce: al via i “Recruiting Day”

 In tempi di banche che chiudono, di istituti che collassano sotto il peso dei propri incommensurabili debiti, di gruppi che si danno una nuova struttura ridimensionando il numero di dipendenti e di filiali, c’è una scelta controcorrente destinata a suscitare interesse e simpatia; BNP-Paribas, “madre” francese dell’italianissima BNL, ha deciso di investire nella costruzione di una rete di filiali dislocate su tutta la Penisola: i dati parlano di un progetto da 180 nuovi sportelli in 3 anni, con tutto quello che ciò può comportare in termini di presenza sul territorio e – perché no? – di occupazione in un periodo, come è questo, segnato da una decisa contrazione, e degli investimenti e dei posti di lavoro.

“Pagherò” Pagati, In Italia le cambiali tornano ad essere onorate

 Che la crisi economica sia finita è assolutamente tutto da dimostrare. Che però gli italiani non siano, tradizionalmente, un popolo propenso a lasciare debiti era cosa che sapevamo, e che ci stupiva aver scoperto non essere più tanto vera in corrispondenza con la fase più virulenta della recessione globale. Ma, a quanto pare, non appena c’è stata l’occasione le cose sono tornate alla normalità, se è vero come è vero che in Italia si è tornati a pagare i “pagherò”. Nelle principali province italiane per numero di imprese, infatti, il valore delle cambiali protestate è diminuito del 4% rispetto allo scorso anno.