Carte di Credito: in Italia un miliardo di truffe

di Gianfilippo Verbani 1


 Come abbiamo già avuto modo di “apprezzare” (per così dire) parlando del dumping, il mercato delle truffe on-line a danno degli utenti di carte di credito si fa all’ingrosso: molto più redditizio, sebbene sia pericoloso, tentare di truffarne molti (anche per pochi dollari) invece che tenerne in scacco uno solo. In America funziona proprio così, e pazienza se poi succede che i tutori della Legge se ne accorgono e ti sbattono in prigione per direttissima: “Get rich or at least try”, arricchisciti o almeno provaci, è il motto di questi scatenati hacker (o cracker che dir si voglia). Sorge spontanea una domanda: potrebbe accadere anche in Italia?

Di sicuro, dicono gli analisti, non sarebbe così semplice. Per una volta, infatti, noi abitanti del Bel Paese possiamo essere ben felici di farci etichettare come “antichi”: usiamo, anzi abusiamo, il contante, e hai voglia per un mago del computer provare a sottrarti i tuoi denari nel mentre che li trasporti in giro nella tua borsetta… Vero è anche che la tenenza si sta invertendo: i dati di fine 2008 ci dicono che in Italia circolavano già ben 30 milioni di credit card, per un giro d’affari da oltre 100 miliardi (una media di 106 €uro cadauno). Stime di mercato hanno stabilito che le frodi sarebbero una percentuale minima, circa lo 0,76% dei volumi. Peccato che su un ammontare così elevato anche il denaro che scompare non sia poi così poco: quasi un miliardo di €uro. E le banche quasi sempre devono rimborsare.

“Qui il mercato è molto parcellizzato – ha spiegato a Repubblica Walter Bruschi, numero uno in Italia di Cpp, gruppo internazionale che assicura i badge contro furti e frodi – questo ci tiene al riparo da maxi frodi sul modello di quanto avvenuto in America“. Ma c’è un però, ed è rappresentato dal più alto livello di rischio di “scasso” ai danni di siti commerciali, specialmente quelli peggio protetti. Reati simili richiedono un complice interno, che passi i file dei codici e le chiavi d’accesso (le cosiddette password); ma volete che non ci sia nessuno stuzzicato a farsi corrompere dinanzi ad una prospettiva di guadagno tanto facile e “pulita” perché priva di traccia?


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