Banche al supermercato, via dal 1° marzo

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Acqua, latte, uova. E un conto corrente. Al supermercato. Che dal primo marzo potranno essere aperti anche al supermarket. Arrivano infatti pure in Italia le nuove regole per i servizi di pagamento volute dall’Ue e introdotte nel testo unico bancario dal decreto legislativo approvato a fine gennaio. La Banca d’Italia ha pubblicato la normativa di vigilanza relativa a questa nuova forma di intermediari che si chiamano “istituti di pagamento”. Si tratta di un ibrido tra banca ed altro. In questi istituti, infatti, non si trattano titoli, né mutui. Ma si potranno accendere “conti di pagamento“, strumenti diversi dai normali conti correnti, attraverso i quali sarà comunque possibile fare diverse operazioni. Si potrà fare quasi tutto: prelevare, versare, pagare bollette, mandare soldi all’estero, pagare con i telefonini e con il computer. E non sono previsti tassi di interesse a favore dei clienti, ma sconti e promozioni. I conti potranno essere alimentati da versamenti, stipendi, pensioni, assegni. Ma non solo. Allo stesso tempo, gli istituti di pagamento potranno anche concedere prestiti, ma entro i limiti fissati da Bankitalia, per operazioni finalizzate agli acquisti e contenuti nei 12 mesi con la possibilità di andare oltre, se collegati a pagamenti con carte di credito. Di operatori pronti a partire ce ne sono già, come Carrefour e la Coop. Dovranno essere iscritti a un apposito albo, separare queste attività dal proprio business caratteristico e saranno sottoposti alla Vigilanza di Bankitalia che potrà effettuare controlli, esaminare reclami e distribuire sanzioni. Allo stesso tempo, i dirigenti di questi intermediari dovranno comunque rispettare requisiti di onorabilità e professionalità, sempre nell’ottica della tutela dei risparmiatori. Insomma, il monopolio di banche e istituti di credito pare essere crollato. Un modo, questo, per incentivare chi ancora preferisce tenere i soldi sotto il materasso. Perché se ci si fida del proprio macellaio, perché non fidarsi – allora – del cassiere che gli sorride vicino?