Tiene banco il tema dei tassi e mutui in Italia. Nonostante la Banca Centrale Europea (BCE) abbia ridotto i tassi di interesse, in Italia chi richiede un mutuo o un prestito si trova ad affrontare costi tra i più alti d’Europa. Questa situazione è stata denunciata anche dalla FABI, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, tramite il suo segretario generale, Lando Maria Sileoni.

Perché i tassi e mutui in Italia restano alti?
Secondo la FABI, le banche italiane non stanno trasferendo i benefici dei tagli dei tassi della BCE ai clienti. Invece di abbassare i tassi su mutui e prestiti, gli istituti di credito hanno deciso di trattenere questi vantaggi. La federazione spiega che le banche starebbero utilizzando i profitti aggiuntivi per rafforzare le proprie riserve e finanziare operazioni interne.
Questo comportamento ha un impatto diretto sui consumatori, rendendo più oneroso l’accesso al credito. Per le famiglie italiane, ciò si traduce in un accesso alla casa più difficile e in rate più alte, nonostante la riduzione generale del costo del denaro a livello europeo.
Il recente rapporto della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) evidenzia come le banche italiane stiano trattenendo i benefici derivanti dalla diminuzione del costo del denaro, scegliendo di consolidare i propri margini di profitto invece di trasferirli ai clienti. Questo comportamento si manifesta in un divario persistente tra il tasso ufficiale della Banca Centrale Europea (BCE) e i tassi sui mutui applicati dalle banche.
L’andamento dei tassi: un’analisi cronologica
Gennaio 2022 – Settembre 2023: In questo periodo, i tassi sui mutui sono aumentati in modo significativo. Partendo da un tasso ufficiale della BCE allo 0% e un tasso medio sui mutui dell’1,78%, i tassi bancari avevano già superato il 2,4% prima ancora che la BCE iniziasse la sua politica restrittiva. Con l’avvio della fase di rialzo dei tassi da parte della BCE (fino al 4,50%), i tassi sui mutui sono più che raddoppiati, toccando il 4,92% a novembre 2023. Questo aumento ha causato una diminuzione dello stock complessivo dei mutui, sceso da 427 miliardi di euro a dicembre 2022 a 421 miliardi a maggio 2024.
Giugno 2024 – Maggio 2025: Con i primi tagli dei tassi della BCE, si è registrata una lenta inversione di rotta. I tassi sui mutui sono scesi al 3,58% e lo stock complessivo è risalito a 431 miliardi di euro.
Il divario persistente su tassi e mutui in Italia
Nonostante la riduzione dei tassi sui mutui, la FABI sottolinea come il calo si sia arrestato tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Questo ha mantenuto un divario di oltre un punto e mezzo percentuale tra il tasso sui mutui e il tasso ufficiale della BCE, che a maggio 2025 era sceso al 2%. In pratica, le banche non hanno trasferito completamente il vantaggio del costo del denaro inferiore, mantenendo tassi più alti per i clienti e proteggendo i propri profitti.