Tassi Btp al 3,5% entro fine 2013?

di Gianfilippo Verbani Commenta


 L’estate 2013 è stata relativamente tranquilla per i titoli di stato italiani. Rispetto ai due anni precedenti, il differenziale di rendimento tra i bond pubblici del Belpaese e i pari scadenza tedeschi non è stato travolto dalla consueta ondata di volatilità. Inoltre, questo mese lo spread Btp-Bund è sceso sui livelli più bassi degli ultimi due anni grazie alla tenuta del governo Letta e nonostante le tensioni dovute condanna in Cassazione di Silvio Berlusconi, che potrebbe in ogni momento dare una spallata all’esecutivo in carica.

Tuttavia, secondo gli esperti del mercato obbligazionario, i tassi sui titoli di stato italiani potrebbero scendere ulteriormente. Filippo Diodovich, market strategist del broker londinese IG, ritiene che lo spread Btp-Bund “in assenza di novità significative potrebbe scendere nelle prossime settimane a quota 220 o forse 200”. Insomma, ci sarebbero ancora margini di discesa per lo spread italiano, che qualche giorno fa è atterrato in area 230 punti base.

Qualche tempo fa alcune banche di investimento americane avevano prospettato un ritorno del rendimento del Btp decennale intorno al 3,5% entro la fine del 2013. L’obiettivo non appare affatto irrealistico, anche se da metà settembre in poi ci saranno alcuni importanti appuntamenti di matrice politico-economica in grado di mutare sensibilmente l’attuale equilibrio raggiunto dai mercati. Gli analisti finanziari di IG non si aspettano grosse novità né dalle elezioni politiche tedesche (la Merkel dovrebbe spuntarla senza grosse sofferenze) né dalla Corte Costituzionale tedesca, che si pronuncerà definitivamente sulla legittimità degli interventi della BCE a favore degli stati europei in difficoltà finanziaria (leggi anche Tassi BCE potrebbero salire secondo Bundesbank).

Lo strategist di IG ricorda che i movimenti del Btp decennale dipendono per l’80% da fattori esterni e per il 20% da dinamiche interne. Insomma, le vicende politiche interne hanno un impatto marginale. Diodovich ritiene che i fattori esterni potenzialmente destabilizzanti sono oggi l’evoluzione della crisi in Grecia e l’incertezza politica in Portogallo. Il Btp decennale rende poco più del 4,3%, con lo spread fissato a 240 punti base. A fine 2011, al culmine della crisi finanziaria italiana, i tassi sui Btp a 10 anni sfiorarono il 7,5%.