Gli effetti delle nuove imposte sulle rendite sul risparmio degli italiani

di Gianfilippo Verbani Commenta

Le nuove tassazioni hanno avuto un impatto non indifferente sulle rendite finanziarie e sul risparmio degli italiani, in modo particolare su quelli di coloro che sono soliti tenere la liquidità accantonata per molto tempo, i cosiddetti cassettisti.


 Il 2014 è stato forse l’anno in cui maggiormente i risparmiatori italiani si sono resi conto di quale piccola patrimoniale sia piombata sulla liquidità accantonata e messa da parte negli anni passati. A partire dal 1 gennaio 2014 il valore dell’aliquota dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari è passata dal 15 al 20 per cento e a partire dal 1 luglio 2014 l’aliquota della tassa sulle rendite finanziarie è passata dal 20 al 26 per cento. 

Le tasse sulle rendite finanziarie in Europa

Le nuove tassazioni hanno infatti avuto un impatto non indifferente sulle rendite finanziarie e sul risparmio degli italiani, in modo particolare su quelli di coloro che sono soliti tenere la liquidità accantonata per molto tempo, i cosiddetti cassettisti. Proprio per venire incontro alle esigenze di questi ultimi alcuni esperti del settore hanno pensato a soluzioni che riescano ad abbattere l’aliquota del 26 per cento per coloro che detengono un titolo o in portafoglio per molto tempo, scalando una piccola percentuale ogni anno.

In quali paesi si paga meno per le rendite finanziarie?

Secondo le analisi effettuate, un investimento in titoli azionari effettuato nel 2009 e ritirato nel 2011, ha dato come rendimento molto di più delle stesso tipo di investimento effettuato in questo periodo, dopo l’introduzione dei nuovi bolli e del rialzo dell’aliquota fiscale, passata alla quota odierna da un minimo del 12,5 per cento, applicato in quegli anni.

Si può quindi constatare che su una plusvalenza lorda del 10 per cento, la rendita del 2011 era pari all’8,75 per cento circa, mentre quella odierna, alla luce della revisione della tassazione fiscale è pari solo al 7 per cento.