Draghi al G20: “Banche Sistemiche, scelta trasparente”

di Gianfilippo Verbani 1


 Che la crisi economica si stia rivelando un’ipoteca pesante, troppo pesante per le spalle delle nuove generazioni che dovranno fare i conti con le sue conseguenze, è un dato di fatto. Che, dunque, si ambisca a fare in modo di limitarne la portata e – soprattutto – di evitare che tutto questo possa un giorno ripetersi, è nell’interesse di tutti i risparmiatori, anche nonostante le ritrosie dei soliti “furbetti” (utilizziamo un termine diffuso, benché crediamo la furbizia sia meglio indirizzata se riferita ad altri ambiti) che stanno cercando di mettere i bastoni tra le ruote a qualsivoglia genere di riforma del sistema e nel frattempo sono tornati a praticare tutte quelle strade di arricchimento poco trasparente che un giorno di due anni or sono ha portato al fallimento di Lehman Brothers ed all’esplosione della bolla finanziaria mondiale i cui effetti si sono visti poi sull’economia reale.

Per questo, il Financial Stability Board (organizzazione internazionale presieduta dal Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi; perché le capacità ci sono anche nel nostro Paese!) ha portato al G20 economico riunitosi lo scorso fine settimana in Corea la proposta di scegliere alcune banche “sistemiche”, ossia i cardini di un sistema che possa stare in piedi proprio grazie a queste anche in caso di nuovo crac, dacché le stesse operano seguendo requisiti stringenti in cambio della loro capacità di sopportare lo stress rappresentato da una possibile (benché speriamo alquanto improbabile) nuova recessione.

Draghi ha tenuto a stornare il campo dai soliti sospetti, forse preventivi ma c’è da aggiungere anche “fondati” se è vero come è vero che non sono state poche le banche che hanno fatto affari nel mondo godendo della protezione di un certa politica. “Il processo di selezione delle banche sistemiche sarà un processo trasparente”, ha precisato Draghi, e si farà in modo che ciascun Paese possa scegliere le proprie banche pur “in un unico quadro di riferimento normativo”.


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