Quando, come sta avvenendo in questi anni, è in corso una rivoluzione, può essere bene cercare di controllarne le spinte innovatrici onde evitare che in questi spazi di manovra si inserisca qualche malintenzionato che non è stato invitato e che potrebbe, con la propria truffaldina opera, mandare l’intero progetto all’aria. Digiuni di rivoluzioni in senso stretto dal lontano 1968 (con l’aggravante rappresentata dal fatto che neppure quella rivoluzione fu completata), ci stiamo ora assuefacendo alla rivoluzione informatica che avviene ogni giorno quasi senza che noi ce ne possiamo accorgere. Eppure, dice bene l’ad di Poste Italiane, Massimo Sarmi, sarebbe cosa “buona e giusta” rendersi conto che le cose stanno cambiando e servono risorse nuove per fronteggiare inconvenienti mai presentatisi prima d’ora. Il problema della sicurezza informatica, insomma, è urgente!
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Poste Italiane con SIM Poste Mobile lancia i pagamenti via telefonino
Parliamo spesso di carte di credito e bancomat; un po’ meno spesso di carte revolving (uscite decisamente ridimensionate dalla vicenda American Express, che la ha viste finire sotto la lente d’ingrandimento della Banca d’Italia a partire dall’aprile scorso, e comunque da noi sempre poco apprezzate per i loro costi reali) e di paypal, mentre non abbiamo assolutamente mai parlato di una nuova forma di pagamento, forse perché sta sbarcando in Italia solo in questi giorni, ossia quella rappresentata dall’utilizzo di una SIM telefonica. Ci prova Poste Italiane, sempre all’avanguardia sul fronte dell’innovazione a portata di tutti oltreché unica competitor del mercato finanziario a disporre anche di un operatore di telefonia mobile “proprio”, e da questo punto sicuramente agevolata nella competizione.
Conto deposito remunerato e Bot a confronto
Sono a zero spese di apertura, di gestione e di chiusura; non si paga l’imposta di bollo ed i soldi, per gli investimenti in giacenza libera, sono sempre disponibili e maturano gli interessi fino alla data in corrispondenza della quale vengono prelevati. Stiamo parlando chiaramente dei conti di deposito remunerati, strumenti per parcheggiare la liquidità, ma anche veri e propri strumenti di investimento per chi, ad esempio in alternativa alle azioni, decisamente più volatili e rischiose, vuole mettere i soldi in porti più sicuri. I conti di deposito remunerato, specie sfruttando le promozioni, rappresentano tra l’altro anche una buona alternativa ai Bot, ovverosia ai Buoni Ordinari del Tesoro, sebbene sia sempre necessario prima farsi quattro conti e poi scegliere in maniera informata e consapevole. Al netto delle promozioni, infatti, il tasso base offerto da alcuni conti di deposito remunerati è comparabile con quello del Buoni Ordinari del Tesoro, ed anzi rispetto al Bot a 12 mesi può anche essere al netto più basso.
Banche: tempo di austerità anche per l’ABI
A valere sul budget 2011, il Comitato esecutivo dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha dato mandato sia al Direttore generale, sia al Presidente, per mettere a punto un piano di riorganizzazione rientrante in una scelta di austerità che, tra l’altro, avrà ricadute anche sul personale e comunque nel pieno rispetto delle norme vigenti in materia di ristrutturazione e di riorganizzazione. A darne notizia in data odierna, mercoledì 17 novembre 2010, con una nota ufficiale, è stata proprio l’Associazione Bancaria Italiana dopo che il suo Comitato esecutivo ha esaminato prima ed approvato poi sia il Piano 2011, sia il relativo budget. Il piano, che rientra nel programma di presidenza a valere sul biennio 2010-2012, consta delle azioni che saranno messe in atto dall’Associazione Bancaria Italiana nei confronti delle istituzioni, la pubblica amministrazione, le famiglie e le imprese. Il target è quello che prevede nel 2011 un azzeramento del deficit a fronte di un forte efficientamento ed una forte modernizzazione; il tutto sempre e comunque mantenendo prioritario il sostegno alla crescita ed allo sviluppo del nostro Paese.
Irlanda (e non solo) in Crisi, il ruolo dello “spread”
Se Dublino ha bisogno, noi siamo qui. Non lo poniamo tra virgolette, dacché non è una dichiarazione esplicita, ma la sostanza rimane tale: i ministri dell’economia dei Paesi di riferimento dell’Unione europea (Francia e Germania, ma anche Regno Unito –dove comunque non esiste l’euro- e la tanto vituperata Italia) si sono detti disponibili ad aiutare l’Irlanda a dipanare l’intricata matassa della sua crisi da indebitamento selvaggio del piccolo risparmiatore; tanto è bastato ai mercati per ritrovare la fiducia, la scorsa settimana, e non scivolare verso una difficoltà anticamera della bancarotta. Intanto il differenziale di rendimento tra i bond irlandesi e il bund tedesco, parametro cui sono stati riferiti tutti gli altri bond europei, è crollato di 60 punti base fino a 586 punti, il maggior calo da maggio.
Irlanda in Crisi, tra illazioni e aiuti è il debito privato a preoccupare
“L’Irlanda non è la Grecia ed è in grado di gestire bene i suoi problemi di bilancio”; lo ha dichiarato il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ma se ad essere intervistato fosse stato un qualunque capo di governo d’Europa lo spartito sarebbe stato identico: gettare acqua sul fuoco della possibile imminente crisi del debito irlandese, e a ruota portoghese. Il timore, infatti, è che il contagio si possa diffondere ad altre aree dell’Eurozona precipitando nel panico i mercati e dando uno scossone robusto all’intera impalcatura dell’Unione monetaria (unico vero risultato sin qui raggiunto sulla strada dell’Unione –anche politica- europea).
Carte di Credito clonate, all’Expert (Gallarate – VA) un controllo salva due clienti
Carte di Credito clonate, la storia si ripete. Anche questa volta, come spesso ci capita di raccontare, la storia si è ripetuta concludendosi però con un lieto fine, il tutto grazie alla prontezza di spirito di un commesso di negozio e del suo direttore. Già, perché non è raro raccontare di situazioni in cui il venditore di un prodotto si macchia, forse inconsapevolmente o per leggerezza, della corresponsabilità in un reato, dunque crediamo sia bene applaudire a chi invece segue le procedure così come sono state concordate e riesce, grazie a questo piccolo “espediente”, a scongiurare il rischio che qualche conto corrente di ignaro risparmiatore venga prosciugato in un solo momento.
Basilea III e accesso al credito, situazione kafkiana
Per quel che riguarda i vincoli, più stringenti, imposti da Basilea III, la situazione è kafkiana. A dichiararlo nei giorni scorsi è stato Andrea Gibelli, Assessore all’Industria, all’artigianato e all’edilizia, nonché vicepresidente della Regione Lombardia. Questo perché da un lato con le nuove regole di Basilea III viene chiesto in sede comunitaria da parte degli Istituti di credito un maggiore controllo sui bilanci delle aziende cui deve essere concesso il credito; dall’altro lato, invece, è proprio l’Europa che allo stesso modo, in maniera palesemente contraddittoria, chiede alle banche di fare il loro mestiere, ovverosia concedere credito attraverso mutui, finanziamenti, leasing e prestiti alle piccole e medie imprese per sostenere l’occupazione, la crescita e lo sviluppo. Il vicepresidente Gibelli, intervenuto a Lecco ad un convegno dal titolo “Basilea III. Quale credito per le piccole imprese“, che è stato organizzato dalla CNA, ha di conseguenza posto l’accento sul fatto che “Lo Stato chiede due cose diverse e opposte a monte e a valle sull’accessibilità al credito“.
Carte di Credito contro l’evasione fiscale
Anche i più scettici, crediamo, leggendo una notizia di questo genere si convinceranno al “sacrificio” di cambiare le proprie abitudini di pagamento. Il tutto, in nome di un bene più necessario e più grande: l’emersione. Già, perché a quanto pare ci può essere una connessione tra utilizzo del denaro elettronico e lotta all’economia sommersa, una piaga –quest’ultima- che in Italia si “mangia” diversi punti di PIL rivelandosi pesante zavorra alla crescita dell’economia reale (punto su cui il Governo sta cercando di rispondere al meglio agli appunti di Confindustria, che lamenta una ripresa fragile).
Bonus bebè e finanziamenti per l’infanzia confermati a Milano
A Milano l’Amministrazione ha confermato il proprio impegno a sostegno sia dell’infanzia, sia delle donne che lavorano con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro approvato dalla Giunta. In particolare, è stata prorogata/rinnovata la misura del bonus bebè nel Comune di Milano; trattasi di un aiuto alle famiglie che sotto la Madonnina è stato istituito nell’anno 2007, e che fino ad ora ha portato all’erogazione del bonus a favore di oltre duemila famiglie con quasi 4,9 milioni di euro erogati. Ma cosa occorre per ottenere il bonus bebè? Ebbene, proprio il Comune di Milano ha fatto presente che per la concessione del bonus serve la maturazione sul territorio, da parte della famiglia, di una residenza pari ad almeno tre anni; l’Isee, indicatore della situazione economica equivalente, non deve inoltre essere superiore al livello dei 18 mila euro.
MoneyBox Self Service Unicredit: nuovi tassi netti
Un tasso netto annuo allo 0,65% per i pronti contro termine con scadenza a tre mesi, e dello 0,90%, sempre netto, per i pronti contro termine a sei mesi. Sono questi i nuovi tassi e le due scadenze attualmente proposte da Unicredit con MoneyBox Self Service, lo strumento a basso rischio di gestione della liquidità accessibile direttamente online dai correntisti di Unicredit che hanno attivato la Banca via Internet. L’investimento con MoneyBox Self Service è accessibile anche per i piccoli risparmiatori visto che la soglia minima di ingresso/investimento, su entrambe le scadenze, è pari a 5.000 euro; per somme superiori l’investimento può avvenire per successivi multipli di mille euro. A differenza delle giacenze in conto e dei conti di deposito remunerati, trattandosi di un’operazione di pronti contro termine, la tassazione di MoneyBox Self Service di Unicredit è al 12,5%, anziché al 27%, a fronte di zero costi di sottoscrizione e scadenze che, come sopra descritto, individuano periodi temporali di brevissimo termine.
G20 Seul: Merkel vs. Obama “No a nuove Bolle”
Bisogna mettere fine a qualsiasi “sorta di squilibri” che hanno portato alla crisi economica e tutti i “paesi devono fare la propria parte”. E’ questo il messaggio contenuto nella lettera inviata da Barack Obama agli altri leader del G20, il cui contenuto è stato diffuso dalla Casa Bianca poco dopo l’arrivo del presidente americano a Seul dove oggi partirà il vertice. Con la lettera inviata ai leader del G20, Obama intende ribadire la necessità che ci si allontani dall’idea di un’America tutta proiettata al consumo di beni a credito: “Tutti riconosciamo il fatto che non potremo avere delle fondamenta per una ripresa solida e durevole se le famiglie americane smettessero di risparmiare per tornare a spendere a credito”.
Carte di Credito: Banche e Mastercard, 6 milioni di multa per aver truccato la concorrenza
Sei milioni di euro di multa e una diffida: trovate un nuovo modo di lavorare, perché questo è lesivo della concorrenza e – anche – dei commercianti di cui vi “servite” per guadagnare. L’Antitrust ha chiuso nei giorni scorsi un’istruttoria, avviata da tempo, con la quale si intendeva indagare rispetto ad eventuali pratiche “di cartello”, dunque restrittive di quella sana concorrenza che dovrebbe regolare le dinamiche del mercato. A quanto pare, o quantomeno a quanto ha giudicato l’organismo di controllo della concorrenza sui mercati, Mastercard e otto istituti di credito avrebbero “mantenuto alta la commissione interbancaria sui pagamenti con la carta di credito riversandola sul costo applicato agli esercenti convenzionati con effetti sui prezzi praticati ai consumatori”.
Sim PosteMobile: alternativa a Paypal e Google Checkout
Poste Mobile, l’operatore di telefonia cellulare del Gruppo Poste Italiane, ha annunciato il proprio ingresso nell’m-Commerce al fine di poter effettuare pagamenti online in maniera rapida e sicura senza dover andare ad inserire alcun dato sensibile sul sito Internet del venditore. Basta infatti il numero di telefono della scheda SIM PosteMobile; quest’ultima, ai fini del perfezionamento della transazione, controllerà sia il numero telefonico, sia il relativo codice di sicurezza che permette di autorizzare il pagamento e che, cosa molto importante, viene sia creato, sia conosciuto solo ed esclusivamente dal cliente. Il codice di sicurezza, infatti, non risiede in alcun sistema di Poste Mobile, ragion per cui tale modalità di pagamento, semplice rapida e sicura, individua una importante alternativa non solo al classico pagamento con la carta di credito o con la prepagata, ma anche rispetto ad altri strumenti e modalità di pagamento come quelle offerte da Paypal e da Google Checkout.